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Venezia 59, l'Eurofestival

di Cristina Jandelli
  il logo della 59ma mostra del cinema di Venezia
Data di pubblicazione su web 01/05/2002  
Non era facile allestire il programma del settantesimo anniversario della Mostra del Cinema in poco più di tre mesi, ma il neodirettore Moritz de Hadeln ha diretto per troppi anni la Berlinale (e conosce troppo bene l'Italia) per farsi intimidire: il concorso Venezia 59 sulla carta non sembra all'altezza di quello di Cannes, ma non è molto distante da quelli che lo hanno preceduto al Lido nella virtuosa gestione Barbera; è solo caratterizzato da un indiscutibile eurocentrismo.
Così vi troviamo un evento internazionale (Frida di Julie Taymor, biografia dell'artista messicana Kahlo fortissimamente voluta da Salma Hayek e "strappata" a Madonna e Jennifer Lopez), un atteso banco di prova (Road To Perdition, ovvero Sam Mendes dopo American Beauty), il nuovo Kitano (Dolls) in compagnia di altri due (soli!) asiatici e poi un tripudio di autori del vecchio continente, da Sergei Bodrov (Bear's Kiss) a Michel Deville (Un monde presque paisible), da Doris Dörrie (Nackt) ad Agneszka Holland (Julie Walking Home), dal ritorno di Konchalovsky (Dom Durakov) al Frears che dirige l'Audrey Tautou di Amelie (Dirty Pretty Things), dallo sconosciuto teutonico Bonengel (Führer Ex) all'ormai saldamente festivalizzato Peter Mullan (The Magdalene Sisters): per non parlare degli italiani in gara, capitanati da Michele Placido che rilegge gli amori di Campana e Aleramo (Un viaggio chiamato amore) e rappresentati, per quanto riguarda la nuova generazione, da Piergiorgio Gay (La forza del passato con Rubini, Ganz e Ceccarelli) a Daniele Vicari (Velocità massima con Mastandrea).
A queste presenze tricolori vanno poi aggiunte quelle, fuori concorso, di Liliana Cavani (Ripley's Game con John Malkovich), Paolo Virzì (My name is Tanino, girato negli Stati Uniti), Giulio Cingoli, autore dell'animazione del soggetto di Dario Fo Johan Padan, e il figlio d'arte Edoardo Ponti che dirige la madre Sophia in Between Strangers (fra gli eventi speciali c'è Rosa Funzeca di Aurelio Grimaldi). Da non dimenticare, infine, il Leone d'Oro alla carriera a Dino Risi, il cospicuo omaggio ad Antonioni con l'anteprima de L'avventura restaurata e, nella Settimana della Critica, la celebrazione del centenario della nascita di Cesare Zavattini.
Impresso sul festival questo marchio - per la verità un po' ingombrante - a stelle gialle su campo blu, il neodirettore ha voluto poi smentirsi raddoppiando il concorso in tutt'altra direzione. L'ex sezione "Cinema del presente" - ora "Controcorrente" - è diventata, sotto la nuova gestione, competitiva (in palio il Premio San Marco): un'oasi a sé per le opere cosiddette difficili ovvero meno appetibili per quel mercato a cui da Berlino De Hadeln ha sempre guardato con grande rispetto. Qui il cinefilo trova Fruit Chan e Larry Clark, Lukas Moodysson e Arturo Ripstein, qualche opera prima e il nuovo Soderbergh a basso costo che si è divertito a strapazzare le star di Hollywood (Full Frontal).
C'è chi poi ha già battezzato Venezia 59 il festival delle donne e in verità, a fronte di una produzione internazionale avarissima di occasioni per l'altro sesso, il Lido 2002 è decisamente ben rappresentato al femminile: presiede la giuria l'attrice Gong Lee (giurata anche Francesca Neri), il kolossal statunitense più atteso è firmato dalla regista tecnicamente più agguerrita del mondo, Kathryn Bigelow, che torna alla grande produzione hollywoodiana (K-19 con Harrison Ford e Liam Neeson), in concorso le registe spopolano mentre le donne artiste diventano soggetti per altrettanti film: Kahlo, Aleramo e via dicendo. Fra le nuove tendenze si segnalano infine i film collettivi d'autore su temi civili e le performance di "cinema dal vivo", esibizioni in cui musica e immagini verranno create e modificate da cineasti francesi, tedeschi e cinesi sotto gli occhi degli spettatori che potranno interagire attivamente alla creazione dell'opera.



Frida
Salma Hayek in Frida di Julie Taymor

 

Road to perdition
Road to perdition



dino risi
Dino Risi


michelangelo antononi
Il libro su Michelangelo Antonioni


L'avventura (Monica Vitti)

 
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