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La rivoluzione dell'Eros in musica

di Michele Manzotti
  Tristan und Isolde
Data di pubblicazione su web 14/05/2014  
                                 

È stata l’ultima prima del Maggio Musicale al Teatro Comunale. L’edizione numero 77 del festival fiorentino infatti è stata concepita nel segno della transizione al Teatro dell’Opera già inaugurato nel 2011, ma completato solo quest’anno nelle sua funzionalità scenica. Prima del galà del 10 maggio, l’apertura della rassegna è stata affidata alla musica di Richard Wagner e al suo Tristano e Isotta. Una scelta avvenuta sulla scia del bicentenario, ma soprattutto una nuova presenza di Zubin Mehta come direttore di un’opera wagneriana dopo il completamento della Tetralogia da parte dell’istituzione fiorentina. Un ciclo che era stato realizzato interamente dai catalani della Fura dels Baus, mentre il Tristano e Isotta è stato affidato a Stefano Poda nella veste di regista, scenografo, coreografo e costumista con l’assistenza di Paolo Giani.

 


Isolde (Lioba Baraun) e la sua ancella (Julia Rutigliano) con altri figuranti. Foto di Simone Donati-Terra Project-Contrasto
 

Nella lettura di Poda, tutta la vicenda è caratterizzata dallo scorrere della sabbia dall’alto. Una sorta di parte inferiore di una clessidra, la cui sommità resta però sempre alla stessa altezza. Attorno a questa collina si svolgono i tre atti ambientati  in mare, in terra e infine sulla spiaggia, punto d'incontro tra i due elementi. Nel primo una pedana mobile funge da coperta della nave mentre sotto si racconta la tragedia all’origine del viaggio, ovvero l’omicidio dell’amato della principessa Isotta da parte di Tristano che la porta in sposa al Re Marke. Nell’atto successivo compaiono figure itineranti vestite di bianco e nero che simboleggiano il giorno e la notte, ma anche l’amore e la morte che inizia a incombere sui due personaggi principali diventati amanti a causa di un filtro. In quello conclusivo, nella spiaggia piena di corpi alla deriva, torna la pedana non solo per descrivere la nave che porta Isotta in Bretagna, ma anche come base mobile per la morte della protagonista in un fascio di luce. Una visione astratta dunque, ma che ha rispettato sostanzialmente l’atmosfera dell’opera che non è solo una vicenda in uno sviluppo spazio-temporale, ma un manifesto ideologico sulla scia delle idee filosofiche di Arthur Schopenhauer.

 


Figuranti in scena.
Foto di Simone Donati-Terra Project-Contrasto
 

Per quanto riguarda la parte musicale, Zubin Mehta ha voluto sottolineare sin dal Preludio la tensione dell’Eros allo stato più alto concepita da Wagner. In questo seguito in modo disciplinato dall’orchestra del Maggio che ha letteralmente festeggiato il direttore a ogni inizio di atto. Per quanto riguarda il cast, Torsten Kerl (Tristano) ha svolto in modo impeccabile il compito difficile che aspetta il tenore nel terzo atto, con il cromatismo a sottolineare l’attesa dell’amata. L’Isotta del soprano Lioba Braun ha invece convinto nelle parti dove la tensione drammatica era più alta, ovvero quelle in cui il personaggio racconta la propria vicenda all’ancella Brangaene mette alle strette Tristano prima di fargli bere il filtro di morte, poi sostituito. Voci autorevoli e affascinanti nel timbro hanno dato vita a Brangaene e al Re Marke, rispettivamente il soprano Julia Rutigliano e il basso Stephen Milling. Bene anche gli altri interpreti e il coro preparato da Lorenzo Fratini. Teatro pieno e pubblico caloroso al termine, in particolar modo all’indirizzo del direttore d’orchestra. Un’inaugurazione dove lo sfarzo è stato poco evidente, a favore del rispetto per la grande musica.

 

 

Tristan und Isolde



cast cast & credits


Sopra:

Tristan (Torsen Kerl)
con altri figuranti nel III Atto.

Foto di Simone Donati-Terra Project-Contrasto
 
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