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Trittico Novecento

di Gabriella Gori
  Trittico Novecento
Data di pubblicazione su web 16/10/2014  

Ravenna capitale della cultura 2019? Forse, ma di sicuro oggi è la capitale della danza in Italia con l'arrivo del Balletto del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo al Teatro Alighieri per «Trilogia d'Autunno». Imperdibile prosecuzione del Ravenna Festival che festeggia la venticinquesima edizione e amplia l'offerta coreutica estiva con un cadeau autunnale ricco di momenti di bella e grande danza.

Nell'arco di una settimana, dal 2 all'8 ottobre, il famoso organico russo, accompagnato dall'ottima Orchestra Giovanile del Teatro Mariinskij diretta da Boris Gruzin, accende i riflettori su un programma pensato ad hoc per il Festival e composto da pezzi forti come Il lago dei cigni, Trittico '900 (Chopiniana/Les Sylphides, Apollo, Rubies) e l'immancabile Giselle. Un vero e proprio vanto per Ravenna, una città che si pone obiettivi artistico-culturali sempre più alti e riesce a concretizzarli offrendo al pubblico appuntamenti di qualità.

Logico dunque non perdere l'atteso e applauditissimo plurievento della «Trilogia d'Autunno» e in particolare Trittico '900 che mostra un corpo di ballo a cui non difettano il proverbiale nitore e l'invidiabile pulizia tecnica ma talvolta manca un po' di "anima" come raccomandava di avere il grande Vladimir Vasiliev.

E questa ‘anima’ si vede solo a tratti in Chopiniana/Les Sylphides creato da Fokine nel 1907 su musica di Chopin e messo in scena con rigore filologico a cominciare dalle scene dello stesso Fokine e da tutta l'impalpabile atmosfera, che passerà alla storia con l'interpretazione dei Balletti Russi di Djagilev a Parigi nel  giugno del 1909.


Chopiniana©Silvia Lelli
Chopiniana©Silvia Lelli


Ballet blanc ispirato all'aulica tradizione del ballet d'action romantique, questa Chopiniana è un vero saggio di scuola - nell'accezione positiva del termine - per l'esecuzione corale delle Silfidi, le variazioni delle singole interpreti con la puntuale élevation, la posizione delle braccia en couronne, i morbidi banancés, gli aggraziati épaulements, la tecnica ferrea dei piqués in attitude.Ma queste Silfidi, forse troppo concentrate sul registro accademico, volteggiano sulla musica di Chopin più con il corpo che con l'anima e lo stesso vale per il Primo Ballerino Yevgeny Ivanchenko, nel ruolo del Poeta. Ineccepibile nella resa dei virtuosismi, Ivanchenko è un elegante porteur ma riesce solo a tratti a mostrare la ręverie amorosa del Poeta nell'etereo ed evanescente regno delle Silfidi.


Apollo, XanderParish e KritinaShapran©Silvia Lelli
Apollo©Silvia Lelli


Altra aria si respira in Apollo portato in scena nella versione in due quadri che George Balanchine firmò nel 1928 per i Balletti Russi su musica di Stravinskij. Nel primo quadro - poi soppresso da Balanchine - si ha la nascita di Apollo da Leto, assisa su una enorme scala, e la liberazione del dio dalle bende ad opera di due dee che gli consegnano un liuto, simbolo della sua vocazione futura. Nel secondo quadro il giovane dio balla circondato dalle muse Calliope, Polimnia e Tersicore. Nell'estrema essenzialità delle scena, delimitata dal lighting design originale di Roland Bates e attraversata dalle luci di Valdimir Lukasevič, che creano una sorta di Iperuranio della bellezza e della poesia, Xander Parish è un Apollo brillante, consapevole della propria superiorità divina. Una superiorità che l'artista, un inglese formatosi alla Royal Ballet School e diventato russo nel Balletto del Mariinskij,  rende visibile nell'eleganza con cui esegue passi e gesti neoclassici, e nel fare divertito con cui si relaziona con le deliziose Diana Smirnova, Calliope, Nadezhda Batoena, Polimnia, e Olga Esina, Tersicore. Un quartetto e poi un duetto in cui il gioco di sguardi e di complicità sembra dimenticare la seriosità apollinea del dettato balanchiniano per privilegiare lo spirito dionisiaco del giovane e discolo Parish, che non lascia indifferenti le muse. E la riprova poi che i russi sanno 'americanizzarsi', facendo proprio lo stile che Balanchine ha perfezionato in America, è la scelta di estrapolare dal leggendario Jewels, nato nel 1967 per il New York City Ballet, Rubies sfoderando una sorprendente e inaspettata verve 'jazzata'.


Rubio©Silvia Lelli
Rubies©Silvia Lelli

Esaltati dalla musica di Stravinskij, dalle ricche e sgargianti scene di Peter Harvey, dai vivaci costumi rossi Karinska/Holly Hines, questi rubini 'russi' risplendono sotto le luci di Perry Silvey e a farla da padrone sono i virtuosismi off balance del coreano e Primo Solista Kimin Kin e della Prima Ballerina Viktoria Tereshkina. Intorno a loro i giovani ballerini del Mariinskij, 'guidati' dalla sicura e ammiccante Prima Solista Sofya Gumerova, sono spinti a dare il meglio di sé in questo luccicante divertissement  firmato "dalla Russia con amore".



Trittico Novecento


Chopiniana (Les Sylphides)
cast cast & credits
 


Apollo
cast cast & credits
 


Rubies (seconda parte di Jewels)
cast cast & credits
 



 
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