Otto G. Schindler (Università di Vienna) ha molti meriti come studioso della Commedia dellArte e del teatro di origine italiana dei secoli XVI-XVIII. Molti suoi scritti sono apparsi in lingua tedesca e italiana (tra gli altri segnaliamo il lavoro da lui dedicato ai Viaggi teatrali tra lInquisizione e il Sacco. Comici dellarte di Mantova alle corti degli Asburgo dAustria nel recente volume su I Gonzaga e l'Impero da noi segnalato) e hanno contribuito a modificare sensibilmente il quadro storiografico relativo allesportazione e diffusione della nostra Commedia dellArte in Europa, riproponendo la ricchezza degli scambi che lo spettacolo italiano seppe instaurare verso il Nord e il centro dellEuropa tra XVI e XVII secolo.
Una particolare curiosità riveste quindi il numero speciale da lui curato per la prestigiosa rivista viennese e dedicato appunto alla Commedia dellArte. In primo luogo il volume contiene un vasto riesame della più recente bibliografia critica svolto proprio da Schindler. Nella sua rassegna nessun saggio significativo degli ultimi anni viene dimenticato, qualunque sia la lingua e lorigine degli studiosi interpellati. La sintesi che ne risulta pare un buon punto di partenza per il ricercatore che voglia essere aggiornato sullo stato della disciplina. Schindler dimostra la solita magistrale padronanza della letteratura specialistica.
Il successivo studio di M.A. Katritzky propone unarticolata e approfondita discussione sulliconografia della Commedia dellArte, con una ricchezza notevole di riferimenti documentari e critici, del resto abituali per questa studiosa da tempo nota come autrice di preziosi interventi sullargomento. Il punto di arrivo del saggio individua – grazie a riscontri prevalentemente figurativi ma anche con rinvii testuali – nel terzetto Magnifico-Zanni-Innamorata il fortunato nucleo genetico della Commedia dellArte in contrapposizione alla vecchia teoria che faceva risalire le origini del teatro delle maschere al duetto di Magnifico e Zanni (la tesi era stata sostenuta in particolare dal grande storico italiano Mario Apollonio).
Segue un intervento di Sergio Monaldini che, utilizzando le sue competenze archivistiche che già in passato gli hanno consentito di fornire preziosi contributi per la ricostruzione della vita materiale delle compagnie e dei comici operanti nel Nord dellItalia e in Francia, si sofferma questa volta su Ferrara e sulla circolazione degli attori alla corte estense.
In conclusione un altro studioso benemerito per la storia dei testi dellArte, Francesco Cotticeli (Università di Cagliari), già allievo di Franco Carmelo Greco allUniversità di Napoli, consegna unutile discussione circa la trasmissione di un tema basilare nella drammaturgia degli attori italiani e francesi dei secoli XVII e XVIII, Il Basilisco. Il personaggio, generato già nel Cinquecento come variante del Capitano dellArte (si chiamavano Spavento, Coccodrillo, Rinoceronte), era stato recuperato in Francia da Molière e da Dominique Biancolelli nello stesso periodo di tempo, e successivamente ripreso da molti anonimi o identificati autori. Cotticelli ricostruisce alcuni passaggi di questa tradizione e pubblica una commedia (La prodigalità di Arlecchino, risalente allultimo decennio del Seicento) del veneziano Giovanni Bonicelli, autore non privo di talento, destinato ad essere uno degli anelli di congiunzione più interessanti fra la drammaturgia della Commedia dellArte e Carlo Goldoni.
Il fascicolo segnala ancora una volta limportanza degli studi sul teatro italiano dei secoli alti promossi da studiosi stranieri che con la loro serietà e competenza stimolano una felice cooperazione e – perché no – unaltrettanto fertile emulazione nel nostro paese.
Siro Ferrone
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