Répertoire
des villes disparues (Ghost Town Anthology)
Irénée-les-Neiges
è un remoto villaggio di duecentoquindici abitanti nel Quebec. Quando il
giovane Simon Dubé muore in un incidente dauto, la regolare, tranquilla esistenza
del paese viene messa in crisi. Tutti sembrano riluttanti a parlare dei
particolari dellincidente. La famiglia di Simon, inizialmente forte, viene via
via perdendo le proprie certezze e abitudini. Nelle lunghe giornate invernali, accadono
in paese inspiegabili fenomeni legati a presenze misteriose emerse dalla nebbia.
Il
nuovo film di Denis Côté è girato con
una 16 mm: dietro le tremolanti immagini dalla grana grossa si stagliano storie
di altri tempi, mentre quello che sembra strano, insolito, si rivela talvolta
più familiare di quanto si possa sospettare.
Proiezioni:
Lunedì
11 febbraio, ore 15:30, Berlinale Palast
Martedì
12 febbraio, ore 09:30, Friedrichstadt-Palast
Martedì
12 febbraio, ore 18:00, Friedrichstadt-Palast
Giovedì
14 febbraio, ore 18:30, Odeon
Domenica
17 febbraio, ore 16:00, Haus der Berliner Festspiele
Una scena di Répertoire
des villes disparues © screengrab
Denis Côté Nato a New Brunswick (Canada) nel 1973, lavora per qualche anno come giornalista e critico cinematografico, per poi fare il suo debutto alla regia nel 2005 con Les états nordiques che vince il Pardo dOro nella competizione video di Locarno. Dopo il successo internazionale di Bestiaire (2012), presentato alla Berlinale nella sezione “Forum”, ottiene presso la stessa kermesse il premio Alfred Bauer con Vic + Flo ont vu un ours (2013). Nel 2016 torna alla Berlinale con Boris sans Béatrice. Completano
la sua filmografia: Nos
vies privées (2007), Maïté
(cortometraggio 2007), Elle veut le chaos (2008), Carcasses
(2009), Les lignes
ennemies (2010), Curling (2010), Que ta joie demeure (2014), Excursões (cortometraggio 2015),
Que nous nous
assoupissions (cortometraggio 2015).
Kiz Kardesler (A Tale of Three Sisters)
Le
tre sorelle Reyhan, Nurhan e Havva vivono con il padre in un remoto villaggio
nel centro dellAnatolia. Dopo essere state mandate a lavorare come domestiche,
fanno ritorno a casa. Quando il padre scopre che Reyhan è rimasta incinta, decide
di farla sposare con un pastore, Veysel, che un bel giorno ubriaco litiga con
gli anziani del villaggio con conseguenze drammatiche. Nel frattempo i sogni di
un futuro migliore nutriti dalla ragazze sembrano sfumare, mentre il loro
legame si consolida giorno dopo giorno.
Emin Alper, cresciuto lui stesso
tra le montagne anatoliche, sviluppa la sua fiaba ritraendo una società in cui
non sembra esserci possibilità di cambiare il proprio destino, seppure non
venga mai meno del tutto la speranza.
Proiezioni:
Lunedì
11 febbraio, ore 22:00, Berlinale Palast
Martedì
12 febbraio, ore 12:30, Zoo Palast 1
Martedì 12 febbraio, ore 15:15,
Friedrichstadt-Palast
Martedì 12 febbraio, ore 19:00, Haus
der Berliner Festspiele
Domenica
17 febbraio, ore 19:00, Friedrichstadt-Palast
Una scena di Kiz Kardesler © Emre Erkmen
Emin
Alper
Nato
a Emerek (Turchia) nel 1974, ha studiato economia e storia alla Boğaziçi University di Istambul e ha conseguito il dottorato in storia
turca moderna. Il suo film di debutto, Tepenin Ardi (2012), gli ha valso il Caligari Film
Prize nella sezione “Forum” della sessantaduesima
edizione della Berlinale. Il suo secondo lungometraggio, Frenzy (2015), è stato presentato in competizione alla Mostra
internazionale darte cinematografica di Venezia, vincendo il Premio Speciale
della Giuria. Oltre ai suoi lavori come filmmaker, insegna storia moderna presso
il dipartimento di Humanities and Social Sciences alla Istanbul Technical
University.
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Berlinale 2019 (11/02)
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Kiz Kardesler
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Répertoire des villes disparues
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Denis
Côté © Benjamin Guenault
Emin Alper © Mehmet Kacmaz NarPhotos
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