In grande stile e con tutti i
crismi il Teatro alla Scala inaugura la stagione di balletto inondandola di
luce con laccensione della Big Ballerina di Angelo Bonello, la messinscena della sfavillante première di Coppélia di Alexei Ratmansky
e la luminosa presenza dellétoile
scaligera Nicoletta Manni. E per
rendere conto di questa inaugurazione bisogna partire dalla cerimonia svoltasi
nel ridotto Toscanini per presentare lopera di light art di Bonello, una ballerina alta dieci metri posizionata
nella terrazza del Piermarini, che ha illuminato la Scala e lomonima piazza
dal 17 dicembre al 7 gennaio 2024. Una celebrazione salutata da un festoso
brindisi che ha visto la partecipazione dei vertici di gruppo A2A e del Teatro
alla Scala, uniti per la realizzazione di questa installazione e chiamati a
poggiare le mani su una grande palla che ha acceso la Big Ballerina.
Lomaggio allarte della danza e
del balletto è poi continuato in teatro con lattesa e applauditissima Coppélia nella nuova eppure classica
versione firmata da Alexei Ratmansky e caldeggiata da Manuel Legris, il direttore del Corpo di ballo milanese. Un gradito
ritorno per il coreografo russo-ucraino dopo i successi di Russian Seasons, Opera e Concerto DSCH, visti al Piermarini in Serata Ratmansky nella stagione
2013-2014, della Bella Addormentata
allestita nella stagione 2014-2015 e del Lago
dei cigni presentato nella
stagione 2016-2017. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
Ecco che ad Alexei si riaprono le
porte della Scala per far entrare la sua deliziosa Coppélia che si inserisce nella tradizione, a lui cara, dei moderni
recuperi filologici intrisi del suo stile leggero, ironico e raffinato che
privilegia la naturalezza e la spontaneità interpretative dei ballerini, mai
disgiunta dalla solida e imprescindibile preparazione accademica. Una pratica
coreutica che nasce dalla formazione e professione maturate in Russia al
Bolʼšoj, in Ucraina nella compagnia dellOpera Nazionale Taras Ševčenko, in
Canada nel Royal Winnipeg Ballet, in Danimarca nel Royal Danish Ballet di
Copenaghen, fino alla svolta direttiva del Balletto del Bolʼšoj dal 2004 al
2008. A cui si aggiunge il successo internazionale come coreografo residente
dellAmerican Ballet Theatre dal 2009 e dallautunno del 2023 il passaggio al
New York City Ballet con lo stesso incarico. Una carriera invidiabile come
ballerino, coreografo e direttore che poggia proprio sulla compresenza di
scuole coreutiche differenti e sul loro originale sincretismo che si riversa in
uno stile peculiare, “ratmanskyano” nellapproccio creativo a coreografie
inedite, nella ripresa di storici balletti di repertorio e nellapprofondito
studio della materia ballettistica.
Coppélia
non fa eccezione in quanto Ratmansky recupera larchetipo di Arthur Saint-Léon, ispirato al racconto
Der Sandmann (Luomo della sabbia) di Ernest Theodor Hoffmann del 1815 ma
privato degli aspetti più misteriosi e angoscianti, che andò in scena allOpéra
di Parigi il 25 maggio 1870 con il titolo Coppélia
ou La Fille aux yeux démail. Uno
spettacolo leggero in tre atti su musica di Léo Delibes e libretto di Charles
Nuitter che fu accolto con immediato successo e sembrò esorcizzare
limminente guerra franco-prussiana con le divertenti stranezze di Coppélius,
uno strano mago e inventore di bambole meccaniche dagli occhi di smalto. Ratmansky
ha poi presenti anche le due versioni di Coppélia
di Marius Petipa. Quella
originale russa in tre atti del 1884 rappresentata a San Pietroburgo, e che lui
ha rintracciato nei quaderni della Sergeyv Collection ad Harward, una
documentazione realizzata con il sistema di notazione della danza di Vladimir Stepanov del 1879, e quella
sovietica in due atti che – come sottolinea – «è unaltra cosa rispetto al vero
Petipa». Uno studio accurato a cui di sicuro non difetta la conoscenza delle
particolari riletture di Roland Petit
del 1975 e di Maguy Marin del 1994,
ma certo troppo distanti dal suo modus
operandi filologico e accademico.
Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
Dunque il coreografo crea la sua Coppélia con lapporto della
drammaturgia di Guillaume Gallienne,
che mantiene la leggerezza narrativa di questa fabula pantomimica, con lausilio delle pittoriche luci di Marco Filibeck e con il decisivo
contributo delle imponenti scene e della ricchezza dei costumi a Jérôme Kaplan che si è ispirato alla
Galizia, dove è ambientata la vicenda di Saint-Léon. Una regione non lontana da
Kjiv in Ucraina dove Alexei è cresciuto e che, dopo linvasione russa, ha
lacerato i suoi tria corda: quello legato a Leningrado dove è nato,
quello ucraino dove è vissuto e quello moscovita dove si è formato. Una
coincidenza non da poco che trasforma la sua Coppélia in un messaggio contro la guerra, dando al suo balletto un
significato che va ben oltre il dettato coreografico.
Alla musica di Delibes, che – come
dice Ratmansky – «è molto dansante»,
rende giustizia lottima esecuzione dellOrchestra della Scala diretta
dallesperta bacchetta di Paul Connelly
e alla coreografia rende onore la bravura dei protagonisti Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, nei ruoli di
Swanilda e Franz, di Christian Fagetti
in quello dello svitato Coppélius, e dellintero Corpo di ballo, compresi gli
allievi della Scuola di ballo dellAccademia Teatro alla Scala.
Il primo atto si apre sulla
piazza di un paesino dove sul balcone di una casa lanziano Coppélius sistema
su una sedia una deliziosa bambola che, vista da lontano, sembra una bella
ragazza intenta a leggere un libro. Swanilda, affacciata alla finestra della
sua abitazione, se ne accorge e decide di andare a conoscere la coetanea che,
però, non risponde al saluto. Swanilda se ne va contrariata mentre arriva
Franz, il suo fidanzato, che scorge la “fanciulla”. Coppélius aziona un
marchingegno dietro alla schiena di Coppélia che si muove e Franz le manda un
bacio. Se ne accorge Swanilda che, in preda alla gelosia, lo maltratta mentre
lui cerca di rassicurarla sul suo amore. Arriva il borgomastro per annunciare
che il giorno dopo il signore del castello donerà alla chiesa del villaggio una
campana e in quelloccasione le coppie che si sposeranno riceveranno una dote.
Swanilda è in preda ai dubbi perché non è più sicura di Franz ma è distolta dai
suoi pensieri da uno strepito che proviene dallalloggio dellaffittuario. Tutti
si preoccupano ma Coppélius con il suo modo di fare scontroso allontana i
ragazzi del paese che, indispettiti, si prendono gioco di lui. Nel trambusto il
burattinaio perde le chiavi di casa, Swanilda le trova ed entra nella casa con
le amiche mentre Franz sale su una scala per entrare dal balcone.
Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
Questo primo atto, che
nellapertura paesistica ricorda linizio di Giselle, è per così dire “a schidionata” nel susseguirsi incessante
di scene coreografiche che comprendono le variazioni di Swanilda e Franz, il
loro passo a due e tutta la sequenza delle danze di carattere con la mazurka e
la czarda o il valzer in un tripudio di festosi andirivieni, a cui fa da
contraltare lincantevole pausa del pas
de la paille in cui Swanilda interroga la spiga sul suo amore e che
richiama lo sfogliare della margherita di Giselle.
Nicoletta Manni, nominata étoile l8 novembre 2023 in occasione
della prima della ripresa scaligera di Onegin, e al suo debutto come Swanilda, è a dir
poco adorabile, piena di brio mentre sfodera con nonchalance una tecnica strabiliante e duetta con altrettanto savoir faire con Timofej Andrijashenko,
perfettamente in ruolo nel mostrarsi un ragazzo sempliciotto e a tratti goffo e
al tempo stesso un danzatore sicuro e sfrontato nei reiterati virtuosismi. Un
carisma che non passa inosservato e conferma ancora una volta la levatura di
questo Primo ballerino, degno partner e consorte di Nicoletta. Christian
Fagetti rende caricaturale il suo inventore e mago da strapazzo, facendone
comicamente un misantropo, tutto preso dalle sue misteriose diavolerie. Il corpo
di ballo è perfetto nelle danze di gruppo e degne di nota sono le variazioni di
Gaia Andreanò, Camilla Cerulli, Agnese Di
Clemente, Marta Gerani, Giordana Granata, Asia Matteazzi, le amiche di Swanilda, e dei quattro amici di
Franz: Domenico Di Cristo, Federico Fresi, Mattia Semperboni e Saïd
Ramos Ponce.
Nel secondo atto siamo nel
laboratorio disseminato di fantocci meccanici creati da Coppélius. Swanilda
cerca Coppélia e, una volta trovata dietro una tenda, scopre che è una bambola.
Le sue amiche nel frattempo, come fossero nel paese dei balocchi, si divertono
ad azionare gli automi quando larrivo improvviso del vecchio inferocito le fa
scappare. Swanilda, sfumata la possibilità di fuga, si nasconde dietro Coppélia
e decide di fare uno scherzo prendendo il suo posto. Franz, sorpreso in casa,
viene accolto da Coppélius che gli offre del vino drogato con lintento di
addormentarlo e, grazie ai suoi incantesimi, di rubargli lenergia vitale per trasferirla
nella sua creatura dagli occhi smaltati. Swanilda, nel momento in cui
linventore fa la sua magia, inizia a eseguire movimenti meccanici e grottesca
è la felicità del burattinaio che crede riuscito il suo esperimento. Ma è tutta
una farsa che dura fino a quando Franz si risveglia e insieme alla fidanzata
fugge lasciando il povero mago in preda allo sconforto e solo con il suo
manichino.
Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
In questo secondo atto forte è la
caratterizzazione pantomimica di Coppélius come si conviene a un ballet daction ottocentesco, ma il suo
ruolo di “beffato dobbligo” richiama anche lilare e corrosiva atmosfera della
Commedia dellArte e convincente è Fagetti nellinterpretare lo sciocco e
presuntuoso fabbricante, incapace di distinguere tra realtà e finzione. Anche
nel comportamento di Franz, giovane innamorato, si palesano i tratti della “commedia
allimprovviso” che spiccano ancora di più nella vivacità irriverente di
Swanilda – già mostrata nel primo atto quando con sfrontatezza mostra il
didietro alla bambola – che rammenta la maliziosa astuzia di Colombina. Graziosa
è la valse de la pupée ballata da
Nicoletta in coppia con Christian, come pure la danza spagnola e scozzese in
cui lei astutamente si esibisce sfuggendo alle attenzioni del giocattolaio e
divertente è anche la corsa su posto di Franz.
Nel terzo atto il clima è
festante con larrivo in paese della campana e la pace di Swanilda e Franz davanti
agli amici. A turbare la gioia ci pensa Coppélius che, sempre più indiavolato,
chiede il risarcimento dei danni subiti nel suo laboratorio. Swanilda è
disposta a cedere la sua dote ma il borgomastro decide di risarcire il fabbricante
a patto che se ne vada. Lepilogo è un esaltante divertissement con le danze di gruppo infarcite dalle variazioni
allegoriche ben interpretate da Linda
Giubelli, la Maternità, da Navrin
Turnbull, lAmore, da Maria Celeste
Losa, il Lavoro, da Rinaldo Venuti,
la Discordia, con la gioiosa presenza degli allievi e allieve della Scuola di ballo
dellAccademia scaligera e con il magico pas
de deux di Swanilda e Franz, pronti a vivere la loro vita allinsegna
dellamore e della felicità.
Si chiude così in allegria la
storia di una bambola e del suo inventore gabbato da Swanilda, una ragazza
furba e intelligente che, nei panni di Coppélia, è la prima protagonista del
balletto a muoversi come una marionetta – dopo di lei ci sarà la Ballerina di Petruška, un vero e proprio burattino – ed è anche il primo personaggio
umano che si trasforma in un automa per ritornare a essere umano. Il mito
romantico della creatura ultraterrena è ripreso per essere smitizzato: la
Silfide alata è diventata una bambola meccanica e lo spirito di Giselle ha
preso corpo in una sagoma di legno. Il cerchio si è chiuso e nuovi esiti
narrativi e coreografici si apriranno per il balletto nel Novecento. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
In questa Coppélia è chiara fin dallinizio la volontà di Ratmansky di essere
in linea con la tradizione concedendosi solo il lusso di vivificare il
linguaggio classico, anzi classicistico dei grand
jetés, cabrioles, manèges, fouettés, pirouettes, con la modernità di passi en dedans, di guizzanti lifts, di port de bras
in allongé, di épaulements fuori
asse, intrisi di elegante ironia e sorprendente levità.
Un successo più che meritato per
un balletto che valorizza il repertorio scaligero con uninedita eppure
tradizionale versione di Coppélia ou La Fille aux yeux démail in scena alla
Scala fino al 13 gennaio con differenti cast e messa in onda il 28 dicembre su
Rai5 e poi rivedibile su Raiplay.
|
|