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Teatro Due di Parma. Stagione di prosa 2004-2005 Cartelloni

Per la stagione 2004-2005 la proposta del Teatro Due di Parma è strutturata su più livelli che, nel loro insieme, danno vita ad una esplorazione a tutto tondo della rappresentazione. Così, a fianco del classico cartellone, vi sono due ulteriori sezioni: "Carta bianca agli attori", spazio messo a disposizione alle compagnie per la sperimentazione, e “Prove aperte”, che si sostanzia nella possibilità di assistere all’evoluzione di uno spettacolo teatrale prima che questo venga messo in scena. La prosa si articola in un confronto tra classico e “nuovo”, in cui emergono come eventi principali Marat-Sade e Through Roses, assieme a Cara professoressa, parte integrante del repertorio del teatro.

Il teatro apre con Il misantropo di Moliere, che rende Alceste portavoce della condanna alla morale ipocrita imperante nella società a lui contemporanea, in cui sono in lotta le ragioni dell’etica e della socialità. La regia di Roberto Guicciardini, nel rispetto della struttura e del nucleo fondante del testo, lo attualizza tramite l’inserimento di Alceste all’interno della contemporaneità dello spettatore, e l’uso di una scenografia, sempre a cura del regista, di forte impatto estetico. Da segnalare, nella produzione di questa commedia, la partecipazione di Versace per la realizzazione dei costumi. Successivamente il teatro offre ad alcuni dei partecipanti all’ultimo corso di specializzazione la possibilità di mettere in scena il proprio talento. Nasce, così, lo spettacolo Quattro passi nel Novecento, che trasporta il pubblico attraverso luoghi e stili teatrali diversi. Consta, infatti, di quattro testi distinti: La morte e la fanciulla, di A. Dorfman, Due chiacchiere al parco, tratto da Confusioni di Ayckbourn, Yumiura di Y. Kawabata e La stanza, di H. Pinter.

Maurizio Panici porta in scena un testo di Sergio Pierattini, La Maria Zanella, in cui Maria Piato dà vita allo sconvolgimento mentale di una giovane donna di fronte alla strage del Polesine, che segna in lei una perdita sia materiale che spirituale, dei propri ricordi. Il primo degli eventi centrali della stagione è dato da Marat-Sade, La persecuzione e l’assassionio di Jean-Paul Marat rappresentati dai ricoverati del manicomio di Charenton sotto la guida del Marchese de Sade, ideato e diretto da Walter Le Moli, che si propone come orizzonte di attesa la volontà di superare il contesto politico che ha assistito alla genesi dell’opera, per proporre invece una vera e propria disputa filosofica, ritmata dalle Quattro stagioni di A. Vivaldi. A seguire il secondo evento, Through Roses, un violinista nel lager Ah! Odessa, canzoni ebraiche nella città di Odessa, di Marc Neikrug per la regia di Moni Ovadia. La musica, come elemento primario della memoria di coloro che sono sopravvissuti, passa da costrizione generata dalla prigionia nel campo di concentramento, a rievocazione volontaria.

All’interno delle celebrazioni per il decennale della scomparsa di Giovanni Testori, Elio de Capitani ne dirige La monaca di Monza, con la quale vengono analizzati gli aspetti fondanti di ogni vita umana, che portano alla luce come nessuno sia mai del tutto innocente. Gigi dell’Aglio porta in scena un testo di Peter Weiss, L’istruttoria, tratto dagli appunti stesi durante la permanenza a Francoforte, tra il 20 dicembre del 1963 ed il 2 agosto del 1965, date entro le quali si tiene il processo contro un gruppo di SS e di funzionari dei Lager di Auschwitz. Ma il testo supera il momento storico, attinge alla struttura dell’Inferno dantesco ed acquista la forma lirica della tragedia greca, mantenendo allo stesso tempo le battute originali del processo.

Mauro Avogadro dirige Elisabetta Pozzi in La donna del mare, dal testo di H. Ibsen, in cui viene messo in scena il tentativo di far coincidere il tempo interiore della protagonista con quello assoluto. Una ulteriore incapacità di rapportarsi con l’esterno, con l’agone tra aspirazioni personali e necessità imposte dall’esterno e dal ruolo ricoperto entro la società, ha invece la resa scenica nell’Edoardo II di Marlowe, adattato e diretto da Antonella Latella. Con 4:48 Psychsis, il regista Daniele Abbado dà invece voce alle domande ed ai timori che albergano nel petto di ognuno di noi, all’interno di una più generale considerazione del ruolo del singolo nel cosmo. Nello stesso ambito concettuale si pone l’opera di Pirandello, Quando si è qualcuno, in cui i rapporti interpersonali vengono risolti tramite la creazione di un alter ego. La rappresentazione, per la regia di Massimo Castri, può essere considerata un vero e proprio evento, dal momento che le cui uniche rese sceniche risalgono al 1933.

L’altro evento clou della stagione di prosa è dato da Cara professoressa, dal testo di Lyudmila Razumovskaja e per la regia di Valerio Rinasco, coadiuvato da Nicola Pannelli. Dopo le repliche nella capitale, al Teatro Due e al Teatro India, la commedia toccherà molte altre città italiane. L’ambiente portato in scena è la Russia comunista, verso la quale viene tentata una sfida critica che coinvolge, al tempo stesso, la crudeltà di tutti le sfere di potere.

Lella Costa, diretta da Giorgio Gallione, porta in scena Alice una meraviglia di paese. Viene rappresentato uno status mentale, un modo di interpretare la realtà, direttamente influenzato e collegato al rapporto che ogni ragazza ha con il mondo che la circonda, in cui è chiamata in causa la sensazione di non essere in grado di gestire le situazioni alle quali partecipa. Duck, papera, di Stella Feehily e per la regia di Roberta Nicolai, è la seconda commedia portata in scena all’interno di “Carta bianca agli attori”. Alla periferia della capitale irlandese vivono due ragazze, in continua lotta con il mondo alla ricerca di un’alternativa esistenziale. A chiudere la stagione di prosa del teatro è il ben noto testo shakespeariano Il mercante di Venezia, con l’interpretazione e regia di Elio de Capitani, in cui più storie parallele coincidono a formare la struttura testuale principale, con al centro una completa rappresentazione dei rapporti umani.


 
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