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Chiacchiere da premio Pulitzer

di Roberto Fedi
  Fabio Capello
Data di pubblicazione su web 10/11/2002  
Rai Due, sabato, ore 22.35. La trasmissione si chiama Sport 2 sera, è presentata da Marco Civoli, e serve essenzialmente per commentare gli anticipi di Serie A. Prima, quando la B sciaguratamente giocava tutta di sabato, la cosa aveva più senso: ora, ci si deve accontentare di un paio di incontri di serie A e B spostati al giorno prima per motivi di introiti televisivi. Siccome le partite sono due, massimo tre, a occhio e croce la trasmissione dovrebbe essere più breve: insomma, come si fa a occupare quasi un'ora di Tv solo con un paio di gol?

Si fa così. Si invitano due 'esperti', cioè detta più crudamente due allenatori senza squadra (sabato 9 novembre: Sandreani e Zaccheroni). Si mette in opera una moviola (una delle venti o trenta dei vari programmi sportivi: ora - miracolo - ce n'è una anche alla radio). Ci si collega con gli spogliatoi e si intervistano tutti quelli che passano da quelle parti: giocatori, allenatori. E così, fra domande da studio e domande dell'inviato, si passa una mezzoretta; qualche chiacchiera degli 'esperti' (inutile porsi la domanda banale che si fanno tutti: ma se erano così esperti, perché non li ha voluti nessuno?), qualche classifica (inutile, visto che a parte due tutte le altre partite debbono essere ancora giocate), e finalmente un rapido servizio filmato che fa vedere i gol e poco altro, e che invece sarebbe l'unica cosa per cui dovrebbe esistere una trasmissione così. Abbiamo tirato notte.

L'inviato è di solito Carlo Paris, che ha l'ingrato compito (ma a vederlo si direbbe che sia molto compreso nel ruolo) di intervistare i protagonisti. Ai quali fa domande originalissime, del tipo 'cosa pensa della partita?', oppure 'perché non siete riusciti a segnare un altro gol?', o ancora 'ritiene il risultato giusto?', e così via. Michel Platini, che era un grande del calcio e molto ironico, ebbe a dire una volta che anche Einstein, se lo avessero intervistato tutti i giorni, alla fine sarebbe sembrato un deficiente: figuriamoci i calciatori e gli allenatori. Ma si vede che non conosceva questi intervistatori. Si rimane infatti sbalorditi di come non tanto i calciatori, che sono giovani e debbono farsi vedere più che possono per ragioni pubblicitarie (chi pagherebbe miliardi di contratti pubblicitari a uno che non si vede mai?), ma soprattutto gli allenatori, che sono più anziani, ne hanno viste di tutti i colori e probabilmente non hanno contratti con la pubblicità se non quelli legati alla squadra, accettino senza batter ciglio di rispondere a domande come quelle di cui sopra, e anche peggio. E tutte le domeniche, per non parlare delle date infrasettimanali, visto che ormai a calcio si gioca ogni tre giorni.

Con qualche eccezione. Sabato 9 novembre il serissimo Paris ha intervistato Fabio Capello, allenatore della Roma, già un po' contrariato per un risultato non esaltante. Dopo qualche domanda più o meno banale, il Paris gli ha chiesto il perché di non si sa bene quale dichiarazione polemica di Sensi, presidente della Roma. Il Capello, seccatissimo, gli ha giustamente risposto che lo andasse a chiedere a lui. Il Paris ha incassato, sorpreso della sua stessa temerarietà (mai che gli intervistatori di calcio osino fare domande sgradite ai pallonari: ci mancherebbe altro), e gli ha rivolto un'altra domanda da premio Pulitzer: perché - più o meno - gli ultimi gol la Roma li aveva subiti da giocatori di varie squadre, ma tutti in qualche modo legati per contratti precedenti o futuri alla Juventus, avversaria storica della Roma. Che sarebbe come chiedere, più o meno, perché oggi a Firenze c'era il sole e a Torino pioveva. Il Capello ha perso la pazienza, e gli ha risposto, sempre più giustamente, che lo andasse a chiedere a loro. Che era, l'avrebbe capito anche un sordo, un reiterato eufemismo per invitare con ogni evidenza il Paris ad andare in un altro posto. Inossidabile anche alle perifrasi e impenetrabile agli eufemismi, il Paris non ha battuto ciglio: passava di lì uno dei giocatori di cui sopra, e lui l'ha fermato e gli ha rifatto la domanda. Un genio.

Sport 2 sera

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