An Evening with Ivan Vasiliev,
in prima nazionale al Teatro Regio di Parma, è il fiore allocchiello della
rassegna Parma Danza 2017. Un evento da non perdere e unoccasione per i solisti
del Balletto del Teatro Bolšoj di Mosca e del Teatro Michailovskij di San
Pietroburgo, capitanati da Ivan Vasiliev,
di fare mostra della più rigorosa e adamantina danse décole in Love is
everywhere.
Una creazione neoclassica firmata dallo stesso Vasiliev che, allattività
di ballerino étoile del Bolšoj, di
Principal Dancer dellAmerican Ballet
Theatre e del Balletto del Teatro Michailovskij, affianca quella di coreografo.
Crea infatti nel 2015 Ballet N° 1, nel 2016 Morphine, Blind Affair, Bolero, coreografie poi confluite nel
repertorio del Michailovskij, e ora presenta, appunto, Love is everywhere.
Questa breve coreografia consent a
Vasiliev di sperimentare la sua cifra autoriale nel particolare contesto di
un ospedale psichiatrico, in cui i rapporti tra i degenti Sabina Japparova,
Anna Kuligina, Aleksej Kuznecov, Aleksander Omar sono controllati da un medico
intransigente, Ivan Zajcev, dalla solerte assistente, Irina Košeleva, dallarcigno
infermiere, Andrej Nemič, e dalla burbera Svetlana Bednenko.
Un momento dello spettacolo © Roberto Ricci
Ma lamore – come recita il titolo – è dovunque e può manifestarsi
anche in situazioni estreme tra due giovani pazienti: il gentile Igor, lo
stesso Vasiliev, e la dolcissima Ekaterina, Ella Persson. Drammaturgicamente strutturato, Love
is everywhere è il pezzo di apertura della serata a cui va riconosciuta la
leggibilità narrativa anche se non riesce a suscitare particolare entusiasmo.
Entusiasmo che si spreca con applausi a scena aperta quando “il piatto si fa
ricco” con la sequenza ininterrotta di titolati pezzi di bravura con i pas de deux dalla sensuale Shéhérazade, quelli spumeggianti da Le
Corsaire, dal Lago dei cigni
e dal Don Chisciotte, senza dimenticare il grazioso pas de trois da La fata delle bambole.
Al di là dellineccepibile performance
e dellinnegabile, e forse anche scontata, levatura di questi danzatori di
scuola russa, quello che salta agli occhi in An Evening with Ivan Vasiliev è il sorriso appagato dello stesso
Vasiliev. Un Vasiliev visivamente felice e soddisfatto di sciorinare i suoi
imbattibili salti, i suoi rocamboleschi manèges,
la sua prorompente vitalità, frutto di indubbia preparazione tecnica ma anche
di talento naturale.
Uno “spirto guerrier chentro … rugge” sostiene lo spettacolo,
lasciando al momento giusto il posto agli ottimi comprimari ed esprimendo una
delicatezza e un trasporto infinito per la moglie Maria Vinogradova: luminosa stella del Teatro Bolšoj che con lui
balla il pas de deux da Shéhérazade e dal Don Chisciotte. Due carichi da novanta sapientemente inseriti nel
palinsesto delle “tenzoni” virtuosistiche.
Un momento dello spettacolo © Roberto Ricci In Shéhérazade di Fokin, su musica di Rimskij-Korsakov, Maria incanta per il
fascino sensuale e felino mentre danza assieme allo Schiavo-Ivan, visibilmente
innamorato sulla scena e nella vita. Un duetto emozionante e carismatico che si
ripresenta nello spumeggiante grand pas
de deux dal Don Chisciotte di Petipa su musica di Minkus. E qui la Vinogradova, nel ruolo
di Kitri, magistralmente interpreta la variazione del ventaglio con la tipica nonchalance di chi sa di essere uneccelsa
ballerina. Una “bolšojniana” doc che
brilla anche negli strabilianti fouettés cui
fanno eco i velocissimi tours en lair
à la seconde del marito, nelle vesti
di Basilio, e i suoi superatletici e maschi manèges.
Una coppia stratosferica che lascia a bocca aperta e tiene alta la bandiera
della più insigne tradizione accademica “vaganoviana” e non solo. Accanto a questi due fuori classe non sono da meno Svetlana Bednenko e Ivan Zajcev nel pas de deux da Le Corsaire e Sabina Japparova e Aleksander
Omar nel pas desclave sempre dal
Corsaire di Petipa, su musica di Adam. Quattro solisti del Teatro Michailovskij
che si fanno notare per la puntuale precisione con cui eseguono i difficili enchaînements delle singole variazioni
maschili e femminili, mettendo in luce grazia, forza e leggerezza.
Quella stessa grazia, forza e leggerezza che Svetlana Bednenko e Ivan Zajcev continuano a mostrare nel pas de deux del “Cigno nero” da Il lago dei cigni di Petipa su musica di
Čajkoskij.
Un momento dello spettacolo © Roberto Ricci
E in tema di cigni, questa volta bianco, non passa inosservata La morte del cigno, celeberrimo assolo di Fokine
su musica di Camille Saint-Saëns, interpretato dalla “michailovskijana” Ella
Persson. Una danzatrice dalle affusolate gambe e dalle flessuose braccia, che
coinvolge il pubblico in una estenuata morte di sapore decadente.
A dir poco delizioso è il pas de
trois tratto da La fata delle bambole
di Nikolaj e Sergej Legat, su musica di Josef
Bayer, con Anna Kuligina, Andrej Nemič e Aleksej Kuznecov del Michailovskij.
Un
terzetto che resta impresso nella mente per la bravura, il brio e la fantasia
con cui i protagonisti si calano rispettivamente nei panni della bambola in
tutù rosa e dei due Pierrot, risvegliando il “fanciullino”
che è in noi e siglando il successo di questa imperdibile Evening with Ivan Vasiliev.
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