drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

L'hermine

di Luigi Nepi
  L'hermine
Data di pubblicazione su web 03/10/2015  

«La maggior parte del tempo non succedeva niente. Come nei film francesi». Questa battuta, contenuta in Mr Nobody, un dimenticabile film di fantascienza del belga Jaco Van Dormael (stranamente a Venezia cinque anni fa), mal si addice a entrambe le pellicole francesi quest’anno in concorso. Infatti sia Marguerite di Xavier Giannoli che L’hermine di Christian Vincent trovano proprio nella estrema leggerezza la loro più chiara virtù e il loro più evidente limite. Vincent non è uno dei cosiddetti “registi da festival”. Fautore di un cinema apertamente non impegnato si è sempre trovato a suo agio con quella che può essere definita la commedia sofisticata e anche L’hermine (ovvero “l’ermellino”) non esce da questo binario.

Xavier Racine (nome molierianemente rivelatore) è un giudice di corte d’assise, così preciso e pignolo da non risultare troppo amato né dai colleghi né, soprattutto, dagli avvocati, che non perdono occasione di sparlare alle sue spalle, senza neanche troppe precauzioni. In un momento particolarmente difficile della sua vita (si sta separando dalla moglie), è chiamato a esprimersi su un drammatico caso di infanticidio avvenuto all’interno di una famiglia di giovani sbandati che sembra uscita da un film dei Dardenne. Nell’eterogenea giuria popolare che lo affianca Racine riconosce la bella anestesista che lo ha avuto in cura alcuni mesi prima. Inizia così un delicato corteggiamento che si intreccia con le udienze del processo, con i rapporti tra i giurati e con le vicissitudini private del giudice, fino a quando tutto arriverà a sentenza.

Una scena del film
Una scena del film

Fin troppo abilmente scritto (da cui il comprensibile, ma forse eccessivo, premio per la migliore sceneggiatura della Mostra) il film ribalta la dinamica rappresentativa di Un giorno in pretura di Steno, trasformando il rito giudiziario in una vera e propria rappresentazione teatrale dove il principale ruolo attoriale passa dagli imputati e dai testimoni alla giuria con il giudice Racine come assoluto protagonista, regista nonché autentico manipolatore delle pièce. Chiaramente tutto funziona grazie alla strepitosa interpretazione di Fabrice Luchini (una meritatissima Coppa Volpi) che, nei panni di Racine, offre un misurato ed esatto ritratto della meticolosità con annessa inevitabile asocialità del personaggio: mai sopra le righe e costantemente in parte, Luchini praticamente solleva il regista dall’onere della messa in scena lasciandogli solo il problema di come inquadrarlo nel migliore dei modi.


Una scena del film

«Volevo parlare della Francia e avevo bisogno di un contesto significativo, un luogo in cui le tensioni sociali siano cristallizzate come negli ospedali, nelle scuole e appunto nei tribunali. Ho scelto quest’ultima ambientazione proprio perché non sapevo niente delle procedure penali». Così il regista ha descritto in conferenza stampa le ragioni che l’hanno spinto a pensare, scrivere e girare la storia di un processo e del suo giudice, una storia che gli permette di presentare in modo molto dignitoso e rispettoso una serie di personaggi credibili con volti e corpi interessanti. Peccato che alla fine il tutto risulti troppo schiacciato dall’evidenza delle sue metafore (su tutte quella iniziale in cui Racine toglie il verme dalla mela che si accinge a mangiare) e dalla ferrea volontà del regista di non voler mai abbandonare la leggerezza del suo registro, anche a costo di sprecare quelle buone occasioni di approfondimento che la stessa storia poteva offrirgli. Ma, in fondo, si tratta comunque di un peccato veniale.

Insomma L'hermine è una commedia godibile, ben strutturata e soprattutto ben recitata che sembra quasi contraddire sia la folgorante frase di Jean Cocteau per cui «i francesi sono italiani sempre di cattivo umore», sia la menzionata battuta, visceralmente anticinefila, del film di Van Dormael, a proposito del quale vale la pena sottolineare che mentre quei “noiosi” film francesi ancora qualcuno li ricorda, il suo Mr Nobody è andato poco oltre al destino contenuto nel suo titolo.



L'hermine
cast cast & credits
 

La locandina del film
La locandina del film


Il regista Christian Vincent
Il regista Christian Vincent


 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013