Mimmo (Pierfrancesco Favino), muratore, è costretto da una sorta di amor filiale nei confronti dello zio che lo ha cresciuto (Ninetto Davoli), a esercitare continue violenze per conto di questultimo, che gestisce affari poco limpidi col figlio, larrogante cugino (Adriano Giannini).
Mimmo sopporta in silenzio i reiterati atti di violenza che è portato a compiere, fino allincontro con Tania, ventenne lolita di Latina (Greta Scarano) che si prostituisce per sbarcare il lunario e cerca di sedurre grossomodo tutti gli uomini che incontra. Un incontro-scontro destinato a cambiare le vite di entrambi.
Una scena del film
Con Favino visibilmente appesantito nei panni dell“orco buono” e la bella Scarano come protagonisti, il film di Michele Alhaique è una sorta di La bella e la bestia allitaliana, una fiaba dai toni noir, senza lieto fine.
Girato con dovizia di primissimi piani e particolari dei volti, di Favino e Scarano in primo luogo, cui si affianca luso insistito della macchina a mano, il film conta su un cast di bravi interpreti (ricordiamo oltre ai nomi citati il bravo Claudio Gioè) e nellinsieme è carino ma piuttosto scontato. Probabilmente più adatto al pubblico del mainstream televisivo che a quello di un festival.
|