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Ridotto


Ridotto, n. 1/2, febbraio 2005, euro 7,00
Ci conforta sempre scoprire, all'inizio di «Ridotto», che l'Editoriale è firmato da Ubaldo Soddu il cui multiforme e storico pessimismo nei confronti del Governo riesce a trovare accenti ora agrodolci, ora amari, ora poetici, ora sarcastici. Stavolta ad essere presa di mira (ed è un facile bersaglio mai abbastanza colpito) è la burocrazia che sta dietro al Testo unico per lo spettacolo dal vivo proposto da Guglielmo Rositani, vice-presidente della commissione Cultura della Camera. Si tratta di 19 articoli, per lo più inutili e vaghi, scritti in inconcludente politichese: «invece che un topo – scrive Soddu – la montagna di proposte di legge contrastanti ha partorito un pachiderma».

Il Testo unico Rositani - che contempla pignole normative per agenti e produttori, obblighi per lo Stato di stampare francobolli commemorativi in occasione di festival teatrali, promesse di tutela per la promozione di cantanti e compositori nazionali, pensioni per le danzatrici quarantenni, ecc. - si interessa amorevolmente di tutto e tutti tranne che di drammaturgia e di drammaturghi, questi soliti sconosciuti. Speriamo anche noi, insieme a Soddu, «che questa legge finisca dove merita».

Aprono la sezione Testi – dedicata ai tre atti unici primi classificati della XVIII Rassegna di nuovi autori italiani ed europei diretta da Ennio Coltorti – tre pagine in cui Maricla Boggio traccia una storia della Rassegna che, ideata da Coltorti nel 1985, ha promosso testi come Anna Cappelli di Annabale Ruccello scritto per Benedetta Buccellato, Ultrà di Giuseppe Manfridi scritto per Sergio Rubini, Parola d’attore di e con Paolo Rossi, Piccoli equivoci di Claudio Bigagli con Sergio Castellitto e molti altri.

Sandra Conti, classe 1978, è autrice (e interprete) del primo testo, Si fa presto a dire “ciao”, cronaca di un tipico primo appuntamento fra due giovani, Luigia e Luigi: nella prima parte – la più interessante e approfondita – viene fatta una radiografia dei loro pensieri (scritti in corsivo) prima dell'incontro. Tanto Luigia è insicura, imbranata, pessimista, misantropa e con manie suicide, quanto Luigi è maschilista, egocentrico, nervoso, distratto e infantile. Inizia dal fatidico "ciao" (che poi si rivela un inopinato "hey") la seconda parte, oscillante fra Beckett e Antonioni, Maledetto il giorno che t’ho incontrato e il diario di Bridget Jones: nella fase ante-coitum i due si scambiano una serie  di battute per lo più bisillabiche, in quella post-coitum intrattengono il classico dialogo a distanza (lui in salotto e lei in bagno). Finale spalancato.

Si intitola Senza polvere il secondo testo, davvero notevole, scritto dalla trentenne Paola Conte: vi si immagina l'intenso colloquio – frutto della folle immaginazione della protagonista – fra Virginia Woolf e la sua cameriera.

Il terzo testo, Sopra di noi dell'orwelliano Mattia Torre, descrive il rapporto fra due topi: l'intellettuale Ignazio – triste, depresso, sognatore, portato a idealizzare il passato, lettore di Mann, Hesse e Borges – e la realista, concreta, sana e positiva Samantha sintonizzata sulla stessa lunghezza d'onda della società topesca che la circonda, vale a dire con un chiodo fisso: «scopare». Dopo aver scoperto gli adorati genitori nel pieno di un'orgia ed essere stato mollato da Samantha, Ignazio incontra una topolina che pare essere proprio la sua anima gemella e i due se ne vanno di comune accordo a farsi una bella «scopata». 

Quanto alla sezione Libri, Vico Faggi segnala l'ambizioso manuale (potenzialmente infinito come tutti i manuali che si rispettino) L'arte vivente della tragedia scritto da Marianne McDonald (e con un saggio di Umberto Albini), relativo alla fortuna delle tragedie di Eschilo, Sofocle e Euripide dalla loro prima rappresentazione fino ai giorni nostri, mentre Maricla Boggio analizza con lucidità e precisione Gli anni felici di Sandro Lombardi, coltissimo e appassionante ritratto d'artista, confessione di una vita pienamente vissuta e "recherche du temps perdu" da parte di uno dei nostri più grandi attori teatrali. Mario Verdone descrive invece – catalogo alla mano - la mostra allestita a Torino dalla Regione Piemonte nella sede museale di Palazzo Cavour e intitolata L'estetica della macchina. Da Balla al futurismo torinese, sulle smanie robotiche e sulla febbre "da macchina" del primo ventennio (e anche trentennio, dato che Metropolis è del 1927) del secolo scorso. Luigi Lunari risponde poi con sorridente disinvoltura e all’insegna del "tiriamoci su" – mai piangere sul latte versato! - all'Editoriale di Ubaldo Soddu (l'ormai tristemente famoso Mobilitazione) del Ridotto n.10/11. 

In chiusura, Fernando Bevilacqua illustra in breve la struttura del "Silvano Toti Globe Theatre", teatro che - ispirato al modello del londinese Globe – è stato costruito, su idea dell'attore e regista Gigi Proietti, a Roma, al Largo Aqua Felix di Villa Borghese.   

Giulia Tellini


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