Il cinema di Michelangelo Antonioni
A cura di Carlo di Carlo
La Biennale di Venezia-Il Castoro, 2002, pp. 118, euro 14,50
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In occasione della personale completa dedicata dalla Mostra del Cinema al maestro ferrarese è stato pubblicato un nuovo volume sul cinema di Antonioni che si aggiunge a una bibliografia anche solo quantitativamente imponente. S'intende che il contributo in questione non è di tipo teorico-critico ma essenzialmente documentale: ne è prova la filmografia che aggiorna le precedenti redatte dal curatore (autore di una "storica" monografia del 1964) e la trascrizione di due interviste televisive. La prima è la testimonianza di Alain Robbe-Grillet resa per il documentario Rai-Bbc del '95 di Gianni Masseroni, già nota, l'altra - più rara - fu resa a Lino Miccichè dallo stesso Antonioni introducendo il ciclo sui suoi film fino a Il grido (Raidue, 1978). L'ultimo documento di corredo è il testo dell'orazione tenuta da Roland Barthes per l'assegnazione del premio Archiginnasio d'Oro al regista nel 1980.
Il saggio introduttivo, firmato da Lorenzo Cuccu e Carlo di Carlo, ripercorre con intenti didattico-consuntivi il percorso artistico dell'autore, dalla collaborazione con "Cinema" alla fine degli anni Trenta fino ad Al di là delle nuvole: la sintesi non va mai a discapito della chiarezza e le acquisizioni critiche degli ultimi anni vengono accolte nel tentativo di dissipare alcune cortine sovrapposte alla lettura dei film dai numerosissimi fraintendimenti storici. L'intervento è caratterizzato dall'assunzione, in sede di bilancio, di tutti quei progetti mai realizzati che, numericamente, costituiscono un vero e proprio corpus di occasioni mancate: oggi, se di incomunicabilità - etichetta un tempo attribuita al suo cinema - vogliamo parlare, sarà piuttosto a proposito del rapporto fra Antonioni e i produttori, in primo luogo italiani.
L'altro tentativo di affrancarsi da una prospettiva storica che ha pesantemente influenzato il rapporto fra l'autore e il panorama degli studi italiani è costituito dal saggio-memoriale di Renzo Renzi Una biografia impossibile. L'autore, artefice di quel piccolo miracolo editoriale italiano che è stata la collana Cappelli di testi cinematografici "Dal soggetto al film", ripercorre - allegando, anche qui, numerosi documenti - una stagione della cultura cinematografica italiana del secondo dopoguerra, quella che va dalla "critica partecipe" alla "critica programmante": travaso del privato nell'opera, primato del rapporto critico/biografo-autore, identificazione del critico con l'oggetto dei suoi studi sembrano oggi pretese desautorate e hanno invece costituito negli ambienti del cinema italiano un tessuto culturale denso, a volte soffocante. Mentre racconta di sé, del suo "metodo" e della crisi di una generazione di intellettuali, Renzi non solo racconta Antonioni, così distante e super partes nella sua profonda estraneità a quella temperie culturale, ma anche una storia della critica cinematografica fra le cui pieghe si nascondono tesori sconosciuti.
di Cristina Jandelli
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