Certaldo, 13 luglio 2017
Come tutti gli epifenomeni, il
teatro di strada attraversa la storia della culture performative in Occidente e
in Oriente, così come attraversano la storia più recente dei festival europei
la nascita, la crescita, laffermazione di Mercantia, straordinario crocevia
delle forme della spettacolarità contemporanea e luogo di contaminazione per
eccellenza fra le arti dello spettacolo e lartigianato artistico. Accade da
trentanni esatti a Certaldo, allombra benevola e complice di Giovanni Boccaccio e dei suoi concittadini moderni. E se trenta edizioni,
senza alcun cedimento o interruzione, messe tutte in fila non sono uno scherzo
per nessun festival, la trentesima volta di Mercantia sembra sprigionare, in
modo imprevedibile eppur convincente, lessenza stessa della teatralità e
sperimentarne la vitalità e la capacità di rinnovamento in anni di repentini e
convulsi cambiamenti culturali. Una teatralità alimentata quasi per contagio
diretto, dalla prossimità degli artisti – dalle specializzazioni le più varie (mimica,
giocoleria, clowneria, danza, musica, prosa, teatro di figura) – con gli
spettatori, dalla caduta dei confini fisici fra creatori di discipline
disparate, dalla messa in comunicazione diretta tra attori-creatori e artigiani-creatori.
Un momento di spettacolo per le vie di Certaldo
Per cinque giorni allanno,
Certaldo muta i suoi affascinanti spazi medievali e quelli moderni
nellappuntamento di una comunità artistica speciale, pronta a riconoscere nel
festival, ideato e diretto con mano salda da Alessandro Gigli, una controcultura teatrale, che momentaneamente
si presta a ribaltare leconomia di mercato in economia della festa, e che ha
lambizione di diffondere un modo diverso di concepire le relazioni tra le
migliaia di spettatori paganti e il mondo.
Sin dal suo primo apparire, nel
lontano 1988, Mercantia è stata un congegno ad arte, in grado di canalizzare
esigenze espressive diffuse e fino ad allora compresse, in campo sia teatrale
che artigianale. Qui, nel cuore della Valdelsa, a un passo temporale dalla
caduta del muro di Berlino e una manciata di anni prima del cambiamento epocale
di internet e dei connessi rivolgimenti antropologici e sociali, si è dato
impulso alla creatività di una congerie impressionante di artisti, italiani e
internazionali, e di straordinari, abilissimi artigiani, capaci, gli uni e gli
altri, di trasformare la materia in segno, i gesti in emozione. Maschere in festa
Nel recuperare il genius loci di un territorio unico,
attraversato dalla via Francigena, luogo di perpetuo transito e scenario
propizio per lincrocio storico fra pellegrini, mercanti, avventurieri, si è
creato uno spazio ideale per la libera espressione artistica. Chiamati ad agire
nella cornice di una festa medievale (una delle più antiche, prima che
esplodesse la moda in tutta la Toscana e in tutto il paese), centinaia di performers e qualche decina di artigiani
sono chiamati, di volta in volta, a mettere in moto un immaginario, silente o
forse rimosso. In questa deliberata rianimazione dello spirito della festa e
della forte esperienza collettiva che la connota, sta il probabile segreto di
Mercantia, fenomeno spettacolare e sociologico, di cui ancora bisognerà
misurare la portata.
Dopo le edizioni di lancio, la
formula “artisti di strada più artigianato artistico” si è sempre più
perfezionata. Messa a regime ha retto grazie a una organizzazione impeccabile,
una vera e propria macchina da guerra, diretta da Alberto Masoni, co-fondatore del festival, e rappresentata
dalliperattiva Associazione Terzostudio in collaborazione con una decina di
giovani esperti organizzatori, alcuni dei quali provenienti dal corso di laurea
in Progettazione e gestione di eventi e imprese dellArte e dello Spettacolo
dellAteneo fiorentino. Questanno le forze coinvolte (e sostenitrici) del
festival sono il Comune di Certaldo, il MIBACT, la Regione Toscana. In tempi di
crisi, abbondano i patrocini: dalla Città Metropolitana di Firenze, allANCI,
alla Camera di Commercio di Siena, etc., segno di unattenzione politica impotente. Un momento di danza
La storia del festival è data dai
suoi tanti, numericamente debordanti, artisti: performers, solitari o in compagnia, che giocano con formule
antichissime, ultramillenarie come il teatro, più o meno truccate e più o meno
calate in abiti moderni. La volontà di ferro dei suoi artefici, la fedeltà di
un pubblico incontenibile, lattiva partecipazione di tutti i certaldesi fanno
il resto. La cronistoria è desumibile da milioni (senza enfasi) di scatti
fotografici, da ventisette (fino allo scorso anno) cataloghi, dal trimestrale
«Teatro da quattro soldi», uscito dal 1996 al 2011, dalla collana «Quaderni di
Mercantia», nella quale sono apparsi quindici volumi monografici.
Per ledizione appena iniziata, lorganizzazione,
collaudatissima, prevede non meno di cinquantamila presenze. Ma a colpo
docchio, il successo di pubblico della prima sera è stato al di sopra di ogni,
più rosea aspettativa. Al frequentatore abituale di Mercantia è parso di
trovarsi già nel vorticoso turbinio di folla dellultimo giorno.
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