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Theaterheute


2005, n. 1, euro 12,80
ISSN 0040 5507

Il "Foyer" del nuovo numero di "Theaterheute" rende omaggio a Peter Kurth, attore al quale è stato recentemente conferito il prestigioso premio Rita - Tanck - Glaser, dedicandogli un ampio servizio in cui si ripercorrono le tappe della sua carriera. Attivo dal 1982, Kurth si è mosso tra Rostock e Lipsia, fino all'incontro decisivo con Armin Petras, regista del Thalia Theater di Amburgo, che, a partire dal 2000, lo ha impiegato in spettacoli di successo. Le doti dell'attore sono emerse in modo particolare in Ratten di Hauptmann, nel progetto Fight City, Vineta e allestimenti ricavati da opere di Shakespeare e O'Neill.

Interessante è la scelta delle novità teatrali presentate nella sezione "Aufführungen". Si inizia con la recensione di Who's afraid o Virgilia Wolf? di Edward Albee rappresentato da Jürgen Gosch nel Deutschen Theater di Berlino, con Corinna Harfouch e Ulrich Matthes nel ruolo dei protagonisti, in un allestimento spigoloso, carico di tensioni e situazioni conflittuali. Il palcoscenico assomiglia ad un ring pugilistico, sul quale tutti combattono con accanimento ma, alla fine, nessuno vince.

Il tema del declino dell'identità morale della famiglia borghese ricorre anche nella commedia The Cat on a Hot Tin Roof scritta da Tennessee Williams nel 1955 e allestita da Andrea Breth nel Burgtheater di Vienna. Il regista approfondisce il tema dell'omosessualità e della astinenza sessuale, particolarmente evidente nella personalità di Margaret (Annette Murschetz) che assomiglia, per autoironia e passioni frustrate, alle protagoniste della serie televisiva Sex and the City. Tra i protagonisti figurano Cornelins Obonya (Gooper), Sabine Haupt (Moe), Markus Meyer (Skipper). Aggressiva e allucinata, carica di odio-amore e ipocrisia borghese si presenta Sysanne Wolff nel ruolo di Hedda Gabler, secondo la interpretazione scenica data da Stephan Kimming nella messinscena proposta nel Thalia Theater di Amburgo. L'impianto scenografico costruito da Katja Haß, un generico interno novecentesco austero e impersonale, concorre a definire la condizione morale dei personaggi, maniaci e solitari. Gli attori principali del dramma ibseniano sono Hans Löw, Werner Wölbern, Felix Knapp.

Dura sei ore la rappresentazione di Nibelungen nella rielaborazione fatta da Friedrich Hebbel nel 1862 e allestita da Andreas Kriegenburg nei Kammerspiele di Monaco. Il regista concentra l'attenzione sul mito dell'ordine che emerge tra le pieghe di questa omonima saga medievale, diventata, soprattutto a partire dal Romanticismo, opera in cui si identifica parte dell'identità letteraria e morale della cultura tedesca. La tesi dello spettacolo è che "forse non amiamo tanto l'ordine, forse abbiamo paura del disordine". La rappresentazione delle gesta cavalleresche si sposta nella nostra contemporaneità, i personaggi diventano uomini moderni, la storia assume i connotati del dramma familiare tra il sacro e il faceto, le musiche sono vibranti suoni rock che accompagnano i tanti momenti dance dello spettacolo, interpretato, tra gli altri, da Annette Paulmann, Bernd Grawert, Oliver Mallison (Siegfried), Wiebke Puls (Kriemhild), Julia Jentsch (Brunhild). Alla Schauspielhaus di Zurigo è andato in scena Homo sapiens, rilelaborazione di Robert Lehniger dell'omonimo romanzo scritto da Max Frisch nel 1957 e affidato alla regia di Stefan Pucher. La rappresentazione dell’incontro-scontro tra la mentalità razionalista e il mondo erotico ed esotico, tema dominante dell'opera, è affidato all’interpretazione di Daniel Lommatzsch, Robert Hunger, Julika Jenkins, Olivia Grigolli, Katja Kolm.

Il recente film di Theo van Gogh, Multikulti, ha inquadrato in modo drammatico il rapporto tra la società occidentale e il terrorismo islamico di matrice fondamentalista, in una maniera non diversa da quanto aveva sostenuto Botho Strauß in Anschwellender Bocksgesang, un saggio del 1993 pubblicato nella rivista settimanale "Der Spiegel". Il drammaturgo sostenne che il razzismo e l'ostilità verso gli stranieri sono sentimenti indelebili nella struttura morale e politica della nostra società. Non mancarono polemiche, alimentate anche dalla posizione di Heiner Müller in linea con la tesi di Strauß, come si legge nell'approfondimento ("Essay") proposto dalla rivista.

"Ausland", la sezione dedicata all'analisi delle novità straniere, si occupa della scena londinese. Sul palco del Lyric Hammersmith Theatre, in un'atmosfera da concerto pop, è stato allestito un libero adattamento dalle Baccanti di Euripide da parte del gruppo Kneehigh proveniente dalla Cornovaglia. Si tratta di uno spettacolo collettivo dominato dalla danza moderna con scene dai rimandi erotici e molte atmosfere sinistre. Anche Tropicana, curato dalla regia di Emma Rice e rappresentato nel National Theatre, presenta un'analoga impostazione collettiva. Sempre al National Theatre la compagnia Cheekby Jowl ha allestito Mandàt di Nicolaj Erdman. Il regista Declan Donnellan, forte dei suoi trascorsi artistici in Russia, presenta una lettura della commedia in chiave politica e satirica. Nella rappresentazione della miseria russa all'indomani della Rivoluzione di Ottobre si riconoscono non pochi riferimenti alla condizione di miseria che si riscontra in non poche società contemporanee nella fase in cui vivono importanti cambiamenti storici. Una discussione tra due responsabili editoriali dello spettacolo, Marion Victor per la Verlag der Autoren e Bernd Schmidt per Kiepenheuer Bühnenvertrieb, affronta importanti questioni che riguardano le prospettive culturali e finanziare di questo settore editoriale molto affermato in Germania. Tra le tematiche emerse e trattate in modo approfondito spiccano i diritti d'autore, i rapporti con le istituzioni teatrali, i costi elevati delle pubblicazioni in un mercato segnato da una crisi avanzante.

Nella sezione "Neue Stücke" si leggono recensioni indirizzate agli allestimenti ricavati da testi attinti dal ricco serbatoio delle novità. Tra i tanti autori che si incontrano, spiccano i nomi di Wolfgang Bauer con Foyer, Gerhild Steinbuch con Nach dem glücklichen Tag, Peter Stamm con Die Töchter von Traubenhain, Tankred Dorst con Purcells Traum von König Arthus. Non mancano le segnalazioni di drammaturghi stranieri che hanno ottenuto successo di pubblico e di critica nei paesi di lingua tedesca, tra i quali si incontra Fausto Paravidino con Trinciapolli, recentemente allestito a Marburg e affidato all'interpretazione di Markus Klauk e Luisa Brandsdörfer.

Il testo del mese ("Das Stück") è 3 von 5 Milionen di Fritz Kater. Ricavata dal romanzo di Leonhard Frank Von drei Millionen drei, la commedia racconta tre diverse esperienze di emigrazioni dalla Germania all'Argentina avvenute negli anni di inizio Novecento.


Massimo Bertoldi


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