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Opera buffa con Bennett e Sinigaglia

di Chiara Schepis
  Nudi e crudi
Data di pubblicazione su web 24/01/2017  

Esilarante e musicale la riduzione teatrale del romanzo del 1996 di Alan Bennett, Nudi e crudi, curata da un abilissimo Edoardo Erba e allestita da Serena Sinigaglia (classe 1973), regista new generation che continua a fare collezione di platee entusiaste. Per la messinscena di questo testo la regia spinge sul grottesco e amplifica il risvolto onirico e surreale della commedia della quotidianità dell’autore inglese contemporaneo. Lo spazio mentale dei personaggi, le loro allucinazioni e distorsioni invadono lo spazio scenico.

L’ambiente d’azione è, per tutto il corso della narrazione, la scenografia stessa – ideata da Maria Spazzi –, letteralmente abitata dagli attori-personaggi: prima appartamento “svaligiato” da presunti ladri dei coniugi Ransome, poi rimessa (teatrale) nella quale lo stesso “interno di casa” viene ricostruito. Il luogo del furto altro non è che la scena “nuda”. Una pedana rialzata ritaglia una porzione di palcoscenico, corde di servizio ne delimitano il perimetro. Con la risoluzione dell’enigma scopriamo poi il soggiorno classicheggiante e finto della coppia, costituito da un fondale e quinte dipinte.



Un momento dello spettacolo

Rincasando dopo una serata a teatro per vedere una terribile versione del Così fan tutte di Mozart, Mr e Mrs Ransome trovano il loro appartamento completamente ripulito dai ladri. Nulla è rimasto: dallo sformato un po’ secco nel forno agli interruttori, dalla stella di natale nell’armadio all’armadio stesso. Tutto è sparito e questo senso di vuoto innesca reazioni opposte che scardinano il quieto, piatto vivere di una tipica coppia inglese. L’avvocato Maurice Ransome/Paolo Calabresi si lancia in una battaglia legale con polizia e assicurazioni, badando a preservare le proprie abitudini. Al contrario, la casalinga Rosemary/Maria Amelia Monti, sulle allegre note mozartiane di Sandra Zoccolàn, subisce un positivo scossone da questo inconveniente che movimenta le sue giornate e pare svegliarla dal torpore matrimoniale.

Terzo elemento dell’operetta bennettiana è un personaggio jolly, interpretato dall’androgino Nicola Sorrenti, figura molto particolare di cantastorie e prologo (psicologo transessuale, giovane sbalestrato dal linguaggio televisivo, vicino di casa radical chic). A lui è affidata la vena grottesca della commedia: quel ghigno vagamente noir, espressione di chi sa come andrà a finire. È ancora lui ad inserire, tra i tanti spunti di riflessione del dialogo, la questione, tanto cara a Bennett, dell’omosessualità.

Chiamiamole macchiette, clichés, archetipi, i personaggi di questa commedia ci lasciano intravvedere un fondo di umanità, o, meglio, l’insopportabile immobilità di certe esistenze che si perdono dietro impegni di lavoro, rassegnazione, regole comportamentali che non si ha la fantasia di sovvertire. La liberazione della fantasia sembra essere la novella conquista della Signora Ransome/Monti, tanto bene denunciata nelle venature di squillante allegria del registro vocale dell’attrice. Desideri, fantasie celate, istinti sessuali sono gli stessi che, a causa dello sforzo opposto di reprimerli, porteranno il Signor Ransome/Calabresi, rigido e affettato in contrappunto comico con la compagna di scena, alla “tomba”.



Paolo Calabresi (Maurice Ransome) e Maria Amelia Monti (Rosemary)

La prematura dipartita del marito, da intendersi in senso simbolico, come morte del vincolo costrittivo, rottura della morsa delle convenzioni sociali da lui rappresentate, conduce alla rigenerazione finale del personaggio femminile, non più moglie ma donna: sulle note e tra le scene liriche del Così fan tutte cala il sipario e comincia La nuova vita della vedova Rosemary.

Tre interpreti e un romanzo che diventa commedia, veloce e divertente, dal gusto un po’ retrò che gioca, intermittente, tra il distacco e la vicinanza per cogliere il gusto amaro della risata: l’umorismo. L’operetta di Bennett-Senigaglia produce nello spettatore la smorfia tipica di chi capisce di essere pienamente coinvolto nel discorso: muscoli del collo contratti, denti stretti, labbra in giù ma tanti applausi per questo teatro che diverte straordinariamente.




Nudi e crudi
cast cast & credits
 



Paolo Calabresi e Maria Amelia Monti in scena al Teatro Verdi di Padova



































Paolo Calabresi 
(Maurice Ransome) 
e Maria Amelia Monti 
(Rosemary) 
in Nudi e crudi


 
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