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Corriere tra presente e passato

di Matteo Citrini
  Il Corriere - The Mule
Data di pubblicazione su web 11/04/2019  

Earl Stone (Clint Eastwood) è un novantenne reduce di guerra che vive da solo nella cittadina di Peoria, Illinois. Dopo aver dedicato la sua vita al lavoro di floricultore, si ritrova disoccupato e al verde. Le consegne via internet hanno messo la parola fine alla sua attività un tempo tanto apprezzata a causa della quale ha sacrificato la moglie Mary (Dianne Wiest) e la figlia Iris (Alison Eastwood). Disperato, viene ingaggiato come “mulo” (corriere per un cartello della droga) con il compito di trasportare la merce da una parte all’altra degli States alla guida del suo pick-up. Inizialmente restio, la lauta ricompensa lo porta ad accettare. L’aspetto di rispettabile anziano gli permette di passare inosservato agli occhi della legge e il suo carattere, eccentrico ma amabile, piace a tutti, compresi i trafficanti che ne perdonano le bizzarrie.

In seguito a un raid organizzato dall’agente della DEA Colin Bates (Bradley Cooper), la situazione precipita e a Earl viene intimato di seguire alla lettera le istruzioni su come muoversi. Quando però scopre che la moglie sta per morire, decide di non rispettare la consegna e va al suo capezzale. In questa occasione può ricongiungersi con la famiglia, ma a caro prezzo: il cartello ha deciso di ucciderlo. Solo l’intervento della DEA lo salva, consegnandolo nelle mani della giustizia, di fronte alla quale non esita a confessarsi colpevole. Earl si ritrova così riappacificato con sé stesso e con i propri cari.


Una scena del film

Eastwood confeziona un’opera ricca di sfaccettature in cui coesistono diversi temi. La storia di Earl (tratta dalla vera vicenda di Leo Sharp) è il ritratto intimo di un uomo complesso e pieno di ambiguità, che porta in sé le stigmate di ciò che un tempo furono gli Stati Uniti. In questo senso, il film è in parte un’elegia sulla vecchia America, sul suo folklore e sui suoi paesaggi. Ma Earl è anche un uomo che si trova a fare i conti con il presente. Ed è nella relazione tra lui e il mondo di oggi che emerge il lato più sociale e politico dell’opera di Eastwood, apertamente critica nei confronti della pervasività delle tecnologie e dell’apatia relazionale che esse comportano.

Supportato dall’elegante sceneggiatura di Nick Schenk (già autore di quella per Gran Torino, 2008), Eastwood regista dirige con grazia e precisione di inquadrature, mantenendo un registro dai toni pacati e asciutti anche nelle scene di maggiore tensione e favorendo un ritmo di montaggio disteso, in cui trovano spazio tanto la magnificenza dei paesaggi quanto la “perforante” espressività di Eastwood attore. La sua è una performance densa di sguardi, silenzi e piccoli gesti, sulla scia del Walter Kowalski di Gran Torino, ma che strizza l’occhio anche alle precedenti esperienze western (come suggerisce l’uso del formato panoramico 2,39:1).

Circondato da un coro di personaggi creato appositamente per metterne in risalto luci e ombre, Eastwood porta in scena un anti-eroe che sembra attualizzare la figura del “cavaliere pallido”. Non più uomo solo, errante in deserti senza legge, ma alla ricerca di redenzione verso la famiglia, mostrata nel film come unico baluardo contro la contaminante indifferenza del mondo di oggi.


Una scena del film

The Mule si presenta come uno spaccato della società americana contemporanea, vista con gli occhi di chi ne ha attraversato per quasi un secolo la storia e i mutamenti. E in questa doppia visione trova la sua raison d’être: nel saper conciliare uno sguardo intimo su un uomo che incarna in sé il bene e il male della tradizione e un punto di vista più ampio (e politico) sui valori di oggi, sull’etica del lavoro, sulla dimensione familiare e sul rapporto con l’altro.

Come quasi sempre nella sua filmografia, Eastwood parla schietto, colpisce nel profondo e induce lo spettatore a una presa di posizione, senza però mai tentare di assoggettarlo alla propria. In questo, Earl Stone si presenta come suo doppio: può piacere o non piacere, lo si può perdonare o condannare, ma non si può negare che in lui vi sia qualcosa di affascinante, di attuale.



Il Corriere - The Mule
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La Locandina

 
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