Un proscenio avanzato in platea nasconde un ruscello che termina rivelando una piccola fontana. Un cielo luminoso e screziato di nuvole improvvise fa da sfondo a un campo di alti girasoli sfioriti. Limmagine campestre del luogo degli scontri fra Camille e Perdican, amanti impossibili, incoscienti e patetici, è il segno fiabesco impresso alla vicenda creata da Alfred de Musset nellallestimento di Massimo Mesciulam e Guido Fiorato al Teatro Duse di Genova. Gli esterni della tenuta padronale mutano in interni del Castello mediante linserimento, a metà scena, duna paratia scorrevole con due varchi centrali.
È così ambientata, in un Novecento un po sognato, la commedia a triste epilogo dei due cugini attratti da fatali, contrastanti affinità amorose. Nel testo, concepito nel 1834 come «proverbio in prosa», agisce una polarità ambigua, fra comicità farsesca e drammatica tensione, in un linguaggio variabile a seconda dei tipi dei personaggi. Si va dalla buffoneria anche grottesca degli anziani alla dolente e turbata sensibilità dei più giovani. Nonostante non si avverta lautobiografismo nellopera giovanile del poeta-drammaturgo, la rappresentazione mostra i destini personali di figure connotate da unaffascinante risonanza poetica. Prevalgono dimensioni immaginarie su un mondo di passioni e sentimenti reali che vengono orientati a profondità essenziali.
Un momento dello spettacolo © Maritati
Il gioco avviato dalla diciottenne nipote del Barone, educata in convento e ora alle soglie della scelta della vocazione, si rivela terribile e rischioso. Nellinconsapevole età, la ragazza saggia i sentimenti sconosciuti verso il cugino, raffrontandoli allesperienza negativa duna compagna disillusa dalla vita e segnata dallascesi, e alimenta così un orgoglio narcisistico, nemico, secondo lanalisi registica, dellintesa amorosa. Il suo promesso sposo, stupito e turbato dallaccoglienza imprevedibilmente gelida e scostante, si dedica per ripicca a corteggiare Rosetta, una contadinotta ulteriormente ingenua e sprovveduta.
Il regista non indaga sulle mozioni raziocinanti dei protagonisti, ma insegue i loro comportamenti nelle contraddizioni forse insolubili e più umanamente istintive. Il dramma scandisce svolte funzionali: il primo incontro dei due giovani, la necessità di Perdican di riappropriarsi dei luoghi mitici dellinfanzia (ad esempio, la fontana), tentando qualche confidenza con lamica affezionata dun tempo. Di seguito, linterrogatorio a cui Camille lo sottopone per accertarsi duna ipotetica, eterna fedeltà a ideali astratti e sfuggenti. La crisi dolorosa nellaccorgersi che la reazione dellaltro alimenta la gelosia.
Anche alcune lettere complicano il rapporto, lo spingono allinattesa, tragica conclusione. Coinvolta nella rivalsa, Rosetta è infatti facile vittima delle profferte di Perdican. Si illude. Poi, ricevendo la prova dellinganno a cui è stata sacrificata, cade svenuta. Gli eventi si susseguono dallora guidati da una fatalità crudele: Perdican promette comunque a Rosette di sposarla, tantè chella appare un momento in abito nuziale. Un abbraccio appassionato lega finalmente gli innamorati, per un momento di libertà sincera. Odono però il grido lontano della disgraziata Rosette. Paure, rimorsi, preghiere e sospiri travolgono entrambi negli ultimi istanti, quando Camille saccorge della morte della povera rivale, la annuncia a Perdican e gli dice addio.
Un momento dello spettacolo © Maritati
Tutto nello spettacolo allude a un mistero insondabile, svolto con landamento di un gioco pericoloso; dove comicità e ridicolo virano in atmosfere addirittura metafisiche. Ma nulla indulge al romanticismo letterario plausibile nella riattualizzazione della pièce. Anzi, il testo in traduzione contemporanea serba gusti e forme poetiche essenziali alla magia dellimmaginazione, con digressioni ironiche e qualche preziosismo lessicale. Poiché non ricordo allestimenti italiani recenti e probanti, richiamo ledizione moderna diretta da Jean-Louis Barrault, intesa a sottolineare la dimensione onirica e agreste, in una scenografia a «tappeto erboso e fiorito» (1951); e quella di René Clair, con protagonisti Gérard Philipe e Suzanne Flon (1959).
Oggi Mesciulam affronta coraggiosamente la coppia e in particolare lenigma di Camille (ruolo a suo tempo definito come composto di «due donne differenti») mantenendone lambiguità, pure con qualche complemento drammaturgico, atto a facilitare la verosimiglianza duna vicenda passionale, potente e negata, “al limite”, altrimenti incomprensibile allo spettatore attuale. La coppia centrale convince per maturità espressiva (forza, precisione, colore emotivo della dizione) e spontaneità ben controllata. Perdican trova in Jacopo Maria Bicocchi persino dolcezze e smarrimenti, oltre allo slancio veemente in cerca della soluzione decisiva per la vita, della felicità commisurata al possibile, malgrado le remore culturali. Rachele Canella ha la scontrosa reattività allarmata duna Camille giovane immatura, ingenua e curiosa, mossa da emozioni la prima volta sconvolgenti, quando compara la lezione del convento con la realtà al presente. Alice Giroldini dà a Rosette una naturalezza vitale, anima e corpo vibranti duna energia pura.
Sapide raffigurazioni sincontrano nel gruppo familiare, a partire dal Coro di Nicolò Giacalone, rappresentativo dei contadini. Orietta Notari offre una petulanza burbera o irosa alla governante Pluche, stracarica di bagagli e attrezzata a sostituire lasino con la motocicletta. Andrea Di Casa è il Barone dagli accenti piemontesi, forse per testimoniare il pregio dei vitigni del cui succo sabbeverano lautamente i due preti di casa: il Curato, Don Bridaine (Roberto Alinghieri) e il Precettore Don Blazius (Roberto Serpi), in rivalità incessante.
La riflessione del regista e lintuizione dello scenografo trovano nella Compagnia uno strumento duttile e originale. Ne risulta uninteressante e meritevole prova di rielaborazione di un classico difficile, in cui il giardino (stregato?) dei girasoli simpone visivamente come segno naturale, riuscendo inoltre metafora duna condizione umana curiosamente problematica. Notevole la partecipazione del pubblico, contento e plaudente.
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