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Studi italiani
Semestrale di letteratura italiana


a. XIV, fasc. 1-2, gennaio-dicembre 2002, pp. 458, euro 50,00
ISSN 88-7923-271-1
Nato da un'occasione didattica (un ciclo di seminari) e presentato come premessa a una ricerca sui periodici letterari della Toscana del Settecento, questo numero della rivista ''Studi italiani'' rappresenta una importante tessera del mosaico della letteratura critico-scientifica sull'editoria e sulla stampa del secolo dei Lumi.

Gli studi su editoria e stampa periodica del XVIII secolo hanno registrato negli ultimi anni un sensibile incremento, sia qualitativo che quantitativo. L'oggetto, l'editoria e la stampa periodica, ha una valenza sensibilmente interdisciplinare come fonte storica per eterogenei campi di studio: spettacolo, letteratura, società.

È ''nella piena e conclusiva maturità dell'esperienza leopoldina [riferito alla dinastia lorenese che aveva sostituito i Medici] che andrà riscontrata un'espansione senza precedenti dell'editoria fiorentina: connessa sopratutto con la stampa periodica... Firenze divenne una delle capitali del giornalismo italiano''. Queste le parole di Renato Pasta (Editoria e stampa nella Firenze del Settecento), insigne studioso di editoria, citate da Nicoletti nell'Introduzione all'opera. La contestualizzazione rivela l'importanza fondamentale dell'oggetto.

Il doppio fascicolo della rivista si offre per lo storico dello spettacolo come un ulteriore ed utile ausilio alla ricerca, anche se da questo punto di vista strettamente disciplinare solo il contributo di Luca Frassineti su ''L'Osservatrice Fiorentina sulli Spettacoli Teatrali del Carnevale'' è dedicato a un periodico specificamente 'teatrale'. Tuttavia anche saggi apparentemente non dedicati ad argomenti 'spettacolari' sono ugualmente interessanti per ricostruire una ricezione coeva che coinvolge direttamente o indirettamente il teatro.

Nel suo contributo Libri per la 'Toelette' Roberta Turchi si occupa della composizione di una biblioteca di un giovin signore o di una giovin dama pariniani (ché proprio dai versi de Il Mattino prende le mosse questo contributo). Più che i volumi sugli scaffali della toeletta di un damerino, la Turchi analizza un modo di leggere proprio del secolo dei cicisbei e dei libertini. Infatti: ''siamo interessati non alla polemica del precettore [il Parini de Il Giorno] sulla superficialità della cultura del suo discepolo ... quanto piuttosto al fatto che i versi [del Giorno] colgono un costume: l'uso della lettura durante i tempi morti della toelette''. Arricchito da un'utile Appendice l'intervento della Turchi si rivela prezioso per la ricostruzione della ricezione e della diffusione dell'editoria di un periodo che vedeva l'esistenza di periodici che si chiamavano, appunto, anche ''La Toelette''. Una acquisizione preziosa, per lo storico dello spettacolo e della drammaturgia, emerge a p. 158 del bel saggio della Turchi: ''Le commedie di Goldoni e i melodrammi di Metastasio con le numerose edizioni in ottavo e in dodicesimo, ornate o meno di rami, furono tra i più diffusi ed approvati 'libri da toeletta'; le preoccupazioni dei moralisti e degli ecclesiastici erano dirette soprattutto al romanzo...''. Un dato socio-culturale importante che rivela come alle sue origini il romanzo si trovasse in posizione moralmente subordinata all'oramai emendata letteratura teatrale.

Alessandra di Ricco si occupa nel suo documentato studio de ''La Biblioteca Galante'', pubblicazione di cui vengono forniti ampi estratti nell'Appendice. Di altra stampa periodica galante scrive invece Francesco Serra con Lumi di giornalismo galante a Firenze: 'Il Giornale delle Dame'.

Tutti gli altri eccellenti studi si rivolgono ad ambiti che interessano lo storico dello spettacolo collateralmente, rappresentando ciò nonostante un contributo scientifico approfondito che non può essere ignorato: Giuseppe Nicoletti, direttore insieme a Riccardo Bruscagli e Gino Tellini della rivista, si occupa degli orientamenti di poetica e delle frequentazioni letterarie che emergono dal periodico le ''Novelle letterarie''; Silvia Capecchi scrive sulle ''Efemeridi'' di Giuseppe Pelli.

Il doppio fascicolo della rivista si chiude con un esaustivo e prezioso regesto di tutti i periodici toscani del XVIII secolo curato da Francesca Serra e con un eccellente apparato iconografico di copertine e prime pagine.

Gianni Cicali


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