Animali da bar è lultimo spettacolo di
Carrozzeria Orfeo, la compagnia fondata nel 2007 da Gabriele Di Luca, Massimiliano
Setti, insieme a Luisa Supino.
Tutto
si svolge in un bar, dove si intrecciano in modo sterile le vicende di sei
avventori: uno scrittore alcolizzato stretto tra le pressioni delleditore e le
sue aspirazioni letterarie; un vecchio malato e incattivito che parla attraverso
una sorta di interfono con quella che pare essere la sua badante; la “badante”
stessa, che è poi la barista del locale in questione, impiego che non le
impedisce di affittare il proprio utero a una coppia italiana per una cospicua
ricompensa. Cè poi il marito della coppia, che arriva nel locale per vedere
come prosegue la gravidanza, “sostenuta” dalla badante/barista con frequenti
“cicchetti” di vodka (un futuro padre pacifista che però subisce continue
violenze domestiche dalla moglie). Completano il gruppo un imprenditore
depresso che opera nel settore delle pompe funebri per piccoli animali, e un
mezzo ladro mezzo alienato che svaligia le case dei morti durante i loro
funerali. Una scena dello spettacolo © Laila Pozzo
Il
riferimento agli “animali” fa inevitabilmente pensare a una serie di “esemplari”:
personaggi potenzialmente reali ma allo stesso tempo dei “tipi”. Uno zoo crudo,
triste e feroce. Il risultato è un quadro a metà tra follia e realtà, tra ironia
e disperazione, guardando il quale si ride e si pensa, non sempre in
questordine, e spesso nello stesso momento.
Lo
spettacolo è bello e ben fatto: la scena è concreta e astratta al punto giusto,
tale da suggerire contemporaneamente un luogo reale e archetipico. Il disegno
luci di Giovanni Berti è semplice ma
ben concertato, con atmosfere realistiche e stranianti insieme. Tempi di regia,
ritmo sono ben calibrati, tanto da ottenere non solo lattenzione ma anche
ladesione dello spettatore, e lallestimento risulta di ottima fattura, curato
in ogni punto. Elementi di spicco restano soprattutto il lavoro degli attori
(in scena oltre a Setti e Di Luca troviamo Beatrice
Schiros, Pier Luigi Pasino e Paolo Li Volsi), che ci è sembrato
serio e approfondito, di grande qualità e mestiere, e il testo di Gabriele De Luca, autore e attore della
compagnia. Un testo con tante parole che raccontano, spiegano, scavano le
vicende e gli abissi dei personaggi, dal preciso andamento teatrale e pregnanza
di significati. Perfino il cartellone dello spettacolo è disegnato con gusto, e
allo stesso tempo suscita curiosità e sconcerto per la sua asprezza.
Una scena dello spettacolo © Laila Pozzo
Intendiamoci,
non si tratta di uno spettacolo infiocchettato, di maniera: i temi sono crudi e
attuali, come lo è anche il linguaggio scelto dallautore. Al degradarsi dei
rapporti, lincomunicabilità che rende tutti soli, lo squallore della vita
quotidiana, le difficoltà di “sbarcare il lunario”, fino allimpossibilità di creare
relazioni affettive, fa da sfondo il tema della mercificazione di ogni
sentimento e rapporto. Della vita: lutero in affitto di Mirka costa tremila euro
più le spese, il figlio è atteso come una merce qualsiasi. I rapporti sono
basati sullinteresse e sulla rivincita illusoria: lo scrittore si accanisce
sul mezzo ladro mascherando le proprie sconfitte; la morte è una occasione per
ottenere vantaggi, da uneredità a un furto in appartamento.
Eppure
il quadro che ne emerge non è spinto fino allestremo, e di tanto in tanto lo
spettatore può tirare il fiato intravedendo uno spiraglio in una battuta ironica
o in un siparietto simil romantico (il seppur sarcastico ma quasi tenero
appuntamento tra Mirka e il padre del bambino). Soprattutto si può leggere una
vena di non adesione, e forse anche di condanna, per quanto rappresentato. Se
non una possibilità di riscatto, almeno una denuncia dello squallore, in una
prospettiva che guarda al futuro, specie nel finale. Una scena dello spettacolo © Laila Pozzo
Carrozzeria
Orfeo è un sodalizio artistico che tocca tutti gli aspetti della creazione:
dalla scrittura alla regia, dallinterpretazione alle musiche originali, con un
procedimento di creazione collettiva tipica del lavoro della compagnia. Un
lavoro che ha ricevuto già diversi premi, tra i quali il premio SIAE alla
Creatività, ricevuto a Spoleto da Gabriele Di Luca nel 2013, e il Premio
Hystrio Twister, attribuito proprio ad Animali
da bar dai lettori della rivista «Hystrio» nel 2016, sulla base di una
votazione online tra dieci opere selezionate dalla redazione.
Una
compagnia giovane quindi, che affronta i temi delloggi; eppure Carrozzeria
Orfeo ha deciso di confrontarsi con argomenti e quesiti contemporanei
attraverso un linguaggio che potremmo definire tradizionale. Con un testo che è
fatto di parole scritte e recitate, di dialoghi e di tirade; con un approccio attoriale basato sullinterpretazione verbale
e sui gesti del quotidiano; con una scena didascalica e tipica allo stesso
tempo; con una messinscena insomma che si basa su un linguaggio “classico”.
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