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English Folk Expo, 2018

di Michele Manzotti
  English Folk Expo
Data di pubblicazione su web 21/11/2018  

L’English Folk Expo è una manifestazione relativamente recente. La prima edizione si è tenuta nel 2003 a Bury nei dintorni di Manchester per riunire vari operatori del settore legati al folk in modo da promuovere gli artisti e di conseguenza tutto il mondo che gira attorno a essi (club, management, etichette). Il numero dei delegati è aumentato progressivamente anno dopo anno, con provenienze anche da fuori Regno Unito, tanto che la manifestazione si è spostata da qualche anno nel centro di Manchester. Città musicale per eccellenza, negli anni Ottanta dello scorso secolo Manchester ha visto nascere gruppi rock come The Smiths, Joy Division e Oasis, la cui influenza dura ancora oggi con la presenza di molti locali e di studi di registrazione.   
 
L’English Folk Expo è entrato in sinergia con il Manchester Folk Festival e con la sua programmazione che ha coperto, in tre giorni, teatri, club e altre strutture (come il People’s History Museum) con concerti e showcase. Un cartellone ampio nel quale il linguaggio folk è stato declinato in varie forme.   
 
Giovedì 18 ottobre   
 
Le Askew Sisters sono un duo che, nonostante la giovane età delle componenti, ha già dimostrato di essere una formazione di livello eccellente sulla scena inglese. I loro strumenti – organetto e concertina da una parte (Hazel), violino e violoncello dall’altra (Emily) – si accompagnano alle voci con quella di Hazel in maggior evidenza. Dark ballads, Morris Dances e brani recuperati alla Cecil Sharp House di Londra fanno parte del loro repertorio e sono interpretati con gusto e autorevolezza. Per gli italiani c’è stata la bella sorpresa di Geordie nella versione originale, valorizzata nella sua essenza di ballata gotica.   

Blair Dunlop in un momento del festival (al centro)

Classe cristallina è quella espressa dal Melrose Quartet, ensemble venuto da Sheffield dove è protagonista indiscusso della scena cittadina anche grazie alla fama raggiunta in tutto il Regno Unito. Tra i suoi componenti c’è Nancy Kerr, cantante e violinista che ha fatto parte della straordinaria esperienza dei Full English. Con lei il marito James Fagan (voce, bouzouki, chitarra e mandolino), Jess Arrowsmith (voce e violino), Richard Arrowsmith (voce e organetto). Il quartetto unisce una grande qualità strumentale a quella vocale, eseguendo brani spesso a cappella grazie ai registri vocali nella formula classica soprano, contralto, tenore e basso. Il repertorio viene dai due album Fifty Verses e Dominion. Il migliore set del festival a nostro parere.   
 
La cantante, banjoista e chitarrista Kate Stables è a capo del progetto This is The Kit, con un gruppo formato da mucisisti di livello che interpretano alla perfezione il suo linguaggio musicale. Una formula tra atmosfere acustiche, ispirazioni popolari, momenti jazzati con la melodia sempre in primo piano e ben costruita. Una soluzione originale che fa ben sperare per il nuovo folk inglese.   
 
Venerdì 19 ottobre  

I delegati dell’English Folk Expo hanno avuto la fortuna di assistere a due showcases di grande livello in una sessione mattutina sotto l’egida dell’English Folk Dance & Song Society. Le danze sono state aperte da un trio che viene da Norwich, gli Alden Patterson and Dashwood. Voci in armonia, violino, chitarra e dobro sono gli elementi che caratterizzano il suono della formazione, che sceglie di dare un’impronta personale alla musica tradizionale inglese senza dimenticare quella di oltreoceano. Una proposta fresca di grande interesse con brani misti, strumentali e a cappella.   
 
A chiudere il set è un’eccellente musicista proveniente dallo Yorkshire, Bryony Griffith. Presentandosi da sola sul palco, ha mostrato la qualità della sua tecnica violinistica grazie al repertorio del suo album Hover, composto da brani per violino solo. Un disco che ha ricevuto riconoscimenti dalle riviste specializzate per la sua capacità di catturare l’attenzione con pezzi tradizionali, Morris Dances e gighe. E quando Griffith decide di tirare fuori la voce lo fa con grandissima musicalità e grinta.   

Coven (il sestetto femminile)

Blair Dunlop, vincitore del Premio Ciampi a Livorno nel 2014, è stato una sorpresa. Il repertorio dell’album Notes from an Island mostra un artista dalla scrittura felice e matura. Se fosse un musicista d’oltreoceano gli daremmo l’etichetta country rock senza problemi, ma forse anche tale etichetta è riduttiva. Bello il set con brani convincenti quali Sweet On You, I Do, Wed to Arms.
 
Tutt’altra atmosfera si è respirata con i gallesi 9Bach, vincitori dei Bbc Folk Awards 2015 in casa a Cardiff. La formula non cambia: testi in gaelico, cellule melodiche ripetute più volte, elementi di elettronica e di rock inseriti in un’anima che resta popolare. Farewell era il brano con cui i musicisti salutarono il pubblico di Cardiff tre anni fa insieme a un coro maschile. Anche in versione da band di sei elementi il pezzo funziona: originali e tradizionali, confermano la bontà della ricerca sonora e del loro progetto musicale.   
 
Sabato 20 ottobre   
 
Nell’ultima giornata gli showcases sono iniziati il pomeriggio con il trio del banjoista Dan Walsh e di Ciaran Algar e Nic Zuppardi al mandolino. Ottima la qualità strumentale dei giovani musicisti, mentre per quanto riguarda la creatività si può ancora migliorare. Ci è piaciuto l’omaggio alla musica indiana con il banjo a imitare il suono del sitar. Da riascoltare.   
 
Un altro trio giovane di eccellente qualità nella proposta è You Are Wolf attorno alla figura della cantante e compositrice Kerry Andrew. Insieme al polistrumentista Sam Hall e al percussionista Peter Ashwell, Kerry interpreta brani tradizionali nella loro essenza senza che le soluzioni sonore (elettronica, loop station) li penalizzino. Anzi, si compie quel miracolo di incontro tra passato e futuro che in fondo è il segreto del folk attuale di qualità.   
 
Per anni è stata l’unica componente femminile dei Bellowhead, con il suo violoncello. Oggi sta lavorando a un progetto solista in trio per il recupero di brani popolari. Rachael McShane stavolta porta sul palco viola e violino e i suoi Cartographers che sono il chitarrista Matthew Ord e Julian Sutton all’organetto, autore a sua volta di alcuni brani. Ciò che affascina di Rachael è la voce, per tanto tempo nascosta nella gran mole dei suoni dei Bellowhead.   
 
Ben sei donne infine hanno dato vita a un progetto militante, quello delle Coven, nato in occasione dell’8 marzo. La formazione unisce un trio, Lady Maisery, un duo, O’Hooley & Tidow, e la songwriter di Leicester Grace Petrie. In meno di un’ora le sei artiste hanno suddiviso il set tra i rispettivi repertori e momenti pensati per tutto l’ensemble. Più strettamente folk il trio, più cantautorali gli altri due. Ma, attendendo ulteriori assestamenti sul palco, il progetto funziona anche per la sua forza femminista, paradossalmente più complicata da affrontare rispetto a qualche decennio fa. Finale a cappella cantato insieme al pubblico (Keep on Moving Forward) e successo meritato ampiamente.


English Folk Expo, 2018
Manchester Folk Festival


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Per maggiori informazioni vedi il sito ufficiale di Manchester Folk Festival

 
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