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Il riscatto impossibile di un copista della vita

di Michela Zaccaria
  il cappotto
Data di pubblicazione su web 09/11/2013  

Alberi stecchiti su fondale livido, librerie di scartoffie e registri come quinte; a sinistra, la stanzetta di Akàkij; a destra, la bottega del sarto Petròvic cieco da un occhio; al centro, l’ufficio del ministero. Qui Akàkij Akàkievic fa il copista, il più bel lavoro del mondo perché non occorre pensare, bisogna solo mettere in bella quello che hanno scritto gli altri. Akàkij non reclama nulla; sogna lettere maiuscole scritte con inchiostro rosso; ama cose già successe, pronte ad essere copiate. Quando cammina per via conosce a memoria ogni buca del percorso, sempre lo stesso da venticinque anni; sul lavoro mai un ritardo, dieci ore ogni giorno; dopo cena ancora un’oretta con penna d’oca e carta protocollo a copiare elenchi di morti e denunce anonime. «Il mondo è pieno di infelicità, ma grazie a Dio e alla mia calligrafia...io vivo una vita davvero molto molto molto emozionante!» sospira.

I suoi colleghi al ministero nemmeno lo salutano; con quel cencio addosso che sembra una vestaglia, ridono. Braccio morbido…gomito flesso… ogni volta Akàkij Akàkievic sguscia via dal suo vecchio cencio come in un balletto. Non si ricuce una marcia reliquia, occorre un cappotto nuovo!- gli fa il sarto.

Il mondo sarebbe un paradiso se si copiassero i cappotti come si copiano le parole, con tutti i bottoni ed i colletti! E col misero stipendio, per fortuna c’è la gratifica… Ottanta rubli, color marroncino kaki e collo di gatto di Parigi. Col suo cappotto nuovo Akàkij Akàkievic non ha più freddo ed in ufficio sembra guadagnare il rispetto di quei colleghi che prima lo infastidivano. Ora nobilita non solo la sua persona, ma il Ministero tutto e la Patria stessa, la grande madre Russia! Applausi, champagne. Ci fosse almeno un po’ di luna...

All’uscita dalla festa un omone gli tasta il colletto, un altro gli mette il pugno davanti alla bocca. Un cappotto così, in mano ai ladri! Akakij Akakievic è beffato dai colleghi e dal destino. Torna a casa mentre il vento s’infila nel colletto e dentro gli stivali; si stende sul letto, delira. La vita lo costringe ad una prova e lui ne è sopraffatto. Fino a morirne.

Vittorio Franceschi affronta da autore il mondo russo che gli è tanto caro e riscrive con garbo il capolavoro di Nikolaj Vasil'evič Gogol', storia del riscatto impossibile di un «copista della vita» la cui unica evidente condizione è quella dell’inesistenza. Colbacchetto spelacchiato e cappotto sdrucito, Franceschi disegna un Akakij candido e stupito fra i sogni ed i naufragi di una vita anonima, sopraffatto più che dal freddo inverno dalle convenzioni sociali e dall’arbitrio di corrotti mezze calzette. In una società che rottama uomini e cose, il vecchio cappotto, che «fra toppe e rammendi era tutta una piaga» come la casacca di Geppetto, alla fine sventola come una bandiera- riflette Franceschi.

Il regista Alessandro D’Alatri imprime levità e ritmo allo spettacolo. La scena è di Matteo Soltanto, la musica di ispirazione klezmer di Germano Mazzocchetti. Accanto al protagonista Umberto Bortolani è il sarto burbero e ubriacone, Marina Pitta la moglie scostante che mangia aglio ogni giorno per tenerlo lontano; Alessio Genchi è il divertente mercante sul carretto carico di stoffe damascate, Federica Fabiani la padrona di casa dal cuore tenero, Giuliano Brunazzi l’ubriaco poeta.

12 - 13 novembre a Budrio (BO) - Teatro Consorziale
14 - 15 novembre  a Correggio (RE) -  Teatro Asioli
19 - 24 novembre  a Genova - Teatro della Corte
1 dicembre a Rimini - Teatro Novelli
3 - 8 dicembre  a Napoli - Teatro Mercadante


Il cappotto
cast cast & credits
 




  © foto di Matteo Soltanto



vedi il trailer dello spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=Q6X9MRMg3-4&list=UUU0csckP-YSCmbXZejkMw2A

 
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