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Maurizio Fantoni Minnella

Non riconciliati
Politica e società nel cinema italiano dal neorealismo a oggi

Torino, UTET, 2004, pp. 419, euro 25,90
ISBN 88-7750-918-X
Nel corso delle passate stagioni sono usciti nelle sale, a breve distanza l'uno dall'altro, The Dreamers di Bernardo Bertolucci, Buongiorno, notte di Marco Bellocchio e La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana. I tre film, a metà strada fra impegno e mitologie autoriali (cinefilia, onirismo, bulimia storiografica), sono riusciti a turbare le acque di una cinematografia che, emblematico vessillo di un'Italia politicamente e culturalmente in crisi, pareva essersi avviata sulla strada del disimpegno e/o dell’intimismo (a parte eccezioni come Il posto dell'anima di Riccardo Milani e Liberi di Gianluca Maria Tavarelli). Le tre opere, ribadendo l'importanza della memoria storica e la necessità di proporre la realtà come protagonista assoluta, hanno dato ancora una volta il via all'eterno dibattito sul rapporto tra arte e politica che, dal Dopoguerra agli anni Novanta del secolo scorso, ha coinvolto i fruitori di innumerevoli ed eterogenei cineforum.

Maurizio Fantoni Minnella, avvertendo come necessaria "una riesamina delle scelte politiche che hanno determinato sessant'anni di cinema e di lotta per riaffermare i valori della critica sociale e della denuncia", traccia una sorta di storia del cinema politico in Italia dal Neorealismo a oggi soffermandosi su autori-chiave (dai teoremi erotico-politici di Pasolini all'ego rosso di Moretti), su film "di genere" (da La classe operaia va in paradiso di Elio Petri del 1961 a Romanzo popolare di Mario Monicelli del 1973), su attori-simbolo (come Gian Maria Volonté): Minnella analizza quindi con precisione "le teorie, le forme narrative, i generi e gli autori che, dal cosiddetto cinema politico-poetico al cinema militante, hanno interpretato il malessere sociale, la rivolta e il disagio collettivo".

Occupa la seconda metà del volume una ricca appendice composta da conversazioni che l'autore, divertendosi talvolta a mutuare dal Truffaut intervistatore di Hitchcock la dialettica appassionata e impertinente, ha intrattenuto con vari registi fra cui Gianni Amelio (in particolare riguardo al film Colpire al cuore), Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Marco Tullio Giordana e Franco Maresco. Vengono così rivelate alcune verità che i cinefili avrebbero sempre voluto sapere ma non hanno mai osato chiedere, come: cosa pensa Amelio del giovane protagonista del suo Colpire al cuore? Qual è la differenza più macroscopica fra Ultimo tango a Parigi e The Dreamers? Bertolucci vuole alludere ai fatti di Genova nel finale di The Dreamers? A Bertolucci è piaciuto Buongiorno, notte? A Maresco è piaciuta La meglio gioventù? Chi è, in realtà, il Cagliostro del film di Ciprì e Maresco? Chi leggerà, vedrà. Comunque, tanto per non istigare troppo a delinquere in curiosità, il giovane protagonista di Colpire al cuore - secondo Amelio – "verrebbe voglia innanzitutto di prenderlo a schiaffi". 

Giulia Tellini


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