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Theater Kunst Wissenschaft
Festschrift für Wolfgang Greisenegger zum 66. Geburtstag. Zusammengestellt vom Institut für Theater-, Film- und Medienwissenschaft, Universität Wien

Wien – Köln - Weimar, Böhlau Verlag, 2004, pp. 402, euro 39,00
ISBN 3-205-77037-4
Seguendo la consuetudine radicata nei paesi di lingua tedesca, colleghi allievi e amici festeggiano il compimento dei sessantasei anni da parte di Wolfgang Greisenegger, dedicandogli una preziosa raccolta di saggi. L'iniziativa compete all' "Institut für Theater-, Film und Medienwissenschaft" di Vienna - al quale il prestigioso studioso è molto legato - unitamente all'ambiente accademico, dove si è distinto in qualità di rettore e docente presso l'università della capitale austriaca. Lo spessore scientifico e la qualità culturale dei contenuti del volume costituiscono il giusto riconoscimento alla passione e ai contributi seminali, che animano e definiscono il lavoro intellettuale di questo importante personaggio.

I trentatre interventi seguono il raggio degli interessi e affrontano i campi di indagine di Greisenegger, sviluppano nuovi percorsi di ricerca e affrontano la verifica dei dati acquisiti. Ne emerge, di conseguenza, un'opera assai interessante per la varietà dei soggetti trattati e per i vari approcci metodologici messi in campo.

Il blocco dei saggi dedicati al teatro occupa una posizione di rilievo nel corposo volume. Molte e varie sono le tematiche ricavate dalle esperienze del Novecento, tra le quali spiccano la ricostruzione della rete dei contatti culturali tra Vienna e Berlino nel periodo 1910-1955 (animati dalla rivista "Der Anfang" e da una continua e decisiva circuitazione di intellettuali e di uomini di spettacolo come Brecht e Zuckmayer), e le riflessioni di Artaud sull'attore e la maschera che, sulla scorta delle influenze esercitate dal teatro orientale, portano allo scontro con la tradizione occidentale, sviluppando un rapporto di continuità con la censura del corpo dell'attore di memoria medievale e di età controriformista secondo le argomentazioni contenute nel Traitté contro le Masques scritto da Jean Savaron nel 1608, cui si contrappose la posizione di Tristano Martinelli in difesa di arlecchino.

Lo slogan futurista "le parole in libertà" emigrò dalla letteratura alla drammaturgia teatrale per poi affermarsi anche nelle arti figurative, come dimostra uno studio che analizza l'assimilazione del linguaggio pubblicitario elaborato dal gruppo guidato da Martinetti da parte degli scenografi, proponendo significativi esempi, come la scena ideata da Giacomo Balla nel 1914 per il balletto Macchina typografica, oppure le soluzioni adottate in Francia e in Russia.

Dal confronto tra l'allestimento di Christophe Colomb, testo di Paul Claudel, musiche di Darius Milhard e regia di Peter Greenaway, proposto alla Staaatsoper di Berlino nel 1988, e l'edizione del 1930 firmata da Franz Ludwig Hörth, emergono interessanti operazioni di rilettura dell'omonimo film di Fritz Lang, per effetto di diversi schemi interpretativi e stili artistici maturati negli specifici contesti culturali. Il problema del controllo delle emozioni nell'attore del teatro epico brechtiano è il tema centrale di un saggio ricco di convincenti riflessioni. Non mancano contributi attenti ad indagare aspetti e questioni della storia del teatro antico e moderno, a partire dall'attenta lettura di Edipo re di Sofocle, dalla quale emerge un approccio politico che sviluppa lo scontro tra i cittadini ateniese e il potere.

Lo spettacolo medievale è al centro di un gruppo di saggi, che, confrontandosi con le tesi di Le Goff, Turner e Heath, discutono i vari linguaggi scenici e il linguaggio delle performances, unitamente alla produzione letteraria, per interpretarli quali esempi di spettacolo legati alla ritualità religiosa oppure manifestazioni di autonoma cultura drammatica, dotata di un canone espressivo proprio. Altro argomento, trattato in brevi ma intense pagine, è la scoperta e la definizione dell'idea di spazio scenico nella concezione della prospettiva di Baldassare Peruzzi e le sue immediate influenze nello sviluppo della coeva scenografia rinascimentale.

Il rinvenimento di nuovi documenti archivistici costituisce il punto di partenza per una ricostruzione aggiornata dell'attività teatrale di Alberto Naselli, detto Zan Ganassa, che si sviluppò nei principali circuiti italiani, soprattutto presso la corte Gonzaga di Mantova, poi a Parigi e in Spagna. Infine ci sono gli scritti indirizzati alla personalità intellettuale e all'azione culturale svolta da Wolfgang Greisenegger. Emergono i percorsi dello studioso austriaco, la scacchiera delle sue relazioni con università e centri di cultura distribuiti nel territorio europeo. Non mancano gradevoli narrazioni di aneddoti, curiosità e stranezze, che concorrono a completare la figura di questo importante personaggio.

Massimo Bertoldi


copertina

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