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Scènes parthénopéennes


Numero monografico della rivista ''Scena aperta'', n. 3, 2002 [Collection de l'É.C.R.I.T] Università di Tolosa-Le Mirail, 2002, pp. 280, Euro 15,00
ISSN 2-913785-05-0
Diretta da Évelyne Donnarel, "Scena aperta" è una rivista dell'Università di Tolosa-Le Mirail che consacra il suo terzo numero (uscito nell'ottobre scorso) interamente al teatro napoletano. Non di tutto il teatro prodotto e agito nella città - impresa impossibile e improbabile per il respiro di una rivista - ma di uno in particolare: il teatro di Manlio Santanelli.


''Regina Madre'' con Isa Danieli
''Regina Madre'' con Isa Danieli


Ben tre sono i saggi dedicati al drammaturgo qui considerato - riprendendo un giudizio 'tradizionale' e in quanto tale di comodo - il capofila del teatro napoletano post-eduardiano (il quale dovrebbe essere considerato più propriamente uno dei maggiori drammaturghi italiani del secondo Novecento); ben due sono le traduzioni in francese di pièces santanelliane pubblicate in questo numero monografico: I facchini e Tu, musica assassina.

Fatti salvi un profilo introduttivo a larghissime maglie e di impianto letterario (Huguette Hatem), due incursioni in ambito eduardiano di diverso approccio (Maria Pia Granisso e Walter Zidaric) e un ingrandimento riservato a Giuseppe Patroni Griffi (Gius Gargiulo), le scènes parthénopéennes dichiarate dal titolo della rivista gravitano evidentemente intorno alle scene santanelliane, conosciute da lungo tempo in Francia, terra generosa nei confronti del nostro drammaturgo per più motivi. Se l'occasione esterna della pubblicazione è data dalla messinscena nel corso del 2002 di Bellavita Carolina, a cura della compagnia universitaria "I Chiassosi", diretta da Jean-Claude Bastos, la fortuna francese di Santanelli si spiega innanzitutto per via analogica, essendo la materia drammaturgica di preferenza forgiata dal prolifico autore partenopeo (oltre trenta finora i lavori compiuti e rappresentati) fondata sull'approfondita, minuta analisi delle ragioni della conflittualità umana e sociale, di quella ricercata parodia del senso comune tanto amata dalla drammaturgia dell'assurdo che proprio in Francia, dilagando dalla rive gauche, ha conosciuto una vasta eco.

Comparato più volte, da più parti e in modo indistinto a Samuel Beckett (vd.Drammaturgia 9) e ad Harold Pinter, Santanelli che con fine senso critico ha recentemente dedicato un'opera al drammaturgo inglese, Harold è diventato verde (edita in Quaderno di Drammaturgia, 2002), è il raffinato indagatore delle discordanze con uno sviluppatissimo gusto per le situazioni paradossali, irrazionali e illogiche su cui si fonda in via oppositiva, nonché presuntiva, la razionalità. E' lo sguardo acuto della sua scrittura, portatrice di quell'alone di leggerezza pensosa che aleggia nei dialoghi, a renderlo immediatamente europeo e universale e a metterlo in comunicazione diretta con la produzione drammaturgica del secondo Novecento. Non è un caso che Regina madre (1984) nella messinscena parigina del 1987 al Théâtre de Poche abbia conquistato tutta la critica francese, a partire da Eugène Ionesco che la definì "éxtraordinaire. Je dis bien cette pièce éxtraordinaire".

A partire da tale allestimento (interpreti Tsilla Chelton e Claude Nicot, regia e traduzione José Quaglio), le occasioni di Santanelli in Francia si sono moltiplicate negli anni, come dimostra Silvia Contarini, che segnala la ricca teatrografia francese del drammaturgo napoletano. Tocca a Jean Nimis tracciare una lettura drammaturgica comparativa fra Uscita di emergenza (1980) e L'aberrazione delle stelle fisse (1987), alla ricerca della specularità fra i conflitti latenti e l'instabilità ambientale mutata in instabilità sociale. Il bradisismo, metafora dell'instabilità interiore, avvolgendo le cose e le idee, crea la precarietà esistenziale e tragicomica di Uscita di emergenza, la stessa che si riflette nelle fobie dei personaggi de L'aberrazione delle stelle fisse. Sulla più napoletana delle opere santanelliane, Bellavita Carolina, insiste la Donnarel, riuscendo a mettere a fuoco i tratti che accomunano tale lavoro all'intera produzione del drammaturgo, qui presentata convincentemente come un universo organico e omogeneo.

Teresa Megale


''Uscita d'emergenza'' di Manlio Santanelli, con Gottfried Pfeiffer e Gerliard Brossnen, foto di Peter Wurst, (Linz, Austria)

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