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Elena Maria Giusti

Inventario della raccolta di Maggi di Gastone Venturelli


Pisa, ETS, 2002, pp. 121, euro 9,00
ISBN 88-467-0700-1
Un importante lascito di Gastone Venturelli, studioso di tradizioni popolari prematuramente scomparso, consiste nella sua vasta raccolta di copioni di Maggi drammatici, frutto di trent'anni di ricerche e collaborazione con le stesse compagnie che inscenavano, e in qualche caso ancora inscenano, questa particolare forma di teatro. Maria Elena Giusti, docente di Storia delle Tradizioni Popolari presso l'Università di Firenze, ha pazientemente inventariato questo materiale, rendendo così disponibile uno strumento utile innanzitutto per conoscere nel dettaglio la consistenza del fondo, e in secondo luogo per farsi un'idea della particolare drammaturgia di questa tipologia spettacolare.

Come altre rappresentazioni e rituali popolari legate a un contesto comunitario e tradizionale, il Maggio non contempla una precisa paternità autoriale e presenta delle forti, e ineludibili, marche compositive. Questo non significa che sia un genere completamente anonimo e sclerotizzato. I copisti, che spesso rielaborano i testi preesistenti per fornirli alle compagnie, usualmente firmano i copioni, che possono presentare l'indicazione di ulteriori modifiche attuate dal capomaggio e dagli altri attori che hanno messo in scena il dramma nella particolare circostanza a cui si riferisce il documento. Potremmo dire in un certo senso che si tratta di un contesto più attento al 'regista' e agli interpreti dello spettacolo che all'autore del testo letterario, che senza una valorizzazione performativa rimane lettera muta.

Che il Maggio non sia poi un genere sclerotizzato, ma al contrario una tipologia in evoluzione, aperta agli influssi del teatro 'normale' e al confronto con la realtà contemporanea, appare evidente dai titoli delle opere. Ai temi religiosi e dei cantari cavallereschi, spesso frettolosamente identificati come unici spunti per questi drammi, si affiancano soggetti ricavati dal ciclo tebano (Eteocle e Polinice o Antigone, Maggio di Creonte, Maggio di Edipo re di Tebe e di Polinice suo figlio), drammatizzazioni di grandi opere narrative (Maggio I promessi sposi, Guerra e pace) e adattamenti - stratificati nel tempo - del repertorio delle compagnie di giro (Maggio la presa di Calè, I due Fratelli rivali ossia la concuista [SIC] della corona, Maggio dei due Sargenti, Maggio tragico Antonio Foscarini, I Figli della Foresta, Gli orfanelli di Valbruna, Maggio Giulietta e Romeo, Maggio in tre atti dal titolo Il Trionfo dei Genovesi in Corsica overo Il Giuramento di Guido, Maggio di Bianca e Fernando, La figlia del capitano, Cavalleria rusticana scritta alla gurfigghiana, Bellissimo Maggio delli antichi tempi di Francesca da Rimini, ecc.; presumibile, nonostante la deformazione del nome, in Amleto la fonte del Maggio del Principe Eletto figlio del re di Danimarca). E non manca una discreta presenza di testi elaborati direttamente partendo da eventi epocali: Maggio la strage dei tedeschi in Italia nel 1943-44, Il presente e l'avvenire dell'Italia, Epilogo dello zarismo, Marzo 1944, Maggio della Guerra Europea dal 1914 al 1918, L'ostaggio, ovvero il caso Moro.

La pubblicazione è realizzata nell'ambito di una ricerca promossa dalla Facoltà di Lettere dell'Università di Firenze e diretta dal professor Michele Feo del Dipartimento di Italianistica, e fa parte della collana Biblioteca di Tradizioni popolari.

 

di Paolo Albonetti


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