Trentanni fa avevano inciso una canzone che era un vero e proprio manifesto programmatico: Its only RocknRoll (but I like it). Forse intuendo che lispirazione non avrebbe potuto essere quella di una volta, i Rolling Stones dissero in pratica a tutti che sarebbero andati avanti per la loro strada, quella di uno stile diretto, pieno di ritmo, senza mettere da parte la melodia che in alcuni casi avrebbe generato ballate di classe. E solo RocknRoll, ma oltre a piacere loro e agli altri, ha fatto funzionare una macchina che ha retto a molte cose: dagli eccessi, a defezioni non di poco conto (come quella del bassista Bill Wyman), ma forse soprattutto a un mercato discografico che negli ultimi anni non ha guardato in faccia a nessuno, anche se ti chiami Rolling Stones. Questo è anche frutto dellimmutata verve di Mick Jagger, sia in studio sia sul palco, e dallinossidabile capacità lavorativa di Keith Richards, vera e propria colonna portante del gruppo oltre che coautore da sempre con Jagger dei brani. A questo si aggiunge la perfetta integrazione da anni del chitarrista Ronnie Wood (ex-Faces) unico tra i componenti ufficiali del gruppo non della formazione originale, e il lavoro sempre preciso di Charlie Watts, il più fortunato dei tanti batteristi "operai" della tradizione britannica.
Per questo A Bigger Bang passa lesame dellascoltatore. Perché sappiamo di trovarci di fronte a un esempio di buon, vecchio, caro RocknRoll. Inoltre, in questo caso, sembra che i musicisti abbiano voluto ritrovare il gusto di divertirsi. Non si spiegherebbe altrimenti come le prime tre tracce siano tutte nel segno di un ritmo incalzante (a partire dalliniziale Rough Justice, ottimo biglietto da visita), che si placa in parte in Rain Fall Down dalle venature funky; per arrivare a Streets of Love, la prima autentica ballata che ricorda gli anni migliori (peccato per il suo utilizzo parziale in uno spot televisivo, ma questi sono i tempi). E il blues? Non preoccupatevi, arriva subito dopo con Back on my Hand con la benedizione dallalto dei cieli di Muddy Waters e Jagger armonicista ispirato.
E anche un album con molti brani, 16 in tutto, con Richards che in due occasioni, come The Place is Empty e Infamy si presenta come cantante solista ricordando qui Tom Waits e là Eric Clapton, ma senza sfigurare. Oltretutto sono pezzi che possono entrare con il dovuto ruolo (i capolavori sono altri) nei concerti dal vivo degli Stones, grazie proprio alla capacità di trascinare il pubblico che con loro sul palco affolla da anni stadi e grandi arene.
Più che altro stupisce piacevolmente che i quattro (a cui si affiancano il bassista Darryl Jones e il tastierista Chuk Levell) non abbiano voglia di fermarsi grazie un mestiere assodato. Per alcuni il RocknRoll è stato letale, per loro invece un elisir di lunga vita. Meglio così, anche per noi.
Michele Manzotti
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Il sito ufficiale
dei Rolling Stones
A Bigger Bang
Tracklist:
1. Rough Justice
2. Let Me Down Slow
3. It Won't Take Long
4. Rain Fall Down
5. Streets Of Love
6. Back Of My Hand
7. She Saw Me Coming
8. Biggest Mistake
9. This Place Is Empty
10. Oh No, Not You Again
11. Dangerous Beauty
12. Laugh, I Nearly Died
13. Sweet Neo Con
14. Look What The
Cat Dragged In
15. Driving Too Fast
16. Infamy
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