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Theaterheute


2004, n. 1, euro 12,80
ISSN 0040 - 5507
''No name, no concept, no market'' è lo slogan del festival autunnale denominato No name e ospitato dal Berliner Hebbelstheater. Di questa e analoghe rassegne si occupa l'intervento pubblicato nel ''Foyer'' della rivista. Caratteristica dell'iniziativa berlinese è il coinvolgimento di sette giovani registi pressoché sconosciuti, chiamati a confrontarsi con testi non attinti dal repertorio tradizionale. Questa 'scena libera', così è stata ribattezzata, costituisce una fucina si esperimenti e ricerche che sta animando il teatro tedesco con iniziative simili a quella berlinese in programma a Bochum, Düsseldorf, Köln e Mühlheim.

Le ricorrenze anagrafiche costituiscono un appuntamento molto sentito da parte della cultura tedesca, che coglie l'occasione per confrontarsi con l'eredità lasciata dal personaggio in questione e per rinnovare gli studi. Lo spessore e la mole delle iniziative commemorative, libri mostre convegni e altro, rispecchia la misura dell'importanza. In occasione dei settantacinque anni di Heiner Müller, l'editore Metzler di Stoccarda pubblica Heiner Müller Handbuch. Leben – Werk – Wirkung, a cura di Hans–Thies Lehmann e Patrick Primaveri (pp. 542, € 49,95); libro fondamentale per la ricchezza di materiali e organizzazione metodologica, al quale la rivista dedica un ampio servizio, pubblicando una serie di estratti e una riflessione sulle manipolazioni linguistiche e il loro effetto drammaturgico operate dall'autore di Germania Tod in Berlin. Scomparso nel dicembre 1995, Müller è già diventato un 'classico' della cultura tedesca, come dimostra questo fondamentale contributo che si apre, con l'impostazione del vocabolario ordinando le tante 'voci' in modo alfabetico, all'esplorazione dell'universo del drammaturgo.

Il nome di Heiner Müller ritorna in ''Aufführungen'', sezione della rivista dedicata alle novità teatrali, con la recensione dell'allestimento di Anatomie Titus Fall of Rome firmato da Johan Simons. Il palco del Kammerspiele di Monaco è trasformato in una platea con cinque file di sedie. La regia vuole sottolineare forse troppo, a detta della critica, il problema del terrorismo, cercando di legarlo al nostro presente; questa operazione interpretativa compromette la visione apocalittica del testo mülleriano, affidato all'interpretazione, tra gli altri, di Nina Kurzendorf (Lavinia), André Jung (Titus Andronicus), Paul Herwig (Lucius) e Marion Breckwoldt (Tamara).

Schönes di Jon Fosse, opera allestita da Dieter Giesing nella Schauspielhaus di Bochum, è la storia di un fallimento familiare imbevuta di visioni e linguaggi, che ricordano la parola lacerata e dissacrante di Thomas Bernhard. Protagonisti della performance sono Catrin Stiebeck (Itilde) e Burghart Klaußner (Geir).

Tra le altre novità emerse dalla scena tedesca si segnalano due spettacoli allestiti dalla regista Wanda Golonka negli ampi spazi del magazzino della Schauspiel di Francoforte. La scelta, oltre che sperimentale, è provocatoria perché vuole sollevare un dibattito sulla condizione del teatro alternativo nella cultura della città. India Song di Marguerite Duras, storia di amore e di morte ambientata nella colonia indiana negli anni Trenta, si avvale delle musiche di Catherine Milliken e si sviluppa in un intreccio tra danza e prosa. In Antigone di Friedrich Hölderlin la regista sposta l'azione nella contemporaneità, con gli attori che si confondono nel gioco scioccante delle luci. Tra gli interpreti spiccano Abak–Safaei–Rad (Antigone), Jennifer Minetti (Teiresia) e Peter Knaack (Creonte).

Il ritratto del mese (''Das Portrait'') è dedicato a Milan Peschel, attore che si è formato al teatro Rosa Luxemburg–Platz di Berlino tra il 1987 e il 1992, e salito alla ribalta nel 1998 grazie all'interpretazione del boxer Steve in Fight City. Vineta di Armin Pettras prodotto dal Thalia Theater di Amburgo, come ricorda lo stesso Peschel nella lunga intervista in cui ripercorre le tappe della sua carriera, spiega la sua concezione dell'attore e il rapporto con i registi, particolarmente con Frank Castorf, con il quale ha condiviso importanti esperienze. Recentemente l'attore ha interpretato con successo il ruolo dell'ingegnere Cal in Combat de nègre et de chiens di Bernard–Marie Koltès, con la regia firmata da Dimiter Gotschelf.

La rivista ricorda poi la recente scomparsa di Will Quadflieg, attore di cinema e di teatro attivo tra gli anni Trenta e Novanta, protagonista di prestigiosi spettacoli, quali il Faust di Johann Wolfgang Goethe, nel ruolo del titolo in coppia con Gustav Gründgens (Mefisto) - rappresentato ad Amburgo nel 1957 - e Ratten di Gerhart Hauptmann, a Berlino nel 1977 sul palcoscenico della Freie Volksbühne.

La sezione ''Neue Stücke'' raccoglie recensioni di allestimenti ricavati da nuovi testi teatrali: Mozart Vision di Franzobel [nome d'arte] in scena a Vienna con la regia di Alexander Kubelka, Die Optimisten di Matthias Hartmann presso la Schuaspielhaus di Bochum, Regenroman di Karen Duver e Fünf Goldringe di Joanna Lauren, tutti in scena allo Schauspiel di Hannover con le regie rispettivamente di Sandra Strunz e Christina Paulhofer.

Il testo del mese (''Das Stück'') è The Pillowman dell'autore anglo-iraniano Martin McDonagh, recentemente allestito al National Theatre Cottesloe di Londra dal regista John Crowley. L'opera è già stata tradotta in ventotto lingue, tra le quali il tedesco con il titolo Der Kissenmann, che Anselm Weber ha portato sulla scena di un teatro viennese. Lo stesso testo è stato rappresentato anche nel Deutschen Theater di Berlino per la regia di Tina Lanik. La versione tedesca, che si legge nella rivista, è firmata da Martin Molitor e Christian Seltmann.

Massimo Bertoldi


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