ォVolevamo
raccontare che, in unaltra epoca, cè stato qualcuno che ha veramente saputo
plasmare il futuro e non si è accontentato di gestire il presente scaricando le
responsabilità sul primo che passaサ. Così Giuseppe Battiston
protagonista di Winston VS Churchill, in scena al Teatro della Pergola di Firenze con la regia di Paola
Rota. Una prestazione impeccabile e credibile, quella di Battiston, in
grado di misurarsi con le numerose traduzioni artistico spettacolari del
personaggio Churchill.
Se
Darkest Hour (2017) con il premio Oscar Gary Oldman nei panni del
Primo Ministro britannico rappresenta il prima (il film racconta gli inizi
della Seconda guerra mondiale), Winston VS Churchill è il dopo: entrare
in scena e uscire di scena. Ma Churchill non ha mai davvero abbandonato il
palcoscenico e ha fatto in modo che si continuasse a parlare di lui: discusso e
amato è soggetto appetibile per cinema, teatro e letteratura. Lo spettacolo di
Rota, tratto dal dramma Churchill, il vizio della democrazia di Carlo
Giuseppe Gabardini, analizza lo scarto tra uomo e personaggio: un carattere
complesso, eclettico, cólto (lo dimostrano le citazioni: Welles, Pavese, Gandhi), propenso a farsi travolgere da
passioni e vizi senza mai perdere veramente il controllo della situazione. E la
forza di Churchill sta proprio nellincapacità di far dialogare il suo lato umano
con quello più lucido e distaccato. Si potrebbe dire: uomo versus
personaggio. Su una scena che sembra un paesaggio lunare è in atto un conflitto
interiore (e universale) difficile da risolvere: ce lo insegnano la psicanalisi,
la storia, i classici letterari. Eppure la Storia si ripete inesorabile e il
dubbio amletico è schiacciato dalla fame di potere. La politica e la guerra
sembrano essere irrimediabilmente i migliori passatempi delluomo che
giustifica orrori, crimini e distruzioni in virtù della salvaguardia del bene
comune.
Un momento dello spettacolo
ゥ Noemi Ardesi
Con
il vecchio Churchill vediamo da una parte la freddezza dello stratega e del
vincente, dallaltra i fantasmi (o i sensi di colpa) che appartengono alla
sfera della sensibilità e dellempatia. Accanto a lui solo Margaret, la giovane
infermiera di turno. Schiacciata e intimorita da cinismo, disincanto, realismo
e ironia del padrone, la ragazza è lincarnazione vivente di valori edificanti
e democratici che non hanno ragione di esistere (e di nuovo ce lo insegna la
Storia, quando si tratta di questioni internazionali). La recitazione di Lucienne
Perreca è manieristica, caricata e a tratti caricaturale: Margaret è il
prototipo della donna giovane, inesperta, giuliva, ricca di ideali ma avulsa
dalla realtà. Limitato è invece il ruolo della moglie, assente e appena citata
per mettere ancora una volta in evidenza quanto il sentimento sia sopraffatto
dal dovere: venendo a sapere dei problemi di cuore del marito, la
consorte ha preferito tacere al fine di permettergli di intraprendere
importanti viaggi lavorativi.
La scenografia è forse lelemento vincente dello
spettacolo: una porzione sferica di un generico cosmo mai celata agli occhi del
pubblico, funzionale alla fruizione e fortemente simbolica. Sullo sfondo un
tendone blu, unico sipario dietro al quale non cè altro che unoscurità
freudiana sulla quale il vecchio Winston, ricordando la guerra e quel che è
stato, si affaccia circondato da significative nuvole di fumo. Pochi oggetti
evocativi, un mappamondo, una radio, una poltrona. Un bastone, segno di
signorilità, in cui sono nascosti sigari e whisky: sono gli emblemi della
trasgressione e del masochismo e, se nocivi alle ormai precarie condizioni di
salute del primo ministro, rappresentano lunica possibilità di evasione, di
piacere e di salvezza. Tuttintorno piccole luci: sembra di essere in un luogo
sacro o in un cimitero nel quale le tombe di quei fantasmi che infestano la
mente di Churchill segnano il confine fra il microcosmo della sua camera
(dimora delluomo) e il macrocosmo (il campo dazione del potente). Anche il
paesaggio sonoro si pone al servizio della narrazione alternando note dolci e
appena percepibili a ritmi hard rock, metafora dei combattimenti aerei,
del conflitto, di una guerra moderna e tecnologica che per la prima volta
contempla le mute ed efficaci armi nucleari. Un allestimento di gusto
cinematografico, specie nel montaggio audio proposto allinizio, a metà e alla
fine della messinscena. Tali voci sovrapposte scandiscono il tempo della
vicenda e fanno riecheggiare nella mente delluomo, del personaggio e dello
spettatore tutto ciò che è stato detto su Winston Churchill o solo su Churchill.
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