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Un Avaro per Benvenuti

di Chiara Benedettini
  L’Avaro
Data di pubblicazione su web 23/01/2017  

L’Avaro di Molière proposto al Teatro Niccolini di Firenze è un libero adattamento della commedia originaria, riscritto da Ugo Chiti e prodotto dalla compagnia Arca Azzurra Teatro. Chiti ne è sia l’autore che il regista, come per la maggior parte delle produzioni di questa compagnia. Un sodalizio di oltre trent’anni che dona l’impronta, e anche la chiave di lettura, per questa opera.

La riscrittura, una reintepretazione rispettosa del testo molieriano, è significativa del lavoro che Chiti ha condotto con Arca Azzurra. Scrivere per una compagnia significa sia dialogare con gli attori, che diventano spunto ed estrinsecazione della scrittura stessa, sia conferire un’attenzione particolare al percorso di crescita del gruppo; e nell’Avaro ritroviamo non a caso entrambi gli elementi.


Un momento dello spettacolo
foto © botticelli

Alessandro Benvenuti, che in questo Avaro interpreta Arpagone, ha ripreso a lavorare in maniera continuativa con Arca Azzurra cinque anni fa, mettendo in scena testi propri, mentre la sua collaborazione con Chiti va oltre questo lasso temporale, rimandando nella memoria agli ormai “classici” Benvenuti in casa Gori o Nero Cardinale degli anni ’80.

Se è ovvio che il protagonista dell’Avaro sia l’Arpagone (che dà anche il titolo alla commedia), in questo caso è quasi l’incontrastato padrone della scena. Un personaggio sfaccettato e approfondito, dotato di chiaroscuri psicologici moderni, che offrono molti spunti interpretativi a Benvenuti attore e mattatore. La riscrittura di Chiti prende spunto dalle peculiarità del Benvenuti interprete, e il suo Arpagone è comico e tragico come la tradizione suggerisce, ma anche ruvido e decisionista, a tratti ironico e autoironico, spesso aggressivo e quasi malvagio nella sua incapacità di immedesimarsi negli altri e capirne le esigenze; una presenza preponderante sia fisicamente che a livello vocale.

Lo spettacolo è semplice ed essenziale, ma non povero. Si ricreano con semplici elementi le ambientazioni interne ed esterne della vicenda, grazie a un gioco di volumi e porte nel retropalco che suggeriscono l’esistenza di altre stanze da cui entrano in scena i personaggi. Le luci nella loro sobrietà rinforzano questo gioco di piani.


Un momento dello spettacolo
foto © botticelli

La riscrittura di Chiti si concentra anche su altri aspetti, formali e drammaturgici: se da un lato si riaffaccia la cosiddetta Commedia dell’Arte, con tanto di maschere e stilizzazioni dei “servi”, dall’altro la trama è stata semplificata in due atti dai cinque originari, e velocizzata in alcuni passaggi come la definizione dello stratagemma per ingannare Arpagone, o lo scioglimento finale con agnizioni di rito. Finale che ci riporta ancora ad Arpagone incontrastato protagonista: un assolo delirante nel quale il personaggio sprofonda nei suoi incubi di avarizia – materiale e morale – e nel quale l’interprete offre al pubblico un vero pezzo di bravura.

Attorno a Benvenuti troviamo alcuni degli attori attivi in Arca Azzurra fin dagli esordi: Lucia Socci, Giuliana Colzi (che ha anche firmato i costumi), Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, insieme a presenze più recenti quali Paolo Ciotti, Gabriele Giaffreda e Desirée Noferini. Chiti riscrive un Avaro non con Benvenuti, ma per Benvenuti.



L’Avaro
cast cast & credits
 


Alessandro Benvenuti (Arpagone) nello spettacolo di scena al teatro Niccolini di Firenze il 5 gennaio 2017
foto © botticelli




























Un'altra scena dell'Avaro
foto © botticelli




 
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