LAvaro di Molière proposto al Teatro Niccolini di Firenze è un libero
adattamento della commedia originaria, riscritto da Ugo Chiti e prodotto dalla compagnia Arca Azzurra Teatro. Chiti ne
è sia lautore che il regista, come per la maggior parte delle produzioni di
questa compagnia. Un sodalizio di oltre trentanni che dona limpronta, e anche
la chiave di lettura, per questa opera.
La
riscrittura, una reintepretazione rispettosa del testo molieriano,
è significativa del lavoro che Chiti ha condotto con Arca Azzurra. Scrivere per
una compagnia significa sia dialogare con gli attori, che diventano spunto ed
estrinsecazione della scrittura stessa, sia conferire unattenzione particolare
al percorso di crescita del gruppo; e nellAvaro
ritroviamo non a caso entrambi gli elementi. Un momento dello spettacolo foto © botticelli
Alessandro
Benvenuti, che
in questo Avaro interpreta Arpagone, ha
ripreso a lavorare in maniera continuativa con Arca Azzurra cinque anni fa,
mettendo in scena testi propri, mentre la sua collaborazione con Chiti va oltre
questo lasso temporale, rimandando nella memoria agli ormai “classici” Benvenuti in casa Gori o Nero Cardinale degli anni 80.
Se
è ovvio che il protagonista dellAvaro
sia lArpagone (che dà anche il titolo alla commedia), in questo caso è quasi
lincontrastato padrone della scena. Un personaggio sfaccettato e approfondito,
dotato di chiaroscuri psicologici moderni, che offrono molti spunti
interpretativi a Benvenuti attore e mattatore. La riscrittura di Chiti prende spunto
dalle peculiarità del Benvenuti interprete, e il suo Arpagone è comico e
tragico come la tradizione suggerisce, ma anche ruvido e decisionista, a tratti
ironico e autoironico, spesso aggressivo e quasi malvagio nella sua incapacità
di immedesimarsi negli altri e capirne le esigenze; una presenza preponderante
sia fisicamente che a livello vocale.
Lo
spettacolo è semplice ed essenziale, ma non povero. Si ricreano con semplici
elementi le ambientazioni interne ed esterne della vicenda, grazie a un gioco
di volumi e porte nel retropalco che suggeriscono lesistenza di altre stanze
da cui entrano in scena i personaggi. Le luci nella loro sobrietà rinforzano
questo gioco di piani. Un momento dello spettacolo foto © botticelli
La
riscrittura di Chiti si concentra anche su altri aspetti, formali e
drammaturgici: se da un lato si riaffaccia la cosiddetta Commedia dellArte,
con tanto di maschere e stilizzazioni dei “servi”, dallaltro la trama è stata
semplificata in due atti dai cinque originari, e velocizzata in alcuni passaggi
come la definizione dello stratagemma per ingannare Arpagone, o lo scioglimento
finale con agnizioni di rito. Finale che ci riporta ancora ad Arpagone incontrastato
protagonista: un assolo delirante nel quale il personaggio sprofonda nei suoi
incubi di avarizia – materiale e morale – e nel quale linterprete offre al
pubblico un vero pezzo di bravura.
Attorno
a Benvenuti troviamo alcuni degli attori attivi in Arca Azzurra fin dagli
esordi: Lucia Socci, Giuliana Colzi (che ha anche firmato i
costumi), Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, insieme a presenze più recenti quali Paolo Ciotti, Gabriele Giaffreda e Desirée
Noferini. Chiti riscrive un Avaro
non con Benvenuti, ma per Benvenuti.
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