È
ravissante il Corpo di Ballo del
Teatro alla Scala al TAM, il Teatro Arcimboldi di Milano che lo ospita con Variazioni di Bellezza dopo la
messinscena del Don Chisciotte dello
scorso anno. Un gradito ritorno che impreziosisce il cartellone del Teatro
meneghino e pone le basi per una auspicabile e duratura collaborazione tra la Scala
e il TAM.
Per
questa attesa e applauditissima rentrée il
direttore Manuel Legris assembla pezzi
dautore, già presenti nel repertorio della Compagnia di Balletto scaligera, e
altri di acquisizione più recente in una serata che presenta cinque coreografie
che spaziano dal classico al contemporaneo. Unoccasione – sottolinea Legris –
«per mostrare il nostro universo» e – aggiungiamo noi – per esibire uno stato
di grazia che ha ormai recuperato la dimensione reale dellesibizione dal vivo
senza però dimenticare quella virtuale in streaming.
Unesperienza che non è andata persa e ha consentito a Legris di trasfondere in
questo invidiabile organico la sua visione e la sua pratica della danza, mai
disgiunte da perfezione, eleganza e bellezza. E se è vero che – come afferma il
principe Miškin ne Lidiota di Dostoevskij
– «la bellezza salverà il mondo», e niente in questo momento storico sembra più
appropriato di tale affermazione, di sicuro il Corpo di Ballo della Scala e il suo
direttore possono rivendicare di aver fatto e fare la loro parte, presentando
in nome di quella salvifica venustà le loro Variazioni
di Bellezza. Una scena di Movements to Stravinsky © Artemisia Moletta Accademia Teatro alla Scala Lo
spettacolo, accompagnato dalla musica
registrata dellOrchestra del Teatro alla Scala, si apre con Movements to Stravinsky di András Lukács, già solista dellHungarian
National Ballet, del Ballet Frankfurt, del Lyon Opéra Ballet, del Wiener
Staatsballett e dal 2020 direttore del National Ballet of Györ. La creazione, nata
per la Wiener Staatsballet nel 2017 ed entrata nel 2021 nel repertorio
scaligero, si ascrive a uno stile sincretico che fonde neoclassico e contemporaneo,
mischiando ad arte le punte e le mezze punte, i passi e le prese, gli enchaȋnements e i legati. Lukács, autore
anche delle scene, dei costumi e delle luci, prende ispirazione da Pulcinella Suite, Les Cinq Doigts, Apollon
Musagète, Suite Italianne di Stravinsky e mette in scena sei coppie di
danzatori in body e pantacollant scuri, con gorgiere al collo e tutù bianco a
forma di corolla.
Movements to
Stravinsky è
un lavoro astratto e garbato, incentrato – spiega Lukács – «sulla bellezza e larmonia
del movimento» in un felice connubio con la musica stravinskyana. La nudità
della scena e le luci chiaroscurali illuminano di taglio i protagonisti e le
loro mosse figure tra duetti e ensemble.
La Prima Ballerina Virna Toppi e il solista
Gabriele Corrado nel passo a due da Apollon
Musagète sono perfetti, come pure la prima ballerina Antonella Albano, i solisti Vittoria
Valerio e Navrin Turnbull, Agnese di Clemente e Christian Fagetti, Gaia Andreanò e il corpo di ballo ben rappresentato da Eugenio Lepera, Paola Giovenzana, Frank
Aduca e Andrea Risso.
Segue
Verdi Suite, un divertissement con cui Legris nel dicembre 2020 inaugurava la sua
direzione artistica. Inserita nellevento in streaming A riveder le stelle nella stagione 2020-2021, Verdi Suite è un inno alla più pura dans décole che fa bella mostra di sé sulla musica di Giuseppe Verdi e con gli stupendi
costumi di Luisa Spinatelli e le
calde luci di Andrea Giretti. Questa
Suite, ampliata da Legris da cinque a diciannove interpreti, è un lusus coreografico di stampo neoclassico
che nella bellezza e nelleleganza esecutiva trova la sua ragione di essere,
avvalendosi di interpreti straordinari: i primi ballerini Martina Arduino, Claudio
Coviello, Nicola Del Freo, i solisti
Maria Celeste Losa, Caterina
Bianchi e Federico Fresi,
insieme a Gioacchino Starace del (e
con) il Corpo di ballo. Una scena di Birds Walking of Water © Artemisia Moletta Accademia Teatro alla Scala
Ma non basta. The Labyrinth of Solitude di Patrick De Bana, un assolo creato nel 2011 per il bolshoniano Ivan Vasiliev e interpretato al TAM dal formidabile solista Mattia Semperboni, lascia senza fiato. De Bana, principal al Béjart Ballet e alla Compańia Nacional de Danza Nacho Duato, autografa un pezzo favoloso in cui la fa da padrona una solitudine labirintica che trascina il protagonista in un vortice in cui non esiste nulla se non lio solo di fronte a sé stesso. Ecco allora che il solipsismo da esistenziale si trasforma in coreografico e la danza classicamente contemporanea – come non ricordare i manèges – emoziona gli spettatori. Passano così dieci minuti di grande impatto visivo ed emotivo in cui la bellezza performativa è resa ancora più struggente dalla musica barocca di Tommaso Antonio Vitali con la sua Ciaccona in sol min, e dal concept di De Bana fatto di minimalismo scenico, luci soffuse, fascianti pantaloni neri in lycra indossati da Semperboni. La quarta proposta è Birds Walking
of Water di Natalia Horecna, già
danzatrice con lHamburg Ballet, il Nederlands Dans Theatre e lo Scapino Ballet,
che ha realizzato la coreografia per il Corpo di Ballo milanese su musiche di Arvo Pärt, Jean Sibeliu e Vladimir
Martynov, nonché curato le scene, i variopinti costumi e le luci. Tre sono
le coppie principali, cinque sono di appoggio e un uomo vestito di bianco, il primo
ballerino Mick Zeni che ha da poco
dato laddio alle scene ma è tornato “capitano” al TAM, è alla testa del gruppo.
In Birds Walking of Water la danza
contemporanea diventa bellamente lirica e tutto scorre anche grazie alla
carismatica presenza di Zeni che, simile a un novello Gesù, cammina sullacqua
e guida la prima ballerina Antonella
Albano, i solisti Massimo Garron
e Domenico Di Cristo e una nutrita
schiera del ballo, nel viaggio nel mare della nostra esistenza. Una scena di Paquita © Alice Colombo Accademia Teatro alla Scala
Il
gran finale spetta allo spumeggiante divertissemnt
tratto da Paquita e alle sontuose
scenografie, a cui rispondono i ricchi costumi di Roberta Guidi Di Bagno e le preziose luci di Marco Filibeck. Vero e proprio fuoco di fila di virtuosismi
accademici, questo divertissement è
tratto del secondo atto del celebre balletto ottocentesco di Petipa su musica
di Minkus e travolge il pubblico con
le variazioni e il Gran Pas eseguiti con maestria dai ballerini,
letteralmente sommersi dagli applausi. La prima ballerina Alice Mariani e il primo ballerino Timofej Andrijashenko sono eccezionali nel Grand Pas, e lo stesso dicasi per lesibizione
della prima ballerina Martina Arduino
e della solista Maria Celeste Losa, come
pure di Marta Gerani e Camilla Cerulli e degli altri colleghi del
Ballo.
Lovazione degli spettatori
ha decretato lo strepitoso successo di Variazioni
di Bellezza e di una compagine tersicorea che, dal primo allultimo dei
suoi coreuti, è degna delle più grandi compagnie di balletto del mondo per
bravura, bellezza, eleganza e perfezione.
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