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In bilico tra thriller e analisi sociale

di Eleonora Sforzi
  Il cliente
Data di pubblicazione su web 02/02/2017  

Presentato e pluripremiato all’edizione 2016 del Festival di Cannes, l’ultimo film del regista, sceneggiatore e produttore Asghar Farhadi, ambientato nella odierna Teheran come già il suo precedente Una separazione (2013), sviluppa una riflessione intorno al rapporto tra teatro e vita nei contorni di una vicenda drammatica densa di suggestioni tipiche del genere thriller, oltre che di una forte dimensione emotiva sostenuta da prove attoriali di alto livello.

Il film prende avvio nei luoghi più significativi della vita dei due protagonisti, Emad (Shahab Hosseini) e Rana (Taraneh Alidoosti): le scene di un teatro di posa cittadino e la loro casa, tra le quali si dispiega la trama su più livelli.


Un momento del film
Una scena del film

La giovane coppia di attori, impegnata nell’allestimento di Morte di un commesso viaggiatore di Miller, in seguito al cedimento strutturale del proprio condominio si vede costretta a traslocare. I due cercano subito un nuovo alloggio finché, grazie all’aiuto di un collega, Babak (Babak Karimi), trovano un appartamento adatto alle loro esigenze. Benché l’affittuario li rassicuri che la ex inquilina presto porterà via le proprie cose, i giorni passano e nella casa la presenza della sconosciuta sembra permanere, per sineddoche, attraverso i propri effetti personali stipati all’interno di una stanza chiusa a chiave.

Una sera Rana, rientrata poco prima di Emad dopo la rappresentazione serale della pièce, prima di farsi una doccia lascia aperta la porta di casa convinta che a suonare il campanello sia il compagno. Non sarà così. Una volta rincasato Emad trova le tracce di una violenta aggressione. La moglie è stata portata in ospedale dai vicini. Nel tumulto di sensazioni dove prevalgono la paura e la rabbia, Emad viene a sapere che l’ex inquilina dell’appartamento era una prostituta nota nel quartiere. Il desiderio di verità e di vendetta spingono il protagonista a un’ostinata ricerca del misterioso aggressore, probabilmente un cliente della donna: col passare dei giorni, mentre Rana, decisa a non denunciare l’accaduto, inizia lentamente a reagire al trauma, Emad compie la propria indagine personale. Sarà un imprevisto a portarlo alla verità.


Un momento del film
Una scena del film

Il film ha una struttura ben orchestrata sul piano narrativo e visivo. Il regista smaschera la debolezza umana e l’incapacità di solidarietà reciproca, da cui non è esclusa la piccola umanità rappresentata. Sebbene alla fine risulti chiara l’identità del colpevole, il desiderio di vendetta del protagonista finisce per capovolgere i rispettivi ruoli come nei migliori film hitchcockiani, poiché in fondo tutti i personaggi devono fare i conti con la propria coscienza.

Notevole è l’attenzione per il racconto visivo e sonoro di alcuni passaggi chiave della storia, in grado di enfatizzare i momenti drammatici e di maggior suspence. Emblematica l’ellissi riservata all’aggressione, il cui climax narrativo, evocato e ricostruito a posteriori, è preceduto da un’opposta dilatazione del tempo nell’inquadratura della porta di casa semiaperta, mentre il rumore dei passi provenienti dalle scale crea negli spettatori un orizzonte di attesa che fa leva sulle loro paure. Allo stesso tempo, gli eventi che anticipano o seguono la violenza suggeriscono indizi sui quali si costruiscono possibili deduzioni che poi si rivelano false piste.


Un momento del film
Una scena del film

Notevoli inoltre le prove d’attore, in particolare quelle dei personaggi principali. Attori internazionalmente noti per le loro precedenti collaborazioni con il regista iraniano. Da ricordare poi le intense interpretazioni di Taraneh Alidoosti e di Shahab Hosseini, quest’ultimo premiato con l’Oscar come migliore attore protagonista. Ma è da citare anche Babak Karimi interprete e montatore iraniano trasferitosi in Italia negli anni Settanta dove ha lavorato anche come docente di montaggio presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Il film si è aggiudicato l’Oscar per la migliore sceneggiatura.




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La locandina
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