Una scena del film
© Biennale Cinema 2019
Tuttavia, solo nei recessi più reconditi della mente si celano i desideri più carnali e i timori più foschi: la sessualità repressa della quarantenne signora Yu esplode in sogno dopo la visita ricevuta dal giovane Ziming, nuovo insegnante di inglese della figlia Meiling. E le paure della donna, scaturite negli attimi che precedono la fuga amorosa con laffascinante studente, appaiono come immagini di una sequenza flusso (linfluenza proustiana è palesata dai discorsi dei personaggi stessi che più volte accennano alla Recherche). Immagini oniriche con corpi che si trasformano continuamente in una libertà di forme e colori che solo il cinema danimazione riesce a restituire. Monache caste, bruti banditi, sinuosi serpenti, giovani aitanti, gentili travestiti e donne trepidanti riempiono limmaginario della signora Yu. Una danza di scambi e unioni in cui sogni e paure si dissolvono gli uni nelle altre.
Yonfan confeziona unopera volutamente ricercata, multiforme e stratificata, con echi artistici e intellettuali. Ma la pregevolezza delle singole scene è invalidata dal risultato complessivo: una cornucopia di stili, temi e rimandi che collassano luno dopo laltro lasciando la sensazione di un guazzabuglio più che di unopera-mondo. Elementi favolistici si sovrappongono a commenti elegiaci, ricostruzioni di film in bianco e nero si alternano a scene da videoclip, personaggi grotteschi sintromettono nelle sfumature liriche del difficile rapporto tra Ziming e Yu e Meiling secondo logiche non sempre comprensibili.
Una scena del film
La stessa scelta di animare i personaggi come se fossero al rallentatore, dettata certamente dalla volontà di ricreare un ritmo di vita oramai scomparso, ottiene il risultato auspicato solo a metà: non è solo una questione di velocità dei corpi, ma piuttosto il modo profondamente diverso con cui esperiamo il mondo che ci distanzia da quellepoca.
Restano la vivacità delle immagini, la bellezza di una città chiaramente amata dal regista e la vitalità delle forme animate. Ma, sopra di essi, fa capolino una struttura filmica che regge a stento, debordando spesso nelleccesso. Così la varietà multiforme da vanto diventa debolezza.
*Dottorando in Storia dello spettacolo presso lUniversità di Firenze.
Impaginazione di Ludovico Peroni, dottorando in Storia dello spettacolo presso lUniversità di Firenze.