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Ricchi premi e poesia. Il gran finale

di Teresa Megale
  Mercantia
Data di pubblicazione su web 17/07/2017  

Ha chiuso questa notte i battenti la trentesima edizione di Mercantia, format cui si sono ispirati in questi decenni centinaia di festival sparsi in Toscana e in tutta la penisola (la Federazione Nazionale degli Artisti di Strada ne censiva oltre duecento nell’annuario del 2005). Come di consueto, la giornata conclusiva ha avuto inizio nel tardo pomeriggio con la consegna del premio “Chiodo d’oro”, questa volta assegnato a Michel Didier Armbruster, conosciuto con il nome d’arte di Zazà. Artista raffinato e delicato, clown francese sospeso tra l’innocenza e la follia, presente quest’anno con il trio Los excéntricos e noto per aver fatto parte attiva dal 1975 al 1988 del Circo Bidone. Con questa compagnia, simile ad un’arca di Noè, con la quale ha attraversato in lungo e in largo le strade di mezzo Europa, ha divertito anche il pubblico di Mercantia sin dalla sua prima edizione, con performance paragonabili a quelle dei mitici zanni-musici della Commedia dell’Arte. Chi scrive lo ricorda impegnato nel lazzo dell’uomo-orchestra: perseguitato da una donna che gli strappava gli strumenti di mano, Zazà sfoderava letteralmente da un amplissimo costume strumenti sempre più piccoli, piccolissimi, dalle percussioni agli archi via via fino a più maneggevoli strumenti a fiato, mostrando così la sua perizia di polistrumentista e di delicato performer. In sintonia con la filosofia del festival, il premio, ispirato ad un artigiano certaldese, il falegname cantastorie Giancarlo Masini e al locale Museo del Chiodo, è stato consegnato negli anni ad artisti frequentatori abituali del festival, tra i quali Salvatore Gatto, Jacques Levavasseur, Giuliano Scabia, Riccardo Tesi.


Il Chiodo d'oro consegnato a Zazà

Alla cerimonia di premiazione è seguita la presentazione del volume di Alessio Michelotti, Venti lune di cartone, edito da “Il teatro che cammina Edizioni” di Pordenone. Il libro è un inno d’amore al teatro di strada, alla sua poesia struggente e alla sua necessità sempre più impellente, in un mondo che rischia la desertificazione progressiva delle emozioni a causa dell’incontenibile diffusione del virtuale. Traendo il titolo dal verso di una canzone di Dario Fo (Ma che aspettate a batterci le mani, musicata da Fiorenzo Carpi), dove le lune erano trenta, l’autore ha raccolto brevi autobiografie di artisti italiani animatori del festival di Ceolini (Pordenone) “Non solo teste di legno”, giunto al traguardo dei vent’anni. L’esperienza del piccolo borgo dell’Alto Livenza viene narrata dai suoi artisti, spesso nascosti dietro i nomi delle formazioni, in brevi profili, ognuno dei quali intessuto a suo modo di epica e di utopia. Sorte alcune scuole professionalizzanti (come quella del circo di Torino e di Roma), esploso il fenomeno del teatro di strada un po’ ovunque, il punto di vista della generazione degli artisti-sperimentatori a partire dagli anni Novanta del Novecento è un interessante racconto della spettacolarità urbana contemporanea attraverso le vite dei suoi protagonisti.


Artigiani certaldesi

Se il festival di Ceolini, come altri analoghi, deve molto a Mercantia, Mercantia deve molto alla collaborazione attiva con il suo territorio. La macchina organizzativa della festa certaldese incontra un ambiente favorevole, sensibile nel cogliere l’opportunità turistica dell’appuntamento annuale e capace di rispondere alle necessità, le più varie, di così tante persone. Tutto vi avviene in modo perfetto: gli spettacoli più rischiosi, come la danza verticale sulla torre di Casa Boccaccio dei Cafelulé, o le evoluzioni dei trampolieri trasformisti del Circo Improvviso, e quelli apparentemente più semplici, come le enormi bolle di sapone soffiate dall’alto per tutta la sera sulla folla da parte di Dama doré o la provocatoria verve del clown Arnaldo Mangini.


Ombre nella notte: magie d'Oriente

Questo “quarto teatro”, come Alessandro Gigli ama definirlo, ha il dono di lambire tutte le arti performative e di agglutinarle in forme sempre inedite. Stare sulla strada ha un fascino insieme anacronistico e irresistibile, che grazie alla direzione artistica, a Terzostudio e all’impegno del Comune di Certaldo, si è rinnovato anche questa volta a Mercantia. Incarnato nei mille volti di quattrocento artisti, ha colpito gli occhi di tutti i presenti con il suo rutilante mondo di suoni, colori, movimenti. Una fantasmagoria che il pubblico aspetta tutto l’anno, un appuntamento imperdibile per quanti ne hanno fatto esperienza almeno una volta, una dilatazione del tempo e una sospensione dalla realtà ordinaria. Lunga vita a Mercantia e ai suoi artisti!



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Le ragioni della festa





Danza verticale sulla torre di Casa Boccaccio







































Istantanee di spettacolo




 
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