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Cosa nostra spiegata ai bambini

di Carmelo Alberti
  Cosa nostra spiegata ai bambini
Data di pubblicazione su web 07/03/2024  

Da vari anni, ormai, sulle scene teatrali il solido rapporto creativo tra Ottavia Piccolo e Stefano Massini costituisce l’esempio di uno stile originale, di una particolare modalità per mantenere viva la memoria collettiva su tanti aspetti controversi del mondo contemporaneo. La sapiente incisività dei drammi di Massini trova nella recitazione ragionata della brava attrice un naturale passaggio dalla pagina alla rappresentazione. Si pensi a Processo a Dio (2007), un’implacabile interrogazione sullo sterminio nazista degli ebrei, a Donna non rieducabile (2009) che ripercorre la tragica vicenda di Anna Politkovskaja, a Enigma (2015) dove si offre uno sguardo acuto sul clima intimidatorio nella ex Germania dell’est. E, poi, di seguito, a 7 minuti (2016), in cui si assiste a una serrata disputa sindacale sulla pelle delle operaie, a Occident Express (2017-2019) sulle devastanti sofferenze dell’emigrazione, a Eichmann (2022) che testimonia l’insana crudezza della “banalità del male”.

L’ulteriore prova della loro vocazione civile è data ora dal testo Cosa nostra spiegata ai bambini, rappresentata al Teatro “Carlo Goldoni” di Venezia – Teatro Stabile del Veneto con l’attenta regia di Sandra Mangini, le cesellature sceniche della visual Raffaella Rivi, le appropriate musiche di Enrico Fink, eseguite dal vivo dai sette solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo (Massimiliano Dragoni, Luca Roccia Baldini, Massimo Ferri, Gianni Micheli, Enrico Fink, Mariel Tahiraj).


Un momento dello spettacolo
© Teatro Stabile del Veneto

Il lavoro di Massini prende le mosse dalla vicenda politico-sociale di Elda Pucci, che è stata la prima donna a ricoprire la carica di sindaco in una città-capitale grande e difficile come Palermo. Il suo impegno di governo è durato meno di un anno, per l’esattezza 359 giorni, tra il 1983 e il 1984, prima di essere sfiduciata dal suo stesso partito, la DC, eppure è bastato a segnare la discontinuità con l’età degli scempi edilizi, delle collusioni con la mafia e della falsificazione dei bilanci pubblici. Sono gli anni degli assassini del generale Dalla Chiesa, di Piersanti Mattarella, di Pio La Torre, dello scrittore Pippo Fava e del giudice Rocco Chinnici, uccisione per il cui processo Elda decide di far costituire il Comune parte civile. Nello stesso periodo s’intensifica la lotta sanguinosa tra le cosche, con gli Inzerillo, i Badalamenti, i Buscetta, prima dell’avvento di Totò Riina e dei corleonesi.


Un momento dello spettacolo
© Teatro Stabile del Veneto

La struttura dello spettacolo si sviluppa lungo dieci stazioni, ciascuna delle quali reca il nome di un bambino, perché Elda la protagonista è la rispettata “Signora Dottoressa” dell’ospedale pediatrico, è l’instancabile medico che si reca nei tuguri dei quartieri degradati dalla Vucciria all’Albergaria e alla Kalsa; a lei basta uno sguardo per comprendere le fragilità e i malanni dei piccoli pazienti, prima di agire senza pregiudizi aiutandoli oltre ogni limite, pagando di tasca propria cibo e medicinali per Gegè, Ruggero, Nuzzo, Tatino e Sasà, oppure per bambine fragili e condannate al declino come Melina, Angelina e Ninetta.

Le storie dei picciriddi, che hanno già occhi da adulto perché immersi fin dalla nascita nel male di vivere, rivelano anche le devianze che impongono il culto dei soldi, il dilagare della droga, lo spirito di sopravvivenza. È emblematico il racconto di Totò, il goffo ragazzino delle campagne di Corleone, divenuto capofamiglia dopo la morte del padre dilaniato nel recupero di una bomba “americana” per rivenderla, che inizia una carriera criminale e carceraria che lo vedrà diventare il sanguinario Riina.


Un momento dello spettacolo
© Teatro Stabile del Veneto

Elda Pucci sosteneva che l’atteggiamento delle persone dinnanzi allo strapotere di Cosa nostra poteva cambiare solo se si fosse riusciti a spiegarla come si fa parlando ai bambini. La scrittura esplicita e serrata, i segnali simbolici voluti dalla regia, la lucidità delle proiezioni scenografiche, l’immediatezza del commento musicale tendono a rendere effettivo tale proposito, ma a governare tutto l’insieme è la sensibilità interpretativa di Ottavia Piccolo. A lei il compito di tracciare scenicamente con la voce, il gesto, i silenzi, le fratture, la misura stessa dell’emozione che coinvolge gradualmente ogni singolo spettatore, prima di ritornare sul palcoscenico per annodarsi in un abbraccio ideale, nel segno di un’utopia da rendere possibile oltre la traccia della memoria. E gli applausi sono stati davvero travolgenti. 



Cosa nostra spiegata ai bambini
cast cast & credits
 


Un momento dello spettacolo visto al Teatro Carlo Goldoni di Venezia 
il 2 marzo 2024
© Teatro Stabile del Veneto


 
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