Bianco & Nero
a. LXIII 2002, n. 2
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Il rapporto tra film e arte pittorica è da sempre uno dei temi forti della critica cinematografica: questa volta, il dossier presentato da " Bianco & Nero " affronta il tema dal punto di vista delle interferenze tra cinema e critica d'arte attraverso l'indagine delle visioni cinematografiche di Panofsky, Brandi, Ragghianti e Longhi. Maddalena Parise analizza un saggio a lungo misconosciuto di Erwin Panofsky, Style and Medium in the Motion Pictures (1936), in cui il film viene individuato in quanto arte dalla derivazione popolare, e dalle forme prettamente narrative. I contributi di De Bernardinis e Cuccu ripercorrono l'articolarsi del pensiero sul cinema di Brandi e Ragghianti; il primo è visto nell'arco intellettuale che va dal saggio del 1945 Carmine o della pittura al più maturo contributo Le due vie (1966), fino alla Teoria generale della critica (1974), mentre il pensiero di Ragghianti sul cinema è riletto da Cuccu nel suo articolarsi in due momenti, il primo legato alla teorizzazione del cinema come arte figurativa, il secondo afferente al confronto con differenti istanze critiche. Infine, Galimberti inquadra la figura di Longhi nella sua influenza su allievi illustri come Umberto Barbaro (con cui il critico realizzò due documentari, Carpaccio e Caravaggio, nell'immediato dopoguerra) e Pier Paolo Pasolini.
Completano il numero un approfondimento sulla personalità di Rossellini, santo e filosofo in quanto portatore di una " visione metafisica del cinema ", e tre saggi dedicati rispettivamente al Salò di Pasolini nei suoi molteplici rimandi letterari, da Dante a Caldiròn a Marx; alle risonanze raciniane nei personaggi femminili creati da Dreyer e, infine, alle opere del cineasta egiziano Kamal Al Sheikh, resa possibile da una retrospettiva presentata dal Torino Film festival 2001.
di Chiara Tognolotti
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