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Another film

di Elisa Uffreduzzi
  Another me
Data di pubblicazione su web 18/11/2013  

Tra i film in competizione al Festival Internazionale del Film di Roma 2013, Another Me si pone idealmente agli antipodi di Tir (Alberto Fasulo, 2013): pur disponendo di ben più larghi mezzi (vanta una folta schiera di produttori tra cui Fox International Productions e British Film Company), non approda a risultati altrettanto generosi.

È la storia di Fay (Sophie Turner), un’adolescente la cui serenità s’infrange nel momento in cui il padre (Rhys Ifans) si ammala di sclerosi multipla. Contemporaneamente comincia a notare strani fenomeni, che scoprirà essere causati da una misteriosa sosia che la perseguita. Tratto dall’omonimo romanzo di Cathy MacPhail, il film di Isabel Coixet è a dir poco imbarazzante. Sebbene si parli in proposito di noir, mistery e thriller psicologico, francamente l’unico genere col quale Another Me sembra essere imparentato è un horror di bassa di lega. Difatti è denso di abusati cliché non solo narrativi (la protagonista è un’adolescente introversa che veste di nero, ama scattare fotografie e si infligge ferite volontariamente; a scuola recitano il Macbeth con conseguente mise en abīme; nasce una love story tra i due attori protagonisti della pièce nella pièce, ecc.), ma anche iconografici (vetri che s’infrangono inspiegabilmente, scritte rosso sangue che appaiono sui muri, corvi neri, luci che si spengono senza ragione e chi più ne ha più ne metta), che uccidono ogni suspense mentre pretenderebbero di crearla.



La presenza nel cast di nomi che spopolano tra i teenager come quelli di  Sophie Turner, star della celebre serie Game of Thrones (Il trono di spade) e  Gregg Sulkin (noto soprattutto per il suo ruolo nel serial Disney Channel Wizards Of Waverly Place/I Maghi Di Waverly), oltreché acclamati divi del grande schermo come Jonathan Rhys Meyers, Claire Forlani, Geraldine Chaplin e Rhys Ifans ( quest’ultimo decisamente più a suo agio nei ruoli comici), più che dar lustro al film chiarisce quanto esso sia un’operazione commerciale destinata ai più giovani, anziché dettata da ragioni artistiche. Discutibile la scelta di includerlo nella selezione dei film  in concorso.

La Coixet cita Polanski e Brian De Palma, ma il risultato è disastroso e si ride di gusto quando si dovrebbe urlare di paura. Piacerà agli adolescenti introversi in stile goth e dark, che immancabilmente si rinnovano a ogni generazione. 



 

Another me
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