drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Youth – La giovinezza

di Nicola Stefani
  Youth – La giovinezza
Data di pubblicazione su web 22/05/2015  

Dopo i fasti de La grande bellezza (2013), il regista premio Oscar Paolo Sorrentino torna alla ribalta con un film in lingua inglese ambientato tra la Svizzera e Venezia, che solo apparentemente segue le orme del precedente.

Youth – La giovinezza si apre con il primo piano fisso di una ragazza che canta, su una pedana girevole, You Got The Love dei Florence And The Machine. La musica è il collante di un film appeso a una trama piuttosto esile. 

L’anziano compositore Fred Ballinger – amico in gioventù di Stravinskij – si è ritirato per un periodo in un albergo delle montagne svizzere, ma sembra non voler riprendere a comporre. Il suo legame con la moglie malata gli impedisce di dedicarsi alla musica. Le giornate proseguono stancamente tra i massaggi e le saune del centro benessere della struttura. Gli unici svaghi sono le lunghe passeggiate con il consuocero coetaneo Mick Boyle, regista impegnato nella stesura della sceneggiatura del suo addio al cinema, e il rapporto turbolento con la figlia-assistente Lena, tormentata da problemi di cuore. Un giovane attore, Jimmy Tree, prepara il suo nuovo personaggio cercando ispirazione in Fred e negli altri ospiti dell’albergo. 

Una scena del film
Una scena del film

Sorrentino riprende temi e figure stilistiche che lo hanno reso celebre in tutto il mondo: la vita che avanza tra la noia e la solitudine, il tempo che passa inarrestabile, il problema della creazione artistica, il legame con gli affetti. Stavolta, però, il regista affronta l’ennesima variazione della sua poetica con uno spirito completamente diverso. Non immerge gli eventi narrati nel movimento rapsodico che contraddistingue La grande bellezza. Gli eccessi virtuosistici e ridondanti delle ultime opere sono frenati da un approccio molto più leggero e lineare. 

Questa nuova pellicola è meno ambiziosa: ciò che nel film premiato con l’Oscar risultava grandioso e decadente, in Youth appare semplice e malinconico. La qualità della scrittura ne trae giovamento, complici i luoghi dalla matrice letteraria (l’albergo è lo stesso in cui Thomas Mann scrisse La montagna incantata). La sceneggiatura (firmata dallo stesso Sorrentino) procede con una coerenza inaspettata, tra battute affilate e uno sviluppo soddisfacente dei personaggi. 

Una scena del film
Una scena del film

Resistono ancora le deviazioni episodiche tanto care al regista. Le apparizioni di personaggi pittoreschi sono frequenti, tra cui quella di Maradona (interpretato da un attore-sosia), imbolsito all’inverosimile, con tanto di tatuaggio gigante di Karl Marx, ma capace ancora di incantare con una pallina da tennis. O la giovanile bellezza della Miss Universo interpretata da Madalina Ghenea. Se i momenti musicali e performativi nella cornice dello spettacolo kitsch interno alla narrazione appaiono ridondanti, sono soltanto elementi di contorno di una architettura altrimenti perfettamente equilibrata. Per la prima volta la regia di Sorrentino si mette al servizio della sceneggiatura e dei personaggi con talento e intelligenza.

Il regista napoletano si dimostra un formidabile direttore di attori, aiutato dalla bravura di interpreti mai così in forma. Michael Caine, soprattutto nei sottotoni, pennella il suo Fred con una grazia ineguagliabile. Harvey Keitel non è da meno nella parte di un regista distrutto dalla vita, in uno dei ruoli più impegnativi della sua carriera. Impagabile la performance di Jane Fonda, che interpreta un’attrice truccatissima e sopra le righe: un ruolo piccolo ma decisivo nell’economia del racconto. Anche il reparto dei “giovani” non demerita. Rachel Weisz riesce ad alternare tenerezza e rabbia interpretando la figlia sottomessa all’ego smisurato del padre (a lei è affidato il monologo più lungo e incisivo del film). A Paul Dano spetta invece la sequenza più imprevedibile, con un travestimento degno del miglior Lubitsch (Vogliamo vivere!, 1942).  

Una scena del film
Una scena del film

Il regista costruisce il film con la consueta cura del piano sonoro e visivo, aiutato da contributi di prim’ordine: dalla musica originale di David Lang alla fotografia di Luca Bigazzi. Memorabile, per la capacità armonizzare i rumori con le immagini, la scena in cui Fred dirige mentalmente i suoni della natura, in uno dei numerosi momenti divertenti del film. Sorrentino elabora una partitura audiovisiva che si sviluppa con il proseguo della vicenda, fino al crescendo del numero finale che scioglie lo spettatore in una liberatoria commozione. 

Youth possiede la leggerezza dei grandi film, quelli che sanno spiazzare ed emozionare. L’opera è dedicata con affetto a Francesco Rosi, ma non si può non pensare a un omaggio sottinteso ad altri due registi che hanno fatto la storia del cinema italiano: Mario Monicelli e Carlo Lizzani.



Youth – La giovinezza
cast cast & credits
 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013