La prière
Il
ventiduenne Thomas non riesce a smettere di drogarsi. Come ultima spiaggia,
decide di entrare in una comunità di recupero situata in una remota località
delle montagne francesi, dove giovani provenienti da ogni parte del mondo e di
varia estrazione sociale, che come lui vorrebbero sconfiggere la loro
dipendenza, vivono insieme sotto la supervisione di un prete cattolico. Le loro
giornate sono scandite dalla preghiera, dalla solidarietà e dal faticoso lavoro
nei campi. Non tutti però riescono ad adeguarsi a questa forma di esistenza
monastica. Per lo stesso Thomas ogni giorno è un tormento, sia pure mitigato
dal sentimento di unità e di amicizia che lo circonda. Gradualmente, grazie
anche allincontro con una ragazza del posto, inizia ad ambientarsi e decide di
dare una chance alla sua nuova vita.
Che sia questa la giusta strada da percorrere?
Nel suo
film, Cédric Kahn accompagna a
piccoli passi un giovane uomo disorientato, che trova la via del ritorno alla
vita quotidiana attraverso fede e amicizia. Nel guardarlo, anche noi spettatori siamo stimolati a riconsiderare le
nostre posizioni sulla religione. La regione aspra e isolata in cui si svolge
la vicenda diviene luogo ideale di riflessione, in un film che di per sé non
prende (felicemente) posizione.
Proiezioni:
Domenica
18 febbraio, ore 16:00, Berlinale Palast Lunedì
19 febbraio, ore 09:30, Friedrichstadt-Palast Lunedì
19 febbraio, ore 12:15, Haus der Berliner Festspiele Lunedì
19 febbraio, ore 18:00, Friedrichstadt-Palast Lunedì 12 febbraio, ore 22:30, International
Un scena di La prière © Les films du Worso / Carole Bethuel Cédric
Kahn
Nato in
Francia, a Crest, nel 1966, comincia la sua esperienza nel mondo del cinema
come editor e poi come sceneggiatore.
Nel 1991 dirige il suo primo lungometraggio, Bar des rails, proiettato alla Mostra Internazionale dArte
Cinematografica di Venezia. Il lavoro successivo, Trop de bonheur, è stato selezionato per la sezione Directors Fortnight a Cannes, ottenendo
il premio Jean Vigo. Roberto Succo ha
concorso per la Palma doro a Cannes nel 2001, Red Lights è stato invece selezionato alla Berlinale. Collabora con attori del calibro di Valeria
Bruni Tedeschi, Leïla Bekhti, Guillaume Canet e Mathieu Kassovitz, e recita lui stesso in pellicole di registi
di fama internazionale come Elie Wajeman,
Joachim Lafosse e Paweł Pawlikowski.
Figlia mia
Vedi Gli
italiani a Berlino.
Toppen av ingenting
Dopo
una vita allestero trascorsa nel lusso grazie ai soldi del ricco padre, la
sessantottenne Nojet eredita uno degli appartamenti paterni nel centro di Stoccolma. Classica
nullafacente signora dalta società, decide di ritornare nella terra natia credendo di trovarvi una realtà funzionale e ben organizzata. Ad attenderla è
però il caos: ledificio, abitato da inquilini senza contratto, versa in uno
stato pietoso, trascurato dal fratellastro e dal relativo figlio, che conduce
una vita dedita allalcol e agli eccessi. La donna cerca aiuto dal vecchio
amico Lex, avvocato e produttore musicale di famiglia alle prese con
lorganizzazione di un gala per i senzatetto, che le propone di vendere il
complesso a un agente immobiliare. Questultimo, inizialmente interessato, si
rende ben presto conto che leventuale acquisto gli porterebbe più grane
che altro.
Lanima
del film è la stessa Nojet, personaggio tragicomico che cerca di prolungare il
sogno della vita edulcorata di un tempo scontrandosi con la cruda, beffarda
realtà. Nel corso del film la donna si trasforma da affarista senza scrupoli e femme fatale in attivista impegnata in
prima linea in difesa della propria causa.
Proiezioni: Domenica
18 febbraio, ore 22:00, Berlinale Palast Lunedì 19 febbraio, ore 10:00, Haus der Berliner
Festspiele Lunedì 19 febbraio, ore 21:00, Friedrichstadt-Palast Domenica
25 febbraio, ore 12:15, Haus der Berliner Festspiele
Una scena di Toppen av ingenting © Flybridge Axel
Petersén
Nato a
Stoccolma nel 1979, oltre che come regista è attivo anche sulla scena artistica
contemporanea. Studia alla Film ant TV chool (FAMU) di Praga, al Royal
Institute of Art di Stoccolma e alla Mountain School of Arts di Los Angeles. Il
suo film Avalon è stato presentato
alla Berlinale 2012, sezione Forum.
Måns Månsson
Nato
anchegli a Stoccolma (1982), lavora come produttore, direttore della
fotografia e regista. Come il collega e co-regista del film, studia Belle
Arti al Royal Institute of Art di Stoccolma. Il suo documentario H:r Landshövding (Mr Governor) e il lungometraggio Yarden (The
Yard) sono stati proiettati alla Berlinale rispettivamente nel 2009 e nel
2016, entrambi nella sezione Forum.
Al Göteborg Film Festival del 2015 è stato premiato con la Mai Zetterling
Grant.
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