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Theaterheute


2005, n. 5, pp. 80, € 9,50
ISSN 0040 5507

Il teatro politico costituisce il filo conduttore degli spettacoli recensiti nella sezione riservata alle novità della scena tedesca ("Aufführungen"). Apre la serie Babel di Elfriede Jelinek allestito nell'Akademietheater di Vienna. Il testo della vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura, che si può leggere in questo numero di "Theaterheute", parla di potere mediatico, pornografia e guerra. Il dramma antico si incontra con i miti della Cnn sullo sfondo inquietante della guerra in Irak. La regia compete a Nicolas Stemann, il protagonista è Rudolf Melichar. Un altro testo della Jelinek, Wolken. Heim. Und dann nach Hause, composto nel 1988, è stato allestito da Claus Peymann al Theater am Schiffbauerdamm e affidato agli attori del Berliner Ensemble. Si tratta di un collage di citazioni tratte da Hörderlin, Kleist, Fichte, Hegel, Heidegger e della terrorista Ulrike Meinhof.

L'orrore, la violenza fisica e verbale, che connotano i personaggi di Blasted di Sarah Kane, ritornano con drammatico realismo nell'allestimento curato da Thomas Ostermeier per la Schaubühne di Berlino. Thomas Thieme e Ulrich Mühe sono i protagonisti di questo spettacolo che ha convinto pubblico e critica, per aver rappresentato uno spaccato quotidiano della follia della guerra non risparmiando allusioni polemiche alla situazione irakena. Il Don Karlos di Schiller allestito da Wolfgang Engel nello Schauspielhaus di Lipsia si cala in un clima di corruzione, i personaggi diventano delinquenti inseriti in un sistema mafioso, la corte spagnola si trasforma in un'austera cucina. Tra gli attori spiccano Martin Reik (Don Karlos), Stephanie Schönfeld (Elisabetta di Valois), Jens Winterstein (Filippo II), e con loro Bettina Riebsel e Michael Scrodt.

La scena teatrale di Monaco aggiunge preziosi contributi al progetto di valorizzazione della nuova drammaturgia tedesca. Die Frau von früher di Roland Schimmelpfennig, è una piacevole storia sentimentale dei nostri giorni, che oscilla tra l'amore inteso come utopia e l'amore come specchio della banalità. Affidata alla regia di Antoine Uitdehaag, la commedia è interpretata da Barbara Melzl, Ulrike Willenbacher, Christian Friedel, Stefan Hunsbin e Tabea Bettin. E' un Medico senza Frontiere alla ricerca della propria identità il protagonista di Wilde – Der Mann mit den traurigen Augen del giovane e promettente Klaus Händl allestito da Boris von Poser nei Kammerspiele della città bavarese e affidato all'interpretazione di Anna Boger, Matthias Bundschuh, Martin Butzke, Walter Hess e Jochen Noch.

Nei principali teatri parigini si respirano atmosfere scandinave, alimentate dagli spettacoli tratti dal repertorio di Henrik Ibsen come si leggere nel servizio "Ausland Paris". Il Théatre de l'Odeon ha ospitato l'allestimento del Peer Gynt firmato da Patrick Pineau. La regia approfondisce gli aspetti del testo legati al mito e alla fiaba, che trovano riscontro figurativo negli elementi scenografici, una capanna, un cammello e un transatlantico di cartone, per evocare il viaggio dell'omonimo protagonista interpretato da Eric Elmosnino. L'impianto scenografico di Brand proposto da Stéphane Braunschweig sul palcoscenico del Théatre de la Coline è dominato da una lunga scala stretta, simbolo visivo del difficile cammino esistenziale e spirituale del protagonista (Philippe Girare). Lo spettacolo si risolve in una profonda riflessione sulla morale e sulla religione intese come ostacoli alla libertà di pensiero.

Situazioni scandinave caratterizzano anche la messinscena di Embrasser les Ombres di Lars Norén. Il declino di una famiglia borghese degli anni Ottanta, culminato nell'esplosione di un odio lacerante e incontrollato, è rappresentato dalla regia di Joel Jouanneau in modo realistico e attento alle sfumature psicologiche dei personaggi, interpretati da Mathieu Genet, Eric Genovese, Andrzej Sewery e Cathérine Hiegel.

La prima edizione del festival di Mühlheim, concorso annuale che premia testi inediti di autore tedesco ("Sonderstück"), fu vinta nel 1976 da Franz Xavier Kroetz con l'opera Das Nest. Ventinove anni dopo, il drammaturgo propone un intervento, Mensch bin ich keiner, oder höchstens im üblichen Sinn, in cui ricorda Das Nest e analizza il ruolo e le prospettive del teatro popolare in rapporto alla globalizzazione e alla realtà sociale della Germania contemporanea. Lo scritto si legge nella rubrica "Essay" della rivista.

Il ritratto del mese ("Porträt") è dedicato a Wolfram Kock. L'attore di origini parigine ha legato il suo successo a due personaggi shakesperiani, Jago nell'allestimento di Stefan Pucher allo Schauspielhaus di Amburgo e Otello nella versione proposta da Jürgen Kruse al Deutschen Theater di Berlino. Nel suo percorso artistico si incontrano altri spettacoli che gli hanno garantito una posizione di primo piano nella scena teatrale berlinese. Tra questi spiccano Cocktail Party di Eliot con il Deutschen Theater e Combat de nègre et de chiens di Koltès nella Schaubühne.





Massimo Bertoldi

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