Piace al pubblico del Verdi Eva contro Eva, quanto questo sia merito del regista Maurizio Panici e dei suoi attori è da valutare. Eva contro Eva è infatti un adattamento teatrale del celebre film americano del 1950 All about Eva di Joseph Mankiewiwicz, film che si impone e persiste nellimmaginario popolare come fotografia del mondo teatrale americano degli anni cinquanta, riflettendo, per il tramite filmico, vizi e viziacci, ma anche passioni e turbamenti del Teatro doltreoceano e dei suoi divi. Ebbene, nella versione italiana, prodotta dallo Stabile pistoiese, di quel complesso panorama si sceglie di descrivere solo “vizi e viziacci”.
Margo Channing (Pamela Villoresi) è una grande attrice teatrale in lotta con la propria età, esasperata dalla passione per Bill (Massimiliano Franciosa) affascinante regista molto più giovane di lei. Lattrice mette in scena i testi del famoso drammaturgo Lloyd Richards (lo stesso Panici) che insieme alla moglie Karen (Stefania Barca) sono i migliori amici della coppia. La loro vita trascorre tra teatro e impegni mondani fino allarrivo del personaggio che rompe (o dovrebbe) tutti gli equilibri della loro vita da star, Eva Harrington (Romina Mondello) apparentemente dolce arrivista senza scrupoli che mira al successo.
Il sipario si apre a ritmo di musica su una scena dinamica e interessante, che si smonta e ricompone, e che permette, attraverso spostamenti a scena aperta, di giocare su diversi luoghi scenici, interni ed esterni, e che alterna i luoghi deputati dellazione: il camerino del teatro, il salone di casa Channing, un palcoscenico. La scenografia è di per sé metateatro, i costumi rivelano la loro matrice cinematografica proponendo leleganza spregiudicata, sexy e mondana dello star system anni 50. Caratteristica molto apprezzata del lavoro scenografico di Giorgio Gori è quella di sovrapporre al naturalismo di fondo delle scene un elegante velo espressionista, che fa svettare e inclinare le pareti, in particolare per quanto riguarda linterno di casa Channing. Ed è qui che Pamela Villoresi denuncia, in una splendida immagine, il tono che lo spettacolo avrebbe dovuto e potuto avere. Ci si riferisce al crollo emotivo, esasperato dallalcool, di Margo-Villoresi in abito lungo di velluto nero, che come in una posa, o “fermo-immagine”, si blocca di spalle tendendo in alto le braccia contorte, citando così le nostre attrici del cinema muto “attaccate alle tende”. Pamela Villoresi è lunica a riempire davvero questa scenografia ma il suo tentativo di trainare lo spettacolo si scontra con lo scavo superficiale in cui si assestano il resto del cast e le scelte registiche.
Ma dovè Eva? Eva, vera protagonista della pièce in quanto motore dellazione, non trova nel taglio datole da Romina Mondello il giusto spessore che si addice ad una protagonista. Ancora una volta si rimane in superficie, e purtroppo ad Eva-Mondello non è concesso esprimere un personaggio complesso: laddove, sin dal titolo, si rimanda al dissidio interiore di una donna doppia e profondamente combattuta, lei al contrario rimane uguale dallinizio alla fine. Neppure gli altri attori si discostano da una tranquilla interpretazione della loro parte a tutto discapito della riflessione metateatrale veicolata dal testo. La pièce può anche risultare piacevole (e infatti piace), ma non denuncia alcun conflitto, né interno ai personaggi, né esterno, ovvero quello del teatro in rapporto alla società.
Sarebbe dunque più corretto modificare il titolo in Margo contro tutti, o meglio Villoresi contro tutti, se è vero anche che in certi momenti “lattrice del teatro di oggi” tenta di dare spessore al suo personaggio scavando nella volgarità e nella sguaiataggine “dellattrice del teatro di ieri” (con un background popolare e rozzo, comè quello della sua Margo), esasperando toni e ritmi e ampliando i movimenti. La sua recitazione entra però in contrasto col tono televisivo imperante, e non trovando corrispondenza con i compagni in scena, risulta, a tratti e per fortuna, stridente, di un antinaturalismo splendidamente fuori luogo, che potrebbe nel corso delle repliche, contagiare lensemble, e rendere lo spettacolo non solo piacevole ma anche interessante.
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