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Biennale di Venezia, Teatro: 15-25 settembre Festival

Si apre il 15 settembre il 37° Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia il cui direttore quest'anno sarà Romeo Castellucci. La domanda formulata da questa nuova edizione del Festival (intitolata  Pompei, Il romanzo della cenere) è la seguente: «come far sopravvivere un'immagine, - e cito qui dall'Introduzione al programma firmata da Castellucci - dopo il suo abuso retorico, commerciale, politico e spettacolare; dopo che è stata ridotta a involucro vuoto e, di volta in volta, riempita da una funzione comunicativa?».

A tale quesito cercheranno di rispondere più di 600 artisti che, provenienti da tutto il mondo, si esibiranno dal 15 al 25 settembre: verrà mostrata un'attenzione particolare alla «dimensione "figurale" del teatro, che pone il testo – scrive ancora Castellucci - non come principio generatore, ma come un elemento di pari importanza rispetto a tutti gli altri che formano la totalità di quest'arte». In tal modo, in un mondo che costringe gli esseri umani a essere  sempre spettatori di qualcosa, il teatro ritorna alle proprie radici figurative e ricolloca le immagini, al giorno d'oggi così inflazionate e svalutate, al centro della rappresentazione.

Il panorama offerto sul teatro di ricerca e di innovazione sarà come al solito vastissimo e gli appuntamenti previsti negli 11 giorni del Festival – nove ogni giorno tra  spettacoli, apparizioni, installazioni, azioni condensate e conferenze - saranno più di 100. L'intenzione del direttore è quella di proporre agli spettatori non una serie di spettacoli autonomi fra loro ma un periodo di vera e propria full immersion nel teatro del futuro. Lo spazio dove si svolgerà il Festival, proprio per questo motivo, sarà relativamente concentrato: quasi tutti gli spettacoli verranno rappresentati nei luoghi storici dell'Arsenale. Suddivisa in "aree" (l'area della riflessione, l'area del ristoro, l'area del giardino, l'area adibita alle mostre fotografiche), sarà la zona stessa dell'Arsenale - teatro della 51. Esposizione Internazionale d'Arte e perciò denominata cittadella delle arti - ad invitare gli spettatori a trattenersi sul posto prima e dopo ogni allestimento.

Nell'area di riflessione tanto gli artisti coinvolti in prima parsona quanto filosofi e studiosi di fama internazionale si avvicenderanno per tenere conferenze sui vari tipi di arte legati all'immagine: un vero e proprio seminario condotto da Joe Kelleher e Nicholas Ridout. Fra gli appuntamenti in programma, ricordiamo  solo la trascrizione plastico-visiva del concerto per pianoforte e orchestra di Sciostakovic dei russi Marian Zhunin e Victor Alimpiev, la rievocazione del lato angoscioso delle fantasie di Hans Christian Andersen presentata dai cantanti-performer del gruppo danese Hotel Pro Forma, la visione biblica del tornado di fuoco dell'americano Kevin Binkert e la conferenza-performance sulla teoria del "Gothic Futurism" del newyorchese Rammellzee. Quelli citati sono solo un esiguo numero degli artisti coinvolti in questo Festival che mira a rimettere in gioco ogni singolo elemento del teatro per dimostrarne la specifica forza espressiva.          


 
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