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Un Trittico intrigante e contemporaneo

di Gabriella Gori
  Trittico contemporaneo
Data di pubblicazione su web 04/04/2024  

È interessante il Trittico Contemporaneo presentato dal corpo di ballo dell’Opera di Roma nella cornice del Teatro Costanzi e mostra la versatilità e la bravura di un organico forgiato con mano esperta e sicura dalla direttrice Eleonora Abbagnato. Una dux dalle indubbie capacità direttive che nella stagione di danza, accanto ai titoli di repertorio, propone ormai da tempo la formula del trittico. Una scelta che affina il livello tecnico e interpretativo dei ballerini, stimolando il loro senso artistico ed estetico, e amplia il ventaglio delle proposte coreografiche con lavori en première

In Trittico Contemporaneo ci sono infatti due prime italiane, rispettivamente Windgames di Patrick De Bana e Playlist (Track 1,2) di William Forsythe, e la prima assoluta di Women di Juliano Nunes, assemblate in uno spettacolo coinvolgente ed entusiasmante. Creato da De Bana nel 2022 per Tokyo City Ballet sul Concerto per Violino e Orchestra in Re maggiore op. 35 di Čajkovskij, Windgames segue alla lettera la partitura musicale per coreografare “giochi di danza” nel vento immaginati dall’autore.  


Dancemaker di spicco e fondatore della Nefas Dance Company, De Bana vanta una formazione classica presso la scuola dell’Hamburg Ballet di John Neumeier e Truman Finney e una carriera di principal dancer nel Bèjart Ballet Lausanne e nella Compańía Nacional de Danza. Come interprete il suo ricco carnet comprende pezzi di Duato, Kylián, Forsythe, Ek, van Manen, mentre come coreografo collabora con complessi internazionali fra cui lo Shanghai Ballet, il Wiener Staatsballett, il Bol’šoj, il Balletto della Scala.



Un momento dello spettacolo visto al Teatro dell'Opera di Roma 
© Fabrizio Sansoni


Eccolo dunque tornare in Italia con Windgames che, dopo un preludio in cui due uomini e una donna ballano nel silenzio più assoluto, prende avvio sulla musica di Čajkovskij con un ensemble maschile e una danza dilatata, ariosa che, all’improvviso, viene interrotta dal respirato solo di un danzatore in pantaloni rossi e a torso nudo che sarà il fil rouge di tutta la composizione.


Tre coppie con le donne in lunghi e vaporosi tutù di un blu cangiante, firmati da Agnès Letestu, fanno il loro ingresso tra fruscianti volteggi per lasciare la scena a un nuovo ensemble maschile in pantaloni neri e a un duo, un lui e una lei in rosso, che negli ampi passi e nelle movenze barocche delle braccia richiamano il mood di Bella figura di Kylián. Questo primo quadro, sui toni del blu, nero e rosso, accentuati dalle luci di James Angot, termina con una danza “triadica” e corale in cui il linguaggio contemporaneo si fa accademico nel fluire di legati on demi pointe.



Un momento dello spettacolo visto al Teatro dell'Opera di Roma 
© Fabrizio Sansoni


Il secondo quadro ripropone i protagonisti nei moduli del solo, terzetto, sestetto, ensemble ma è il neoclassicismo, quasi “balanchiniano”, a svettare e resta impresso l’elegante e raffinato solo femminile in rosso. Nella coralità del finale la danza fluisce morbida, avvolgente, musicale. Perfetta in Windgames è l’esecuzione dell’étoile Rebecca Bianchi, del primo ballerino Claudio Coccino, dei solisti Marianna Suriano, Walter Maione, Giuseppe Depalo e del corpo di ballo capitolino. 


L’inedito Women del trentaquattrenne brasiliano Juliano Nunes è un omaggio alle donne, alla loro forza e alla loro dolcezza. Un balletto al femminile pensato per le ballerine romane e accompagnato dalla straordinaria musica di Ezio Bosso. Nunes, formatosi al conservatorio brasiliano di danza di Rio de Janeiro, ha conseguito lo status di ballerino in accreditati organici tedeschi e con maestri del calibro di Forsythe, Wheeldon, van Manen, Kylián, Grigorovich. Si è poi dedicato alla coreografia con committenze di importanti realtà come il Royal Ballet, il Nederlands Dans Theatre 2, Acosta Danza, Teatro Mariinskij, Teatro San Carlo, fino a diventare coreografo residente del Philadelphia Ballet. Un virtuoso del movimento che approda al Costanzi con Women che – precisa Nunes – è «una conversazione con la tecnica classica». Un dialogo astratto ma, in realtà, concreto nel dare corpo a sentimenti ed emozioni dell’universo muliebre. 


Accarezzate dalle luci di Tanja Rühl, le ventiquattro ballerine con le bas de la jambe in rosso e corpetti chiari firmati da Mikaela Kelly, eseguono senza sosta déboulés, fouettés, piquées, pirouettes, sautés, tendus in effacé, ballonnés, arabesques in variazioni singole, passi a due, terzetti, quartetti e gruppi. Un esaltante divertissement che mostra la preziosità della danse d’école e punta sulla perfezione tecnica delle interpreti: le étoiles Rebecca Bianchi e Alessandra Amato, le soliste Giorgia Calenda, Sara Loro, Flavia Stocchi, Marta Marigliani, Marianna Suriano e le altre diciassette tersicoree.



Un momento dello spettacolo visto al Teatro dell'Opera di Roma 
© Fabrizio Sansoni

Per par condicio dopo Women arriva un pezzo dedicato agli uomini e a firmarlo è nientemeno che il grande William Forsythe che continua a stupire con Playlist (Track 1,2). Un dittico coreografico sulla prorompente musica di Peven Everett e del duo Lion Babe che trascina il pubblico con un sound che mischia sonorità pop, disco, house, hip hop, jazz. 


Realizzato per l’English National Ballet nel 2018, Playlist è un ritorno dell’americano Forsythe al suo universo creativo legato alla decostruzione del codice del balletto classico per reinventarlo fondendo accademismo, atletismo, sperimentalismo. Questa volta però il piglio è divertito e divertente e una volta di più Forsythe dimostra di sapere il fatto suo sfidando i tempi e i modi della danza attuale, a prescindere da rigide o blande categorizzazioni. Lui, che ha segnato la storia del balletto tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento con l’«hard neoclassicisme» del Balletto di Francoforte, diretto dal 1984 al 2004, e in seguito con il modernismo della Forsythe Company, guidata dal 2005 al 2015, continua imperterrito a trattare quella “cosa” chiamata danza con risultati magnifici e a troneggiare nel repertorio delle più blasonate compagnie del mondo.


Con Playlist Forsythe si diverte a manipolare una tradizione centenaria all’insegna del pop strizzando l’occhio al pubblico con un ludus (gioco) che si trasforma in lusus (raffinato gioco intellettuale) per il suo piacimento e per il godimento degli spettatori. Dodici ballerini, tutti belli e bravi in calzamaglia e maglietta attillata ideate da Forsythe – come pure l’essenziale scenografia – sciorinano sull’incalzare della musica “sparatissimi” virtuosismi muovendosi a canone, a gruppi, in soli, seguiti dalle luci chiaroscurali di Tanja Rühl. Sautés, grands jetés, brisés volés, off balance, port de bras in effacé ed écarté, batteries fagocitano lo spazio e immediato è il ricordo delle sequenze maschili di masterpieces “forsythane” come Artifact o Blake Works V che Playlist (Track 1,2) rinnova in un tripudio di energia e di applausi che sommerge l’eccellente stuolo di uomini capitanati dall’étoile Alessio Rezza e dai solisti Giacomo Castellana, Walter Maione, Mattia Tortora, decretando il successo di un Trittico Contemporaneo di notevole valore e interesse.



Trittico contemporaneo
cast cast & credits
 



Un momento dello spettacolo visto al Teatro dell'Opera di Roma
© Fabrizio Sansoni


 
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