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Ridotto


a. LI, 2004, nn. 4-5, euro 7,00
La prima rubrica della rivista (una rassegna degli spettacoli, rappresentati in aprile e maggio, tratti da testi di autori italiani) è seguita da una commossa lettera aperta rivolta da Maricla Boggio al regista-Maestro Mario Ferrero in occasione della messa in scena di Crimini e misfatti, saggio da lui diretto, con gli allievi del secondo anno dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, al Teatro Duse di Roma. Ancora Maricla Boggio descrive, poi, le varie fasi della presentazione, svoltasi al Burcardo, di Le notti di Cabiria, l'ultimo libro di Tullio Pinelli (di cui la Compagnia Volos, nella prossima stagione, curerà l’adattamento teatrale): il fedele collaboratore di Fellini viene delicatamente ritratto come un gentiluomo d'altri tempi altalenante fra elegante discrezione (quella della buona borghesia torinese cui appartiene) e surreale gentilezza (quella delle sue creature: di Gelsomina, di Cabiria e di molte altre).

Viene quindi fornita una versione abbreviata della conferenza, riguardante il "teatro biculturale", che Daniela Cavallaro, docente di lingua e letteratura italiana all'Università di Auckland e attualmente Visiting Professor in Nuova Guinea, ha tenuto - sempre al Burcardo – il 5 dicembre 2003. Questo nuovo tipo di teatro, di cui Waiora (1996) del drammaturgo Hone Kouka è l'opera più rappresentativa, nasce da una armoniosa e suggestiva sintesi di «antiche tradizioni culturali maori» e strutture drammatiche occidentali. 

Lo scritto A proposito di mobbing è un veemente sfogo dell'autrice Luciana Luppi contro quegli «addetti ai lavori» (registi, produttori, direttori di teatri, attori) che, malati di esterofilia, preferiscono mettere in scena (finanziare, promuovere o interpretare) brutti testi stranieri piuttosto che dare spazio a una drammaturgia italiana sempre più soffocata a causa del provincialismo di un «Paese» tarato da complessi d’inferiorità e popolato da «minchioni». 

Nella sezione Testi compaiono due opere molto diverse: l'acuta commedia "grottesca" La maschera e il volto (1916) scritta da Luigi Chiarelli e adattata da Attilio Corsini e il dialogato nonsense beckettiano Facchini dell’Orsa Maggiore (2004) dei trentenni Stefano Ricci & Gianni Forte. Il primo testo, estremamente moderno (malgrado graviti intorno allo stereotipo maschilista in base al quale le donne non hanno nient'altro da fare che tradire i propri mariti), scardina dall'interno il sentimentalismo del teatro borghese e, sottraendosi al rischio di scivolare in un pirandellismo ante litteram, crea giochi combinatori fra amici che risultano nemici, vecchi sciocchi che in realtà sono saggi e caste giovani che si scoprono libertine. Il secondo, frizzante testo è un colloquio (destinato a rivelarsi metateatrale) che due sconosciuti, Theo e Elios (simili ai personaggi solitari e logorroici, lievi e apparentemente stralunati di Alessandro Benvenuti), instaurano fra loro in attesa di scorgere la fantomatica cometa Hale-Boop. Il numero si chiude con la recensione di Maricla Boggio al libro Ritorno di Michele Perriera sull'apocalittico incontro – in un onirico e paludoso Inferno dantesco – di un fragile Dio padre con una donna che è insieme Cristo ed Eva, il bando di due concorsi letterari, il programma del Luigi Lunari Festival 2004 (tre testi del drammaturgo portati in scena, a Mantova, dall'Accademia "Francesco Campogalliani") e una breve "biografia" della Filodrammatica di Laives (attiva dal 1947), nota per gli spettacoli in dialetto trentino.

Giulia Tellini

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