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Bob Dylan

Chronicles - Volume 1

Traduzione italiana a cura di Alessandro Carrera

Milano, Feltrinelli, 2005, pp. 261, euro 18,00
ISBN 88-07-49036-6

La musica di Bob Dylan ha lasciato un immaginario molto ricco nei suoi fans. Dai brani storici a quelli più intimisti, a quelli che hanno legato il loro suono a immagini cinematografiche come Pat Garrett & Billy the Kid e il recente Masked & Anonymous. Eppure Dylan (nome d'arte di Robert Zimmerman, nato nel Minnesota a Doluth nel 1941) non ha mai usato troppo le parole per raccontarsi e raccontare la sua musica. Lo ricordano bene alcuni giornalisti italiani presenti a una conferenza stampa nei pressi di Verona prima di un concerto all'Arena: il musicista si limitò a poche frasi e alla domanda su cosa preferisse fare fuori dal palco rispose con le due parole Go Fishing (Andare a pescare). Quindi stupisce, piacevolmente, il fatto di trovarsi di fronte a quesa autobiografia, pubblicata nel 2004 nei paesi di lingua inglese dalla Simon & Schuster e poi tradotta in varie lingue tra cui la nostra (a cura di Alessandro Carrera che ha anche redatto un apparato di note). 
 

Van Morrison e Bob Dylan
Van Morrison e Bob Dylan


In un'intervista Tv, la prima dopo 10 anni, Dylan spiegava l'esigenza di scrivere questo libro, il primo di una trilogia già annunciata. Un libro che non è una guida all'ascolto, e sicuramente non accontenta chi vuole genesi, storia e significato di canzoni o di album che inevitabilmente sono legate a ricordi e sensazioni personali. La scrittura pare andare di pari passo con la scoperta di New York da parte del giovane musicista. Un'avventura che passa attraverso gli uffici della Columbia e della Leeds Music dove c'erano impresari e talent-scout che, a differenza di ora, investono realmente su musica e musicisti. Nessuna citazione della separazione dalla moglie Sara, l'incidente motoclicistico del 1966 (cambierà la musica di Dylan negli anni a venire) è relegato a un rigo, così come i Basement Tapes dell'anno successivo a Woodstock con The Band. Silenzio stampa sulla conversione religiosa e sulle molte relazioni extraconiugali. Dal nulla ci arrivano invece i capitoli dedicati agli album New Morning e su Oh Mercy, avventure in una ben più grande avventura che Dylan ha voluto mettere a fuoco perché (è un'ipotesi) non avevano ricevuto l'attenzione desiderata. E, nel finale, molte pagine su Suzanne Rotolo, The most erotic thing ever seen in my life. E’ Chronicles quello che ci aspettavamo da Dylan? Forse sì, o forse no, ma, in fondo Dylan ci hai mai dato ciò che aspettavamo, nei dischi e nei concerti dal vivo quando si permette di stravolgere e rendere irriconoscibili brani come Blowin' in the Wind? Inutile tentare una risposta convincente. Ma Chronicles è sicuramente, come centinaia di migliaia di lettori, che lo hanno spedito al primo posto in America, "Pure Bob", Dylan allo stato puro, con le sue debolezze e la sua arte. E se le parole di un libro non suonano, non per questo non c'è il sapore di tante canzoni.


Michele Manzotti


La copertina del volume

cast indice del volume


 


Bob Dylan
Bob Dylan




 



 


Bob Dylan è Alias nel film di Sam Peckinpah ''Pat Garrett & Billy the Kid'' (1973)
Bob Dylan è Alias nel film di Sam Peckinpah ''Pat Garrett & Billy the Kid'' (1973)





 


 

 
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