Prende il via il 9 febbraio la 67ª edizione del
Festival Internazionale del Cinema di Berlino, sotto la direzione di Dieter
Kosslick. A presiedere la giuria sarà questanno il settantottenne
regista olandese Paul Verhoeven (Basic Instinct, Showgirls, Black Book), il
cui ultimo film, Elle (2016), ha
registrato un ottimo riscontro di critica. Lo affiancheranno la produttrice Dora Bouchoucha Fourati, lattore e
regista Diego Luna, il regista Wang Quanan, le attrici Maggie Gyllenhaal e Julia Jentsch, lartista Olafur Eliasson.
Per la cerimonia di apertura, che si svolgerà al
Berlinale Palast, è stato scelto Django,
il biopic di Etienne
Comar (La cuoca del presidente,
2012) dedicato a Django Reinhardt.
Ad interpretare linventore del jazz
manouche sarà lattore francese Reda
Kateb (Il profeta, 2009).
Ventisette le nazionalità in concorso, per un
programma che, come da tradizione, riesce a coniugare lattitudine festivaliera
tipicamente glamour con unapertura
allattualità che sfocia, talvolta, in esibita militanza politica, come
dimostra lassegnazione degli ultimi due Orsi dOro a film come Taxi Teheran di Jafar Panahi (2015) e Fuocoammare di Francesco Rosi (2016). Non
stupisce quindi la presenza di The Other Side of Hope di Aki Kaurismäki, storia dellincontro
tra un profugo siriano appena arrivato a Helsinki e un ristoratore con la
passione per il gioco dazzardo. La pellicola, la seconda in dieci anni firmata
dal regista finlandese, rappresenta il capitolo centrale della trilogia sulle
città portuali, iniziata sei anni fa con Miracolo
a Le Havre. Molto attesi, tra gli altri, anche On the Beach at Night Alone di Hong
Sang-soo (In Another Country, Ha ha ha) e Ana, mon amour di Calin
Peter Netzer, vincitore dellOrso dOro nel 2013 con Il caso Kerenes.
Richard Gere e Laura Linney saranno i protagonisti di The Dinner, trasposizione dellomonimo romanzo di Herman Koch a firma dellisraeliano Oren Movermann. Spiccano nella
competizione anche The Party di Sally Potter (Ginger & Rosa), El Bar
di Alex de la Iglesia (Ballata dellodio e dellamore, Oxford murders) e Final Portrait del regista-attore Stanley Tucci, ispirato alla vita di Alberto Giacometti.
Non mancano, soprattutto fuori concorso, le celebrità,
cominciando da Hugh Jackman, nuovamente nei panni
di Wolverine in Logan di James Mangold, passando per Charlie Hunnam, Sienna Miller e Robert
Pattinson, protagonisti di The Lost City
of Z di James Gray (altro
gradito ritorno). Fan in subbuglio per Trainspotting
2 di Danny Boyle, sequel ventennale di uno dei cult movies più emblematici e
controversi degli anni Novanta. Tra le star figurano anche Penelope Cruz, in La Reina de Espana di Fernando Trueba, Catherine
Deneuve, in Sage Femme di Martin Provost, e Samuel L. Jackson, voce narrante del documentario I am not Your Negro di Raoul Peck. A venire omaggiati con il
premio Berlinale Camera saranno la produttrice e distributrice di Hong Kong Nansun Shi, lattore Geoffrey Rush e il critico e scrittore
egiziano Samir Farid.
Non manca allappello, come di consueto, il cinema
emergente. Ad esso è dedicata la sezione Berlinale
Talents, piattaforma
aperta a tutti i neoprofessionisti della produzione cinematografica e
televisiva. Liniziativa, attivata dal 2003 come parte del programma europeo
Creative Europe Media, propone conferenze e laboratori che permettono di venire
a contatto con i professionisti del settore e di presentare o sviluppare i
propri lavori. Confermate anche lEuropean
Film Market
e il Berlinale Co-Production Market,
dedicati alla produzione e distribuzione cinematografica. Tra le altre sezioni,
segnaliamo Panorama, Forum e Generation, dedicate rispettivamente alle produzioni indipendenti,
ai film di carattere sociale e politico e al pubblico più giovane.
Unico italiano presente, se escludiamo la candidatura
dellattore Alessandro Borghi (Non essere cattivo, Suburra)
alla competizione European Shooting Star, è il palermitano Luca Guadagnino, che fresco di Sundance sbarca nella sezione Panorama con il suo Chiamami con il tuo nome, adattamento del romanzo omonimo di André Aciman. Quasi a compensare la
scarsa presenza di registi nostrani, lOrso alla Carriera verrà questanno
consegnato a Milena Canonero,
costumista quattro volte Oscar che, dopo aver esordito con Arancia Meccanica (1971) e Barry
Lyndon (1975) di Stanley Kubrick,
ha lavorato con registi quali Francis
Ford Coppola, Sydney Pollack, Roman Polanski, Steven Soderbergh, Louis
Malle, Wes Anderson. Sarà loccasione
per ripensare, attraverso una rassegna a lei dedicata, non solo al suo lavoro,
ma anche a quello di un comparto produttivo che tradizionalmente, soprattutto
nelle cinematografie europee, resta uno dei meno riconosciuti.
Da segnalare infine, coerentemente con lo spirito che lanno
scorso ha condotto alla premiazione di Fuocoammare
e in esplicita risposta allAmerican Refugee Program di Donald Trump, una
serie di attività di supporto ai migranti. Proseguendo sulla linea dazione
tracciata nella passata edizione, il Festival lancia infatti una serie di
progetti culturali rivolti ai richiedenti asilo, quali biglietti scontati,
possibilità di accesso al backstage,
corsi gratuiti di tedesco e partnership
con il dipartimento Zentrum Überleben per il supporto psicologico e
lintegrazione.
Di seguito lelenco dei
film in concorso.
Per ulteriori
informazioni, visitare il sito ufficiale.
Django
(Francia)
di Etienne
Comar
con Reda
Kateb, Cécile de France, Beata Palya, Bim Bam Merstein, Gabriel Mirété
Testről
és lélekről (On Body and Soul)
(Ungheria)
di Ildikó Enyedi
con Alexandra Borbély, Géza Morcsányi, Réka Tenki,
Zoltán Schneider, Ervin Nagy
The Dinner
(USA)
di Oren
Moverman
con Richard Gere, Laura Linney, Steve Coogan, Rebecca
Hall, Chloë Sevigny
Félicité
(Francia,
Senegal, Belgio, Germania, Libano)
di Alain
Gomis
con Véro
Tshanda Beya, Gaetan Claudia, Papi Mpaka
Wilde
Maus (Wild Mouse)
(Austria)
di Josef Hader
con Josef Hader, Pia Hierzegger, Georg Friedrich, Jörg
Hartmann, Denis Moschitto
Pokot
(Polonia,
Germania, Repubblica Ceca, Svezia, Slovacchia)
di Agnieszka
Holland
con Agnieszka
Mandat, Wiktor Zborowski, Miroslav Krobot, Jakub Gierszał, Patricia Volny
Una mujer fantástica
(Cile,
USA, Germania, Spagna)
di Sebastián
Lelio
con Daniela
Vega, Francisco Reyes, Luis Gnecco, Aline Kuppenheim, Nicolas Saavedra
Helle Nächte (Bright Nights)
(Germania,
Norvegia)
di Thomas
Arslan
con Georg
Friedrich, Tristan Göbel, Marie Leuenberger, Hanna Karlberg
The
Party
(Regno Unito)
di Sally Potter
con Patricia Clarkson, Bruno Ganz, Cherry Jones, Emily
Mortimer, Cillian Murphy
Mr. Long
(Giappone,
Hong Kong, Cina, Taiwan, Germania)
di Sabu
con Chen
Chang, Sho Aoyagi, Yiti Yao, Runyin Bai, Masashi Arifuku
Toivon
tuolla puolen (The Other Side of Hope)
(Finlandia, Germania)
di Aki Kaurismäki
con Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Janne Hyytiäinen,
Ilkka Koivula, Nuppu Koivu
Beuys
(Germania)
di Andres
Veiel, documentario
Colo
(Portogallo,
Francia)
di Teresa
Villaverde
con João Pedro Vaz, Alice Albergaria Borges, Beatriz
Batarda, Clara Jost, Tomás Gomes
Return
to Montauk (Rückkehr nach Montauk)
(Germania, Francia, Irlanda)
di Volker Schlöndorff
con Stellan Skarsgård, Nina Hoss, Susanne Wolff, Niels
Arestrup, Isi Laborde
Bamui
haebyun-eoseo honja (On the Beach at Night Alone)
(Corea del
Sud)
di Hong
Sang-soo
con Kim
Minhee, Seo Younghwa, Jung Jaeyoung, Moon Sungkeun, Kwon Haehyo
Joaquim
(Brasile, Portogallo)
di Marcelo Gomes
con Julio Machado, Isabél Zuaa, Rômulo Braga, Welket
Bungué, Nuno Lopes
Hao
ji le (Have a Nice Day)
(Cina)
di Liu Jian
con Yang Siming, Cao Kou, Ma Xiaofeng, Zhu Changlong, Cao Kai
Ana, mon amour
(Romania, Germania, Francia)
di Călin Peter Netzer
con Mircea Postelnicu, Diana Cavallioti, Carmen Tănase, Vasile Muraru,
Tania Popa
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