A
cinque anni da Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, lEuropean
Film Academy Young Audience Award – premio annuale assegnato al miglior film
europeo attribuito da un pubblico di ragazzi tra dodici e quattordici anni in quarantatré
città europee – ritorna in Italia grazie a Mio fratello rincorre i dinosauri,
opera prima del bresciano Stefano Cipani. Basato sullomonimo romanzo
autobiografico del giovanissimo Giacomo Mazzariol, il film è stato
presentato come Evento Speciale alle Giornate degli Autori della 76ª Mostra del
Cinema di Venezia aggiudicandosi il premio Sorriso Diverso Venezia 2019, riconoscimento
istituito dal Festival dei Tulipani di Seta Nera allopera che meglio valorizza
i temi sociali e umani. Tra le motivazioni laver saputo rappresentare
laccettazione e lintegrazione attraverso gesti, espressioni e comportamenti.
Una scena del film
Nella
periferia bolognese, precisamente nel parcheggio deserto di un supermercato,
una coppia di genitori – interpretata da Alessandro Gassmann e Isabella
Ragonese – comunicano ai tre figli di essere in attesa di un quarto (Lorenzo
Sisto), che si scoprirà avere la sindrome di Down. Il punto di vista delle
successive vicende appartiene al fratello Giacomo, interpretato da Francesco
Gheghi, che offre una convincente interpretazione ampiamente confermata in Padrenostro. La
scelta dello sguardo soggettivo del ragazzo favorisce lalleggerimento della
tematica e la rende, almeno nella prima mezzora, più favolistica; un po come
succede ne La notte di San Lorenzo (1982) dei fratelli Taviani,
dove il ricordo dei fatti è filtrato dalla fantasia del giovane oratore. Gli
anni si susseguono e il turbolento periodo adolescenziale di Jack (soprannome
del protagonista) metterà a dura prova il suo rapporto con la famiglia e con le
amicizie, facendolo sprofondare in quella che nel gergo degli sceneggiatori
viene chiamata “la notte oscura delleroe”, ossia il momento più moralmente basso
del suo percorso narrativo, in cui paura e fragilità presentano un conto
salato.
Una scena del film
La
sceneggiatura del bolognese Fabio Bonifacci, autore già confrontatosi
con i “diversi” – si pensi a Diverso da chi? (2009) e Si può fare (2008)
– si avvale di una ostentata leggerezza nel raccontare per immagini una
tematica delicata, sottolineata dalle malefatte compiute dal protagonista per
nascondere ai suoi compagni di classe lidentità del fratello. Linfanzia di
Jack si conclude con linizio del liceo in città: qui conosce il primo amore,
le prime “cattive” amicizie e le prime frustrazioni. Per farsi accettare dai
coetanei entra a far parte di un collettivo di ambientalisti, cambia look
e diventa batterista di un gruppo. Proprio la musica ha una rilevanza notevole
nella pellicola: si pensi a Giovanni che con la tastiera produce melodie
casuali ma a loro modo coerenti, ai poster dei Beatles e di Bowie nella
cameretta dei due fratelli, a La cura di Battiato come colonna
sonora e alla figura dellanticonformista zia Dolores (Rossy De Palma),
ex cantante. Una scena del film
I
toni mediamente piacevoli della prima parte si contrappongono in maniera quasi stridente
a quelli più seriosi della seconda. Ciò di cui più risente il film è proprio la
mancanza di uno stile ben definito (sembra a tratti di assistere a uno
sceneggiato televisivo di basso profilo) e di unimpostazione registica che
renda lopera in qualche modo memorabile. Sorvolando le macchiettistiche
interpretazioni di Ragonese e Gassmann, Mio fratello rincorre i dinosauri è
un vero e proprio festival del didascalismo sotto forma di una tipica
commediola francese destinata al grande pubblico, a discapito del valore
artistico. Va bene laccettare sé stessi e ciò che non è conforme allideale
che la società ha oggigiorno della normalità. Va bene anche la presenza
positiva della famiglia nella vita degli adolescenti; ma non si può sorvolare
sulle troppe situazioni approssimate, stereotipate e pedagogiche. Lunica nota
positiva sta forse nel percorso e nella presa di coscienza di Jack, con la
conseguente confessione catartica che almeno aggiunge una sfumatura allinsieme,
fino a quel momento troppo edulcorato e semplificato. Consigliato alle famiglie
in giornate di svago.
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