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Nuovi orizzonti geografici con poche sorprese

di Raffaele Pavoni
  I premi della giuria
Data di pubblicazione su web 10/09/2016  

Sono stati resi noti i premi della 73ª edizione del Festival di Venezia. Le decisioni della giuria, presieduta da Sam Mendes, sono state in parte contestate, ma tra i pochi che hanno visto il film del filippino Lav Diaz, Ang babaeng humayo (link), affrontandone la titanica durata (duecentoventisei minuti), non c'erano dubbi sul fatto che sarebbe stato lui a conquistare il premio più ambito. Un riconoscimento che è al contempo il coronamento di una carriera, degno approdo di una filmografia quasi ventennale che, nonostante i numerosi riconoscimenti (a partire dal premio Orizzonti vinto alla Mostra nel 2007 per Death in the Land of Encantos), non è mai riuscita ad emanciparsi dall’ambito, ristretto, dei festival europei.

Il Gran Premio della Giuria va a Nocturnal Animals (link) di Tom Ford, mentre il Leone d’Argento per la Miglior Regia viene assegnato ex aequo al quasi ottantenne Andrei Konchalovsky per Paradise (link), e a sorpresa ad Amat Escalante per il controverso La región salvaje (link). Coppa Volpi per il miglior attore a Oscar Martinez per El Ciudadano Ilustre (link) di Mariano Cohn e Gastón Duprat, mentre la migliore interpretazione femminile è quella di Emma Stone per il musical d’apertura, La La Land (link) di Damien Chazelle. Il Premio per la Migliore Sceneggiatura va a Noah Oppenheim per Jackie (link) di Pablo Larraín, e contro ogni aspettativa un premio speciale è stato assegnato anche a The Bad Batch (link) di Ana Lily Amirpour. Vince il premio Marcello Mastroianni, dedicato ad attori e attrici emergenti, un’emozionatissima Paula Beer per la sua interpretazione in Frantz (link) di François Ozon. Parla italiano la Sezione Orizzonti, con il Premio al Miglior Film per Liberami (link) di Federica Di Giacomo; quello alla miglior regia va invece alla belga Fien Troch per Home.

La prima valutazione da fare è che la presenza di film “di genere”, fortemente voluta dal direttore Alberto Barbera, non sembra aver pagato. Si veda l’accoglienza tiepida, per non dire ostile, che hanno ricevuto (per limitarsi alla selezione ufficiale) prodotti come Piuma (link) di Roan Johnson o Brimstone (link) di Martin Koolhoven. Anche il più apprezzato Arrival (link) di Denis Villeneuve non è riuscito (sorprendentemente) a ottenere alcun riconoscimento.

La seconda riflessione riguarda il ruolo dei “grandi nomi”, la cui presenza sul red carpet risponde, almeno a giudicare dalle premiazioni, a criteri più di prestigio che di effettiva qualità delle opere. Tornano a casa a mani vuote Wenders, Kusturica, il citato Villeneuve; e non sfondano neppure Larraín, Chazelle e Ozon. Viene da chiedersi se la presenza di “big” faccia realmente bene a una rassegna come quella lagunare, o se sia dettata esclusivamente dallo spirito di competizione con Cannes.

Un terzo punto concerne la scena sudamericana, che “tiene” rispetto all’exploit dello scorso anno, portando a casa tre premi importanti: quello per la Miglior Interpretazione Maschile (Cohn e Duprat), quello per la Miglior Regia (Escalante) e quello per la Sceneggiatura. Quest’ultimo va a un Larraín “made in Usa”, e a questo proposito sarebbe da ridefinire i confini geografici del cinema d’autore contemporaneo. In effetti, dalla selezione ufficiale della rassegna, sembra emergere il carattere sempre più fittizio di una suddivisione per nazioni. Si vedano le “americanizzazioni” (oltre a quella, appena menzionata, di Larraín) di Amirpour e dello stesso Escalante, messicano nato in Spagna che guarda all’America e al Giappone. Si pensi, inoltre, a film “transfrontalieri” come quelli di Ozon, Konchalowski, Wenders.

Infine un’ultima occhiata alle nuove tecnologie. La nuova sala per la realtà virtuale, inaugurata in via del tutto sperimentale, ha ottenuto un discreto successo, proponendo estratti dal film Jesus VR. The Story of Christ di David Hansen, primo lungometraggio interamente girato in 360°, nonché alcuni filmati realizzati per le Nazioni Unite, a scopi umanitari, da Gabo Arora e Chris Milk. Non solo: per la prima volta abbiamo visto un film 3D in concorso (il pur contestato Les beaux jours d’Aranjuez, link). Commenti positivi ha ottenuto il bel rockumentary di Andrew Dominik, One more time with feeling, sulla vita privata e artistica del musicista Nick Cave, anch’esso girato in 3D. Si tratta di semplici mode passeggere, o davvero la Mostra sta vivendo una fase di transizione verso territori diversi da quelli del cinema stricto sensu? Se pensiamo che uno degli eventi clou è stata la presentazione di una serie televisiva, le prime due puntate di The Young Pope di Paolo Sorrentino, la domanda è d’obbligo.


Questo l’elenco dei premi assegnati:


Leone d’Oro

Ang babaeng humayo (The Woman Who Left) (link)

di Lav Diaz


Leone d’Argento - Gran Premio della Giuria

Nocturnal Animals (link)

di Tom Ford


Leone d’Argento - Premio per la Miglior Regia

Amat Esclante per La Región Salvaje (link)

Andrei Konchalovsky per Paradise (link)

 

Coppa Volpi per la Migliore Attrice

Emma Stone per La La Land (link)

di Damien Chazelle

 

Coppa Volpi per il Miglior Attore

Oscar Martinez per El Ciudadano Ilustre (link)

di Mariano Cohn e Gastón Duprat

 

Migliore Sceneggiatura

Noah Oppenheim per Jackie (link)

di Pablo Larraín

 

Premio Speciale della Giuria

The Bad Batch (link)

Di Lily Ana Amirpour

 

Premio Marcello Mastroianni a un Giovane Attore o Attrice Emergente

Paula Beer per Frantz (link)

di François Ozon

 

Premio Orizzonti – Miglior film

Liberami (link)

di Federica Di Giacomo

 

Premio Orizzonti – Migliore regia

Home

di Fien Troch

 

Premio Speciale della Giuria Orizzonti

Koca Dünya (Big Big World)

di Reha Erdem

 

Premio Orizzonti – Migliore Attrice

Ruth Diaz per Tarde para la ira

di Raúl Arévalo

 

Premio Orizzonti – Migliore Attore

Nuno Lopez per São Jorge (link)

di Marco Martins

 

Premio Orizzonti – Migliore Sceneggiatura

Ku Quian (Bitter Money)

di Wang Bing

 

Premio Orizzonti - Miglior Cortometraggio

La voz perdida

di Marcelo Martinessi

 

Leone del futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi de Laurentiis

The last of us

di Ada Eddine Slim

 

Miglior Film Restaurato

Break up – L’uomo dei cinque palloni

di Marco Ferreri

 

Premio Settimana della Critica

Los Nadie

di Juan Sebastiàn Mesa

 

Persol tribute to Visionary Talent Award

Liev Schrieber

 

Premio Jagger – LeCoultre Glory to the Filmmaker 2016

Amir Naderi

 

Venezia Classici – Miglior Documentario sul Cinema

Le concours

di Claire Simon












Il regista Tom Ford riceve il Leone d'Argento - 
Gran Premio della Giuria








Oscar Martinez riceve la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile 

 
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