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Sandra Pietrini

Fuori scena. Il Teatro dietro le quinte nell'Ottocento


Roma, Bulzoni, 2004, pp. 401, euro 27,00
ISBN 88-8319-892-1
Il teatro dietro le quinte è ciò che rimane estraneo e invisibile al pubblico: quello che accade dietro al sipario, i camerini degli attori, ma anche tutta l'organizzazione che riguarda l'allestimento di uno spettacolo, prima della rappresentazione e durante il suo svolgersi. Nel XIX secolo, qui preso in esame in quanto momento e centro nevralgico di interesse, il teatro è diventato ormai un fenomeno di massa, un mondo affascinante e ricorrente nell'immaginario collettivo che per tanti secoli aveva suscitato sentimenti contrastanti di seduzione e repulsione; con il suo fascino innegabile fatto di luci e ombre, "splendori che la scena esalta e miserie che i retroscena rivelano", il teatro diviene così soggetto privilegiato per le arti figurative e le opere letterarie. La vita dei comici rappresenta per l'uomo 'reale' una seduzione irresistibile, tanto da ispirare molti dei più famosi romanzieri del tempo, fra cui Honoré de Balzac (Illusions perdues, 1843), William Blake (Macleod of Dare, 1878), Emile Zola (Nana, 1880), Henry James (The Tragic Muse, 1890), ma anche Théophile Gautier in Le Capitaine Fracasse (1863) e Oscar Wilde in The picture of Dorian Gray (1890).

Parallelamente al romanzo, che comunque prende a soggetto la vita sulle scene o il teatro come elemento esterno che entra a far parte della vita quotidiana delle varie classi sociali, fiorisce una saggistica di costume a largo consumo, che tende a mettere in evidenza, il più delle volte con intento satirico, la stridente discrepanza fra la magia dello spettacolo agito e lo squallore della realtà del teatro materiale, "un luogo così magico da lontano, così respingente da vicino". Una produzione prolifica questa, a metà strada fra saggistica e narrativa, che prende vita e si sviluppa anche dall'interno della realtà teatrale stessa, dalle memorie dei suggeritori a quelle dei capoclaque, e che ha i suoi esempi italiani nelle Figurine della scena di prosa di Giuseppe Costetti e nel Libro degli aneddoti di Luigi Rasi.

Partendo e attingendo da questa ricca realtà di costume, dal contesto storico e dall'evidente fenomeno sociale e culturale che il mondo del teatro contribuì a creare nel secolo in questione, l'analisi di Sandra Pietrini è volta a ricreare l'immaginario fondato sul fascino ambiguo del teatro, lungi dall'intenzione di ricostruire una storia delle compagnie teatrali 'reali'. A partire dai documenti letterari e iconografici, si ripercorrono alcuni momenti fondamentali della vita teatrale, come il viaggio e le prove, e si evidenziano diversi scorci del teatro dietro le quinte, partendo dal punto di vista degli attori 'protagonisti' della scena, della vita e della realtà materiale del teatro, fino a comprendere la prospettiva non meno importante del visitatore esterno, dello spettatore che si introduce nei retroscena dell'ambiente, che visita gli attori nei camerini. Uno sguardo biunivoco, apparentemente distante e per logica del sistema addirittura opposto, che rende però possibile la 'caduta del sipario', l'affievolirsi delle luci e il rivelarsi della penombra, mediante l'interazione fra i protagonisti della scena e quelli della vita mondana, o nell'immedesimazione, e quindi nella trasposizione nel quotidiano, delle vicende sentimentali dei protagonisti sul palcoscenico da parte dei 'personaggi' che si recano a teatro.

Concludono il volume un esauriente regesto delle fonti e un'ampia appendice iconografica.

Caterina Pagnini


copertina

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