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Gherardo delle Notti. Quadri bizzarrissimi e cene allegre

di Lorena Vallieri
  Gherardo delle Notti. Quadri bizzarrissimi e cene allegre
Data di pubblicazione su web 22/05/2015  

Una mostra suggestiva quanto impegnativa, quella che la Galleria degli Uffizi ha dedicato al pittore olandese Gerrit van Honthorst (Utrecht 1592-1656), celebre in Italia per le sue particolari scene a “lume di notte” da cui l’appellativo di Gherardo delle Notti. Un avvenimento che ha almeno due pregi: quello di essere la prima esposizione monografica a lui dedicata a livello mondiale e la scelta del curatore, Gianni Papi, di concentrarsi sull’attività italiana del pittore. Un periodo qualitativamente ricco e denso di novità stilistiche di impronta caravaggesca, ma in larga parte ancora da indagare. A cominciare dalla incerta cronologia: se validi riscontri documentali permettono di datare il rientro in Olanda alla fine della primavera del 1620, restano ancora misteriosi l’arrivo nella nostra penisola, le circostanze che lo favorirono e l’itinerario.

Gerrit van Honthorst - (Gherardo delle Notti)
(Utrecht 1592 - 1656)
Cena con suonatore di liuto
1619-1620
Olio su tela
Firenze, Galleria degli Uffizi
Gherardo delle Notti, Cena con suonatore di liuto, 1619-1620, olio su tela (Firenze, Galleria degli Uffizi)

L’esposizione offre dunque l’occasione per meglio investigare su questioni ancora aperte quali il presunto soggiorno di Honthorst a Genova, forse intorno al 1610 e comunque prima del trasferimento a Roma. Un’ipotesi per cui non esistono validi appigli documentali o biografici, anche se la maggior parte delle opere “italiane” del pittore è conservata nella capitale ligure e il suo esordio è legato alla commissione della pala di Santa Teresa incoronata da Cristo (1614-1615) per la genovese chiesa di Sant’Anna. Incisive anche le influenze che ebbe su di lui l’ambiente pittorico romano, Manfredi e Caravaggio in primis, nonché i rapporti di Honthorst con Firenze e con i committenti toscani. A cominciare dall’ambasciatore Piero Guicciardini che gli fece realizzare una pala per l’altare maggiore della cappella di famiglia in Santa Felicita: quell’Adorazione dei pastori dipinta a lume di notte e tristemente nota perché irreversibilmente danneggiata dall’attentato del 1993. Anche il granduca Cosimo II apprezzò la sua arte, come testimoniano cinque bellissime tele conservate agli Uffizi, tra cui tre di quelle “cene allegre” che resero celebre Honthorst e che danno il nome alla mostra: Cena con sponsali (1613 ca.), Buona ventura (1616-1617) e Cena con suonatore di liuto (1619-1620).

Gerrit van Honthorst - (Gherardo delle Notti)
(Utrecht 1592 - 1656)
Buona ventura
1616-1617
Olio su tela
Firenze, Galleria degli Uffizi
Gherardo delle Notti, Buona ventura, 1616-1617, olio su tela 
(Firenze, Galleria degli Uffizi)

Il percorso procede tra nuove ipotesi, conferme e revisioni attributive e per essere ben compreso necessita della guida del denso catalogo edito da Giunti: dall’imprescindibile saggio di Papi (Gerrit van Honthorst fra Italia e Olanda, pp. 32-89) ai confronti stilistici di Loredana Lorizzo (Gerrit van Honthorst a Roma. Ritratto dell’artista da giovane a confronto con la committenza, pp. 90-101) sino all’approfondimento di Gert Jan van der Sman su I disegni di Gerrit van Honthorst (pp. 102-119). In apertura vengono proposti alcuni lavori che aiutano a meglio comprendere la prima formazione di Honthorst presso Abraham Bloemaert nonché le suggestioni che gli artisti italiani esercitarono nelle scelte luministiche iniziali del pittore: da Luca Cambiaso (Cristo dinanzi a Caifa, 1570 ca.) a Paolo Guidotti (Deposizione di Cristo nel sepolcro, 1608-1610) e Caravaggio (Cavadenti, 1609). È poi accuratamente documentato il passaggio da una pittura più nordica con opere come la Preghiera di Giuditta prima di decapitare Oloferne (1611-1612) a uno stile sempre più maturo e vicino ai forti chiaroscuri e alle tensioni emotive dei caravaggeschi. Si pensi al Cristo dinanzi a Caifa della National Gallery di Londra (1615-1616) o al bellissimo Gesù nella bottega di San Giuseppe del Bob Jones University Museum and Gallery di Greenville (1614 ca.). Non manca una scelta, seppur limitata, della produzione successiva al rientro in Olanda quando ancora si fa sentire la tensione emotiva dei quadri citati, prima di lasciare il posto a un linguaggio dai toni più chiari e dalle atmosfere più leggere. Infine, un’ampia sezione attesta l’influenza avuta da Honthorst sulla pittura a lume di notte in artisti come Francesco Rustici, Rutilio Manetti o Matthias Stomer o Stom.

Gerrit van Honthorst - (Gherardo delle Notti)
(Utrecht 1592 - 1656)
Adorazione dei pastori
1616-1617
Olio su tela
Germania, collezione privata
Gherardo delle Notti, Adorazione dei pastori, 1616-1617, olio su tela (Germania, collezione privata)

Il posto d’onore spetta però alla già citata Adorazione dei pastori diventata uno dei simboli della follia dell’attentato del 27 maggio 1993. Quei momenti sono raccontati in tutta la loro violenza sia da Antonio Natali nelle accorate pagine che aprono il catalogo (pp. 16-31) sia in mostra, attraverso proiezioni che restituiscono ai pochi brani di colore rimasti sulla tela l’immagine originale ormai irrimediabilmente perduta.








Gerrit van Honthorst - (Gherardo delle Notti)
(Utrecht 1592 - 1656)
Santa Teresa incoronata da Cristo
1614-1615
Olio su tela
Genova, chiesa di Sant’Anna (curia provincializia dei padri Carmelitani Scalzi)
Gherardo delle Notti, Santa Teresa incoronata da Cristo, 1614-1615, 
olio su tela 
(Genova, chiesa di Sant’Anna, curia provincializia dei padri Carmelitani Scalzi)














Gerrit van Honthorst - (Gherardo delle Notti)
(Utrecht 1592 - 1656)
Adorazione dei pastori
1619-1620
Olio su tela
Firenze, Galleria degli Uffizi, Corridoio Vasariano
Gherardo delle Notti, Adorazione dei pastori, 1619-1620, olio su tela (Firenze, Galleria degli Uffizi, Corridoio Vasariano)



 
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